Francesco Libetta, riconosciuto nel panorama internazionale per il virtuosismo e l’originalità interpretativa, torna con un progetto ambizioso e affascinante: “Chopin selon Chopin”. Il nuovo album, che uscirà con Sony Music il 22 novembre 2024, rappresenta il culmine di una ricerca pluridecennale condotta da Libetta sui pianoforti storici, in particolare quelli ottocenteschi, per rivivere l’autenticità del repertorio di autori come Liszt e, soprattutto, Fryderyk Chopin. Questo album non è un omaggio a Chopin secondo la tradizione accademica o secondo l’estetica di Libetta: è piuttosto un invito a riassaporare l’originalità, l’imprevedibilità e il carattere vivo delle esibizioni del compositore polacco, così come le avrebbero vissute i suoi contemporanei.
“Chopin selon Chopin” evoca il mondo dei salotti romantici in cui Chopin suonava, luoghi intimi e accoglienti, dove la musica si sprigionava con una spontaneità ed effimerità che sfuggivano alla carta. Libetta reinterpreta l’essenza delle sue performance, dove il suono non era confinato alla perfezione delle note scritte ma si muoveva libero, e talvolta incoerente, seguendo l’ispirazione dell’istante. Così, l’album cerca di catturare non tanto l’opera di Chopin come la conosciamo, ma la sua atmosfera, quella che si respirava nelle serate in cui il compositore improvvisava, preludeva e trasformava ogni pezzo in un’esperienza irripetibile.
Il disco è stato registrato quasi di getto, in una singola sessione spontanea, in un’atmosfera di amicizia e creatività. Questo approccio è una dichiarazione di intenti di Libetta: presentare Chopin senza la rigidità della registrazione moderna, ma con il respiro vivo e autentico di una performance dal vivo. L’ascoltatore troverà un paesaggio sonoro in cui il silenzio non è perfetto, ma è immerso nella vita, tra suoni e respiri che arricchiscono la musica stessa, lasciando emergere la “vita” che circonda e rende reale la musica. Ogni brano in “Chopin selon Chopin” è arricchito da preludi e improvvisazioni, elementi che rendono l’ascolto dinamico e unico, perché ispirati dall’estro del momento. Come un moderno jazzista o un musicista progressive, Libetta trasporta l’audience in una dimensione sospesa tra l’Ottocento e l’oggi, ricordando che Chopin stesso spesso improvvisava prima di ogni esecuzione. La scelta dei brani di Libetta non segue uno schema prestabilito, ma si articola come una passeggiata musicale che asseconda il gusto del momento, la voglia e non il dovere. È un progetto che mostra un lato intimo e istintivo dell’artista, e che conferisce a “Chopin selon” Chopin una doppia lettura: da una parte, un’accurata ricerca musicologica che strizza l’occhio agli appassionati più esigenti, e dall’altra, un viaggio nell’effimero, una “madeleine” musicale che parla direttamente alle emozioni. Nel suo viaggio attraverso Chopin, Libetta costruisce un vero e proprio manifesto filosofico, una riflessione sul senso della musica come forma d’arte viva e mutevole. In un’epoca di perfezione digitale, “Chopin selon Chopin” è un invito a riabbracciare l’imperfezione e la transitorietà del bello, ricordando che ogni esecuzione è un dialogo unico e irripetibile. In questo album, il rispetto della filologia musicale si fonde con la libertà interpretativa, dando vita a un’opera che va oltre il tributo per diventare un messaggio universale di amore per la musica.
Francesco Libetta per il New York Times è «Poet-aristocrat with the profile and carriage of a Renaissance prince», mentre per Le Monde de La Musique «l’éritier des Moritz Rosenthal, des Busoni et des Godowsky» e per Corriere della Sera «uno spolvero di signorilità che credevamo perduto negli archivi dell’interpretazione pianistica». D’Avalos gli ha dedicato tutti i suoi pezzi per pianoforte solo e Isotta lo ha definito «il più grande pianista vivente». Ha realizzato integrali pianistiche di Beethoven, Händel, Chopin, Godowsky, Paisiello, Bosso; ha pubblicato registrazioni di Schumann, Liszt, Ligeti, Ravel, Debussy. Le sue registrazioni sono pluripremiate da Diapason, Le Monde de la Musique, Classique, Amadeus fra i tanti. Ha collaborato con direttori come Pappano, Andreae, Mandeal e artisti come Sollima, Caterina Antonacci, Devia, attori come Boni, Laurito, Preziosi, Marchini, danzatori come Carla Fracci e ha fondato il gruppo di ballo Corerofonie. Dopo gli studi di Composizione con Marinuzzi a Roma e Castérède a Parigi, ha scritto musica per teatro, cinema, acusmatica, cameristica, sinfonica, e l’opera L’Assedio di Otranto, messa in scena in Puglia e a Roma e pubblicata in cd. «Libetta compositore è poeta doctus» scrisse Isotta sancendo il profilo di uno degli artisti italiani più stimati nel mondo e versatili, dalla direzione d’orchestra all’attività di saggista musicale, registra d’arte visuale e a sua volta protagonista dei documentari di Monsaingeon e Battiato, già didatta per il Miami Piano Festival e ora a Martina Franca con la Fondazione Grassi. Francesco Libetta è Steinway Artist.