Si è svolta questa mattina a Roma presso l’Associazione Civita la conferenza stampa “Direttiva Copyright: fate presto, fate subito! La cultura ci rende liberi, ma può essere libera solo grazie al diritto d’autore” su iniziativa del Presidente SIAE Giulio Rapetti Mogol, presente insieme al Consigliere di Gestione Andrea Purgatori, ad Albano Carrisi e al Direttore Generale Gaetano Blandini.
Sono intervenuti in collegamento Federica Abbate, Giovanni Caccamo, Caterina Caselli, Roby Facchinetti, Piero Maccarinelli, Gino Paoli, Alfredo Rapetti Mogol (Cheope), Tony Renis, Sergio Vallarino (Zibba) e Carlo Verdone.
A venti giorni dal lancio della petizione #404COPYRIGHT per chiedere il recepimento della Direttiva Ue, il Presidente Mogol ha voluto rinnovare il suo invito accorato ai Parlamentari della Repubblica affinché il documento diventi legge anche in Italia. … È importante che la Direttiva europea venga recepita presto. Se non viene approvata, i giganti del web continueranno a non pagare il diritto d’autore e così moriranno la cultura e la democrazia – ha detto il Presidente Mogol nel suo intervento – Soprattutto in questo momento in cui la musica dal vivo sta soffrendo, non appoggiare la Direttiva Copyright sarebbe uno scandalo. Dal punto di vista degli utenti non cambierà nulla, i diritti li pagheranno i giganti del web che guadagnano miliardi e che dovrebbero versare una parte per i diritti d’autore come fanno tutti gli utilizzatori..
“Ciò di cui stiamo discutendo non ha nulla di ideologico. Se non esistessero i contenuti culturali, non ci sarebbero né le piattaforme né i palinsesti televisivi – ha sottolineato Andrea Purgatori – Occorre equità per equilibrare i guadagni tra chi crea i contenuti e chi li sfrutta”.
“È indispensabile che ci sia l’approvazione della Direttiva europea sul Copyright. Chiediamo soltanto che chi utilizza il frutto del nostro lavoro paghi quel minimo sindacale che va pagato – ha ribadito Albano Carrisi, che ha posto l’accento anche sulle gravi conseguenze causate dall’emergenza sanitaria del coronavirus sull’intero mondo dello spettacolo, dagli autori agli artisti e ai tecnici.
“Vogliamo accelerare questa procedura che non ha colore politico, non c’entrano nulla la destra, la sinistra o il centro: è una battaglia di giustizia e allo Stato non costa nulla – ha detto nel suo intervento il Direttore Generale SIAE Gaetano Blandini – Speriamo che si faccia presto, perché soprattutto i giovani artisti non possono aspettare a lungo. L’appello è al Parlamento, per consentire agli artisti di fare questo mestiere e soprattutto di essere liberi”.
La crisi arrivata con la pandemia da coronavirus rischia di dare al mondo creativo la spinta fatale verso il baratro: è il concetto che è stato espresso a più voci da tutti i rappresentanti del mondo dello spettacolo che hanno seguito la conferenza stampa in collegamento. Accanto all’allarme, anche l’indignazione per la resistenza dei grandi gruppi del web a pagare il giusto compenso, che Carlo Verdone ha definito “qualcosa di immorale” e ha aggiunto: “Combatterò soprattutto per i giovani perché il ricambio generazionale è fondamentale nella cultura o si resta fermi”.
Concetto ribadito da Roby Facchinetti: “In tanti negli ultimi anni hanno smesso di fare questo lavoro anche per la mancanza completa di voler dare alla musica la giusta remunerazione”. Sulla stessa linea anche gli interventi di Tony Renis, che ha chiesto al Governo di adoperarsi per risolvere subito questo problema, e di Zibba che ha espresso la sua fiducia in chi si sta adoperando perché la Direttiva venga approvata.
Per Caterina Caselli “il diritto d’autore è un motore di progresso e di benessere, ha consentito di avere un patrimonio, dal punto di vista musicale e autoriale, inestimabile” e ha aggiunto: “Se non ci fosse stata la tutela del diritto d’autore o se dovesse sparire, chi investirebbe per poter mantenere in vita la creatività? Difendere il diritto d’autore è necessario”. Anche per Gino Paoli “il diritto d’autore permette a chi crea di vivere. Chi non lo riconosce, o è in cattiva fede o proprio non capisce”.
“Fondamentale riconoscere la dignità del lavoro d’autore – ha ribadito Cheope – Fare cultura è un lavoro, è un fatto evidente”. Gli ha fatto eco Federica Abbate: “Il lavoro d’autore spesso non è visto come un lavoro vero ma come un passatempo”.
Di copyright come “brevetto dell’arte” ha parlato Piero Maccarinelli che ha descritto il momento difficilissimo che sta attraversando il teatro: “In questi mesi il nostro lavoro in streaming ha contribuito a risollevare lo spirito della gente, ma non è stato riconosciuto: è una follia”. Per lanciare il suo appello, Giovanni Caccamo ha usato invece una metafora: “L’orto in cui ora si raccoglie gratuitamente deve essere curato: troppa poca acqua per far sopravvivere i frutti della creatività”.