Addio a Fernando Capecchi, l’agente delle star: scoprì Zucchero

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Se ne è andato in punta di piedi nella sua casa di Ramini, frazione alle porte di Pistoia in cui era cresciuto e da cui non si era mai distaccato. Si è spento venerdì 29 novembre Fernando Capecchi, l’agente delle star e scopritore di Carlo Conti, Leonardo Pieraccioni e Giorgio Panariello. Aveva 80 anni, compiuto proprio la scorsa primavera e aveva legato il suo nome anche la mondo della musica. A lui si deve il lancio di Zucchero, ma anche di artisti come Stefano Sani, Paolo Vallesi e tanti altri.

“Non so ballare, non so cantare e non conosco la musica, ma così come si vendono le piante si possono vendere le orchestre” raccontava Fernando Capecchi, quando gli si chiedeva come aveva iniziato questo lavoro. Perché la sua professione doveva essere quella di vivaista. “Sono figlio di mezzadri”, raccontava Capecchi, “e con i miei genitori vivevo a Ramini, un paesino periferia di Pistoia. Mia madre sperava di vedermi in banca. Così mi iscrissi a ragioneria. Dopo la maturità la Facoltà di economia e commercio. Ma per motivi economici dovetti lasciare e andai a lavorare in un’azienda di vivai, occupandomi delle vendite: sono riuscito a vendere mandorli anche ai cinesi”. La via dello spettacolo però era dietro l’angolo. Era la fina degli anni ’60. “Avvenne tutto per caso”, raccontava, “Cercavamo orchestre da far esibire alla Casa del Popolo di Ramini. Siccome ero l’unico a possedere una Lettera 22 e a saper scrivere a macchina mi diedero l’incarico di prendere contatti con i musicisti. Un giorno arrivò da me un impresario di Bologna: quando se ne andò ero diventato il suo rappresentante per la Toscana”. Per 13 anni Capecchi svolse una doppia vita professionale: la mattina al vivaio, mentre la notte in giro con la Vespa per i locali della Toscana a vendere orchestre. Nel 1974 fondò la Vegastar. “A un certo punto ho detto basta”, afferma, “Era arrivato il momento di fare solo il lavoro di agente. Avevo messo insieme 50 orchestre. Per uscire fuori dalla Toscana però ci volevano artisti. Non potendo permettermi quelli già famosi, decisi di fare come con le piante: prenderle piccole e farle crescere. Entrai in contatto con Gianni Ravera, allora organizzatore del Festival di Sanremo e di Castrocaro, con cui ho collaborato fino alla sua morte. Scoprii giovani come Fiordaliso, Donatella Milani, Stefano Sani, Paolo Vallesi e anche Zucchero, che suonava in un’orchestra e che ho seguito fino al successo di Donne”. Dalla musica alla tv il passo è stato breve. “Per andare in video servono comici e presentatori”, diceva Capecchi, “così andai a cercarmeli in giro: nel 1981 incontrai Carlo Conti, nell’84 Giorgio Panariello e nell’86 Pieraccioni. Li ho fatti crescere in Toscana, poi grazie anche a Vittorio Cecchi Gori, Maurizio Costanzo e Agostinò Saccà, sono riuscito a lanciarli a livello nazionale”. Fra i primi spettacoli organizzati con protagonisti insieme Conti, Pieraccioni e Panariello, uno denominato Fratelli d’Italia nel 1994, che diede al trio, poi protagonista di moltissimi appuntamenti teatrali, una fama molto alta. Poi sono arrivati tanti altri comici, come Massimo Ceccherini e Alessandro Paci, mentre sul fronte televisivo Capecchi è stato il manager di tanti conduttori come Massimiliano Ossini, Sergio Friscia e anche Amadeus per un breve periodo della carriera del noto conduttore. Giorgio Panariello lo aveva anche impersonato in una celebre imitazione, quella quando – al telefono – nell’accomiatarsi diceva “Saluta tutti”. Capecchi aveva poi raccontato la sua incredibile carriera nel libro “Saluta tutti. Vita, talenti, scoperte e avventure di un manager che si è fatto da solo” (scritto con Enrico Salvatori), uscito nel 2018 per Rai Libri.

La notizia della sua scomparsa ha subito destato tanta commozione e ricordi nel mondo dello spettacolo. “Ciao Ferdinando, che gavetta insieme! Quanti chilometri, quante serate, quante delusioni, quante soddisfazioni, quanti “saluta tutti”, con te se ne va un pezzo di vita” ha scritto Carlo Conti sul suo profilo Instagram, mentre Leonardo Pieraccioni ha scritto “Caro Fernando, avevo 17 anni e mi dicevi che avrei potuto fare questo mestiere quando nemmeno io ci credevo. Siamo stati insieme 42 anni, ultimamente ti chiedevo: “oh ma il contratto me lo fai o no? No, sei ancora in prova’. Ciao Capecchi! Ci siamo divertiti”. Con la scomparsa di Fernando Capecchi va via l’ultimo esponente di una generazione di impresari che lavorava gomito a gomito con l’artista e che aveva un rapporto più umano con i promoter locali, che dovevano poi organizzare le date. Una carriera senza rimpianti. “Credo che se fai il lavoro che ti piace”, disse una volta al termine di un’intervista, “non puoi che essere soddisfatto. Mi sono tolto tante soddisfazioni: da Zucchero alla vittoria di Vallesi a Sanremo, fino alla tv con Conti e Panariello, e al cinema con Pieraccioni. Ecco, non volevo che Panariello facesse Sanremo. Mi sono battuto fino alla fine per convincerlo e da lì è nata la nostra rottura”. La redazione di Musicalnews.com si stringe intorno alla famiglia Capecchi, alla Vegastar e al figlio Silvio per la scomparsa del caro Nando.