Un saggio chiamato Mario “The Black” Di Donato

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Oggi è un giorno davvero brutto per la scena metal nazionale. E’ morto Mario “The Black” Di Donato. Era nato il primo aprile del 1951. Fin dagli inizi della sua vita ha una netta propensione per le arti. Dico arti in quanto Mario era un valido pittore nonchè eccelso autore/compositore. Le prime tracce del suo particolare genio li si rintracciano ne I Picchiati un gruppo fondato nel 1967 e dalla vita molto breve. Appena 2 annni. Poi abbiamo – fra i gruppi in cui ha suonato e non più attivi – i Respiro di Cane (1973-1974), Requiem, i grandi The Black, Un caso di follia (1971-1972) e i leggendari Unreal Terror autori di quel “Heavy & Dangerous” uno delle releases farodell’Heavy Metal nazionale di quella decade e dell’intera stroria dell’ìHeavy Metal del nostro paese. Ha suonato con Abysmal Grief, Doomraiser, Hesperia, Misantropus ed infine Sancta Santourum. In breve una carriera di ben 50 anni dove Mario “The Black” Di Donato ha potuto mettere in rilieve il suo genio compositivo senza pari. Un chitarrismo fuori dal tempo dove entravano in collisione svariati generi musicali per rendere un sound molto originale e personale. Persona saggia e mite era considerato uno dei veci della scena Metal nazionale. Con la sua perdita la scena perde una personalità forte e carismativa. Addio mio amico fraterno “The Black”. Che la terra sia lieve.

Abbiamo chiesto al suo fratello di cuore e di musica Enio Nicolini un ricordo di Enio Nicolini.

Per ricordare Mario “The Black” Di Donato mi servirebbero pagine e pagine da riempire. Pagine di vita on the Road, fatta di passione, credo, abnegazione e pagine di vera amicizia con tante storie vissute insieme. Tutto iniziato da ragazzini a scoprire i primi dischi “diversi” all’epoca come, i Gran Funk Railroad, per arrivare ai mitici UFO per approdare ai Black Sabbath e così via. Insieme da sempre, dividerndo tutto per passione dellla nostra musica. La sua dote più importante era la trasparenza e la schiettezza, si molto testardo nelle decisioni ma sicuramente era un illuminato. Lui ha coniato il termine Ars Metal Mentis non a caso. Non ho mai sofferto il suo ruolo di leader nel gruppo, perché fra noi c’era un grandissimo rispetto oltre che affetto Mario era un vero Artista sia nella musica, sia nella pittura e sia nella poesia. Mi mancherà ma ci sono le sue opere che custodisco gelosamente a farlo vivere sempre e poi la sua arte da oggi è universale. Sit Tubi Terra Levis”

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