Emma Nolde torna con il suo nuovo album NUOVOSPAZIOTEMPO, terzo lavoro in carriera e primo sotto l’etichetta Carosello Records. Disponibile in digitale e in una speciale edizione in vinile trasparente, il disco rappresenta un nuovo capitolo per la giovane cantautrice toscana, che continua a sorprendere con la sua capacità di esplorare i confini della musica contemporanea e dell’introspezione. Il progetto è arricchito da collaborazioni d’eccezione con Niccolò Fabi, Nayt e Mecna, artisti che, pur provenendo da mondi diversi, condividono con Emma una straordinaria sensibilità nella scelta di parole e messaggi. L’album racconta il presente, sospeso tra dimensioni reali e virtuali, esplorando la complessità delle relazioni, dei legami e della ricerca di sé. Nell’intervista, Emma ci parla delle ispirazioni, delle collaborazioni e del viaggio che l’ha portata a creare questo disco unico.
Nel nuovo album “NUOVOSPAZIOTEMPO” esplori il contrasto tra dimensioni quotidiane e virtuali. Qual è l’elemento della vita moderna che ti ha ispirato di più per questo lavoro?
L’elemento è sicuramente il telefono, insieme al computer, perché ci costringono a vivere in una doppia dimensione, quasi sdoppiati. Nelle nostre giornate la dimensione digitale è diventata così invadente che sembra quasi più forte rispetto a quella reale: siamo sempre al PC o al telefono. Questa doppia dimensione mi ha fatto riflettere su quanto sia difficile semplicemente fermarsi e, per quanto mi riguarda, mi capita spesso di addormentarmi mentre cerco di fare o imparare qualcosa di nuovo. Non riuscire mai a non fare nulla mi ha messo di fronte a un problema che tocca tutti: quel “nuovo spazio-tempo” in cui i giorni si fondono l’uno nell’altro, senza confini chiari.
Molte canzoni dell’album sembrano esplorare la relazione con sé stessi e con gli altri. Come nasce questa introspezione?
Mi sono posta domande come: “Cosa accadrebbe tra me e la persona che amo se riuscissi a fermare la velocità della vita?” o “Come sarebbe incontrare mio padre alla mia età?”. Questi pensieri nascono dall’osservazione di piccole cose e si riflettono in brani come “Sirene”, che racconta della libertà. L’importante, però, è mantenere sempre la lucidità, senza lasciarsi distrarre da questo continuo flusso di informazioni e stimoli che ci circonda.
Come ti senti a metterti a nudo, a esprimere i vuoti che cerchi di riempire?
Mi sento molto fortunata a poterlo fare a tempo pieno. È una cosa che non nascondo, anche se, come in tutti gli amori veri, ci sono momenti di odio. Più ami qualcosa, più ti fa male. Esporre i propri vuoti è doloroso perché significa mostrarsi vulnerabili. Però, siccome chi si mette a nudo non teme l’acqua, se arrivano critiche sono tranquilla. È bello quando ai concerti incontro persone che capiscono ciò che dico, e in quei momenti provo una sensazione che è difficile descrivere.
Il titolo “NUOVOSPAZIOTEMPO” segna un’evoluzione rispetto al tuo album precedente. Cosa rappresenta per te questa scelta?
Questo disco è diverso dal primo e volevo che si percepisse chiaramente. Spero che si avverta una varietà più ampia di colori, una nuova leggerezza che riflette anche un lato scherzoso di me, di solito sono piuttosto ironica. Allo stesso tempo, ci sono brani molto intensi, in cui ho cercato di evitare i limiti che mi ero posta in passato. Ad esempio, prima non mettevo mai la batteria nelle canzoni tristi, ma ora ho scoperto che anche quelle possono avere un ritmo sostenuto, e mi si è aperto un mondo. Spero di arrivare a persone che condividano questa stessa sensibilità.
Hai collaborato con artisti come Niccolò Fabi, Nayt e Mecna, ognuno con stili molto diversi. Come sono nate queste collaborazioni e in che modo hanno influenzato la tua visione creativa?
Con Niccolò Fabi è stato tutto molto naturale: l’ho visto scatenarsi sul mio brano Bellino durante un concerto a Roma, e mi è sembrato felice. Parlando dopo, mi ha proposto di fare qualcosa insieme. È stato un momento incredibile, considerando che lui è stato un faro per me e l’inizio della mia scrittura in italiano. Da lì è nata Punti di vista. La collaborazione con Nayt è nata da un giro di piano: avevamo un’altra idea inizialmente, ma ci siamo innamorati di quel giro e lui ha cantato in modo molto naturale. Mecna è arrivato dopo: ci sembrava perfetto per completare la canzone.
Chi vorresti ascoltasse questo album?
Vorrei che lo ascoltassero le persone che pensano, chi è già fan e anche chi non lo è ancora. Ai concerti mi definisco spesso una “sfigata”, nel senso di qualcuno che si trova dove gli altri non andrebbero. È un po’ il mio modo di interpretare la vita fin da quando ero piccola.
Hai appena completato un lungo tour e ora riparti con il NUOVOSPAZIOTEMPO CLUB TOUR. Quali emozioni e messaggi speri di trasmettere al pubblico?
Stiamo preparando un live in cui è tutto suonato, tranne alcune parti vocali armonizzate, perché non ho coriste e uso la tecnologia per supplire. La band è composta dagli stessi musicisti che hanno inciso il disco e lo spettacolo ha una struttura quasi teatrale. Ci sono momenti più intensi e altri più leggeri: con questo disco posso approfondire ogni capitolo.
Il programma internazionale GLOW di Spotify ti ha portato in evidenza a livello globale. Cosa significa per te rappresentare la scena musicale italiana in un contesto così ampio?
Sono rimasta stupita e molto contenta di questa opportunità. Mi piace l’idea di mostrarmi per come sono, anche nel mio orientamento sessuale, senza che diventi un’etichetta, ma una mia caratteristica. Non l’ho mai messo davanti alla musica, però ritengo giusto dichiararsi per arrivare anche a chi è fuori dalla propria bolla. Avere Spotify GLOW come portavoce è stato importante, perché mi ha dato l’occasione di parlare a nuove persone.