Ogni tanto fa bene puntare il nostro focus su questa grande band, giunta a fare la rivoluzione al momento giusto: perché il punk questo è stato, assumendo il ruolo di ultimo colpo di coda della grande galassia rock. E questo si percepisce dalla lettura di questo libro, scritto da un vero musicista che si è formato proprio nel periodo post lamette sulla faccia: il lavoro fatto da Tony Face (nome d’arte di Antonio Bacciocchi) è da certosino con il saio, ma sotto spunta la maglietta con la Regina Elisabetta II immortalata nella celebre copertina del singolo dei Sex Pistols. Lo si intuisce in alcuni momenti salienti del libro, come nella sezione I PROTAGONISTI: oltre ai musicisti, una scheda è anche dedicata a Malcom McLaren, Vivienne Westwood ed il Bromley Contingent, in cui militavano Siouxsie Sioux, Steve Strange, Billy Idol e molti altri agitatori del mondo punk, passando dagli stilisti ai gestori di locali. Nel libro dell’attiva Diarkos, una buona rassegna stampa, ha il potere di riportarci a quei giorni: prendiamo ad esempio la dichiarazione ..Gravitavamo verso le discoteche gay, perché erano molto più tolleranti nei confronti dei giovani come noi, così diversi.. parole di Billy Idol che hanno rafforzato il suo ruolo da eyes without a face in tutto il mondo rock! L’altra sezione topica è quella dedicata alla stampa dell’epoca e di come si è interessata al punk: alcune interviste sono strabilianti, partendo da quella su Ciao 2001 a Johnny Rotten e Sid Vicious. Rimarrai stupito da alcune perle che spuntano da pagina 205 in poi: come fai a non amare il candore di Fedez quando dichiara ..Vado a memoria, ma i Pistols (oltre a non esistere praticamente come band) hanno fatto non più di dieci concerti in totale. Eppure li conoscono tutti! Il libro è fortemente consigliato ai nostalgici, ma anche alla nuova generazione per capire la storia del costume dello scorso secolo: prima di leggerlo, vi consiglio il box Sex Pistols 76/77: pubblicato nel 2021, il cofanetto contiene più di 80 alternate version di tracce incise tra il Maggio 1976 e il Settembre 1977, brani in embrione che avrebbero poi preso forma definitiva nel leggendario album Never Mind The Bollocks. Il boxset di 4 CD include inoltre 8 versioni inedite e 30 tracce disponibili per la prima volta digitalmente.
A conti fatti, forse il rock’n’roll è stato veramente una grande truffa. Chi lo ha sempre sostenuto sono i Sex Pistols, iconoclasta band del “famigerato” Settantasette inglese. Nonostante la vita (musicale) brevissima, i Pistols sono riusciti a stravolgere e riscrivere l’intera storia del rock. L’immagine e la narrazione hanno sempre prevalso sui contenuti musicali dei quattro ribelli inglesi, ma non per pochezza artistica: la loro musica è invece onesta, diretta, urgente, insieme al dichiarato intento di mostrarsi mediocri e improvvisati, ma con paradossale competenza e gusto per la ricerca. John “Rotten” Lydon, cantante e leader del gruppo, ha saputo perfino fare di meglio, grazie alla successiva e sofisticata incarnazione nei Public Image Ltd. Sid Vicious, bassista, non ne ha avuto il tempo, morendo a ventitré anni nella personificazione tristemente perfetta del “bruciare in fretta è meglio che spegnersi lentamente”. Amati o odiati, i Sex Pistols rimangono un pilastro essenziale nella storia del rock, artefici del punk inteso come moda e movimento culturale