Cosmonauti Borghesi: tra imperfezione e autenticità verso Sanremo Giovani

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Tra le band selezionate per la nuova edizione di Sanremo Giovani ci sono anche i Cosmonauti Borghesi. Una band giovane ma già capace di farsi notare nel panorama musicale italiano con il suo sound fresco e la sua visione autentica. Composta da Leonardo Rese (voce e tastiere), Alessandro Mastropietro (chitarra) e Marco Cestrone (batteria), la band romana ha conquistato il pubblico con pezzi come “Tutto Inutile” e “Lemon Gin”, e ora si prepara a fare il grande salto appunto con la partecipazione a Sanremo Giovani. La loro nuova traccia, “Aurora Tropicale”, fonde influenze pop, funk, rock e disco, dando voce a un messaggio potente: l’importanza dell’imperfezione e dell’autenticità, in un mondo che spesso ci spinge a conformarci.

Con un sound che cattura l’anima della generazione contemporanea, i Cosmonauti Borghesi non sono solo una band, ma un gruppo di amici legati da ideali e visioni comuni. In questa intervista, scopriremo di più sulla loro musica, sul loro percorso e su cosa significa per loro portare la propria energia esplosiva sulla scena di Sanremo. Pronti a partire per un viaggio che mescola musica e messaggi di libertà, autenticità e coraggio, i Cosmonauti Borghesi ci raccontano come stanno preparando il loro prossimo capitolo. Ne abbiamo parlato con il batterista Marco Cestrone.

“Aurora Tropicale” è un inno all’imperfezione e all’autenticità. Come è nato il concetto dietro questo brano, e in che modo rispecchia le vostre esperienze personali o la visione della band?
Il nostro obiettivo è sempre stato quello della semplicità. Fin da quando abbiamo iniziato a scrivere le nostre prime canzoni, il nostro intento era raccontare le esperienze che viviamo, le cose che ci passano per la testa, e dare un messaggio ai ragazzi. “Aurora Tropicale” nasce in una generazione dove si sente molto il bisogno di seguire certi standard e di stare al passo con i tempi. Se non ci riesci, ti senti imperfetto. Vogliamo dire che, anche quando le cose non vanno come dovrebbero, si può comunque andare avanti, seguire la propria strada e trasmettere il proprio messaggio. Non c’è bisogno di essere perfetti. È un messaggio che vogliamo condividere non solo con i ragazzi della nostra età, ma con tutti.
Il percorso musicale della band ha visto un’evoluzione interessante, dalla vostra uscita con “Tutto Inutile” fino all’album “Felicità di Sale”. In che modo il suono e i temi delle vostre canzoni si sono trasformati negli anni?
Prima di creare il gruppo, ognuno di noi faceva musica individualmente. Abbiamo avuto modo di fare tanta esperienza dal vivo come musicisti singoli, e questo ci ha arricchito molto. I nostri ascolti sono cambiati nel tempo: dal rock degli anni ’70 in poi, amiamo molto i Toto, i Beatles, Michael Jackson e anche il cantautorato italiano come Lucio Battisti e Pino Daniele. Sperimentiamo tanto, anche sul sound. Abbiamo lavorato su una continua evoluzione, consapevoli che c’è sempre tanto da imparare. Le esperienze dal vivo, poi, ci hanno permesso di conoscerci meglio e di crescere come band. La cosa bella è che dal primo momento in cui abbiamo suonato insieme, c’è stata una sorta di alchimia musicale: ci completiamo a vicenda, sia dal punto di vista tecnico che per i gusti musicali.
Sanremo Giovani rappresenta un’importante vetrina per i giovani artisti italiani. Come vi preparate per un palco così prestigioso e cosa sperate di trasmettere al pubblico attraverso “Aurora Tropicale”?
Sarà sicuramente un’esperienza incredibile, la stiamo vivendo con entusiasmo. Da piccoli sognavamo di esibirci su un palco così importante, e ora abbiamo l’opportunità di far sentire il nostro progetto. La cosa che ci dà forza è che abbiamo le idee molto chiare sul percorso che vogliamo fare e sugli obiettivi che vogliamo raggiungere. Sanremo è una grande occasione per metterci in mostra e far capire la nostra visione della musica. È il punto di partenza di un percorso che sappiamo sarà lungo e fatto di tanto lavoro, ma siamo pronti a fare questo passo.
Nel brano, lo accennavamo prima, parlate della pressione di conformarsi ai canoni sociali e del valore dell’imperfezione. Come pensate che la vostra musica possa contribuire a cambiare la percezione di ciò che è “perfetto” nella società di oggi?
Secondo noi, c’è un forte desiderio di cercare qualcosa di autentico. Partiamo dalla semplicità di tre ragazzi di 20 anni che suonano con passione e che mettono la musica al primo posto. Raccontiamo quello che viviamo ogni giorno, le cose che ci caratterizzano. Ogni membro della band riesce a rappresentare qualcosa di diverso, ma insieme riusciamo a raccontare storie che parlano a molti. Dai concerti e dal pubblico che ci segue, vediamo che i nostri pezzi risuonano davvero con chi li ascolta. Alcuni ragazzi ci hanno raccontato che, dopo aver ascoltato le nostre canzoni, hanno avuto il coraggio di essere più se stessi, di mettersi in gioco. Questo è per noi il vero valore della musica: far sentire le persone meno sole, più libere e più autentiche.
Essere una band di amici uniti non solo dalla musica ma anche da ideali comuni è un aspetto importante della vostra identità. Cosa significa per voi essere “autentici” come gruppo?
L’amicizia è il fondamento di tutto. Il nostro progetto è nato in un momento in cui ciascuno di noi suonava in band diverse, ma c’era una grande ammirazione reciproca. Ad esempio, Leonardo e Alessandro suonavano già insieme in un concerto prima che formassimo la band. Una sera sono andato a sentirli È quasi come se fosse stato il destino a farci incontrare. E poi il fatto di passare tanto tempo insieme ci ha aiutato a creare un legame forte, non solo musicale, ma anche umano.
In questo periodo di promozione per Sanremo Giovani c’è spazio anche per il live?
In questo periodo, la nostra concentrazione è tutta sulle prove, sull’outfit e su come perfezionare ogni dettaglio. Ma il live è sempre la nostra priorità. Ricordo che al nostro primo concerto c’erano solo tre persone, ma da lì siamo cresciuti tanto, arrivando a fare anche concerti più importanti. Ora stiamo cercando di muoverci per fare altri concerti, perché la musica dal vivo è davvero la nostra anima.