Era già successo circa un decennio fa che Warner e Sony pubblicassero contemporaneamente in cd l’intero catalogo dell’artista bergamasco. Di recente la Warner ha ristampato Urlo in vinile magenta; la Sony Primo Secondo & Frutta (IVAn compreso) in vinile splatter giallo-blu e si è aggiunta la Saifam che ha ristampato il memorabile lp Bandiera Gialla in vinile giallo per la gioia dei collezionisti.
Nonostante Cattaneo sia da tempo assente dal mercato con inediti e album propri, spesso l’industria e appassionati ricordano le sue gesta musicali e sociali fra gli anni ’70 e ’80 in una Italia decisamente primordiale e ostile al nuovo. Sono una decina gli album che lo raccontano musicalmente, escludendo collaborazioni, compilations varie e due dischi tributo a lui dedicati. In essi e soprattutto fino all’86, Cattaneo è stato fra i nomi più importanti della scena musicale italiana anche perché aveva conquistato una fetta di mercato nel quale si mescolava il pubblico di elìte e quello di massa, amante del pop. Come spesso racconta ironicamente, la sua figura artistica era nata negli anni ’70 come cantautore ma aveva conquistato le vendite negli anni ’80 con brani rivisitati degli anni ’60 attraversando come sempre stralci di tempo da puro impavido.
La Warner Music lo scorso 28 giugno ha dato alle ristampe l’album Urlo, arrangiato da Tony Mimms, prodotto da Nanni Ricordi ed il primo realizzato nel 1980 per la CGD della famiglia Sugar e che contiene la perla Polisex, il concetto di fluidità di genere ante-litteram. Ma Urlo, che vede al timone musicisti quali Walter Calloni alla batteria; Dino D’Autorio e Pier Michelatti al basso; Stefano Centofanti alle tastiere; Giorgio Coccilovo, Carlo Pennisi e Sergio Farina alle chitarre, Claudio Pascoli al sax e Maurizio Preti alle percussioni; contiene anche pezzi futuristici come Neonda e W la guerra, stereotipi italioti e non in Kiss me I’m italian, Pupa e Cha Cha Che Guevara, l’amore omosessuale dai tempi degli dei in Extramore e gli isterismi della società moderna in Messaggio cifrato e Clinica Paradiso. I comunicati dell’epoca e la critica definirono questo disco il primo urlo del rock italiano. Per Ivan, era musica dinamica, in libero movimento di note e di pensiero.
Il coraggioso Ivan aveva comunque anticipato queste tematiche sin dai primi album e la Sony, lo scorso 19 luglio ha ristampato Primo secondo & Frutta (IVAn compreso) edito dall’etichetta Ultima Spiaggia/RCA nel 1977 con cui l’artista anticipava, senza necessariamente saperlo, il concetto di multimedialità abbinando al disco, un libro, una mostra d’arte e oggetti e profumi in modo da coinvolgere lo spettatore in tutti i cinque sensi umani e definendo il tutto TUVOG ART. Un concept decisamente rivoluzionario e unico, fatto di prog, rock, folk e fiati e un cameo della compianta Milva nel brano di apertura La segretaria ha colpito ancora. L’album, prodotto da Nanni Ricordi, vedeva l’esordio agli arrangiamenti di Roberto Colombo e musicisti di spicco della scena jazz milanese quali, fra gli altri, Stefano Cerri e Mino Fabiano al basso; il batterista Flaviano Cuffari (in seguito anche nell’album Vietato ai minori del 1986) e Claudio Pascoli al sax, poi anche in Urlo. Da non dimenticare che nell’album successivo SuperIvan, avrebbe suonato la PFM al completo.
La Saifam, da tempo specializzata in ristampe di vinili degni di riscoperta, non è rimasta a guardare e su licenza Warner, che nel 1990 acquisì l’intero catalogo della CGD, ha ristampato Bandiera Gialla del 1983, il secondo album che Cattaneo dedicò ai sixties dopo il clamoroso successo, due anni prima, di Duemila60 Italian Graffiati in cui veniva rivisitato lo scanzonato periodo ye-ye della musica italiana. Bandiera Gialla è un album raffinato che raccoglie il meglio del beat italiano con gli arrangiamenti di Roberto Cacciapaglia, la collaborazione agli stessi del compianto Stefano Previsti alle tastiere, Francesco Nizza alla batteria, Leandro Gaetano alla programmazione fairlight, Michelatti al basso, e pone Cattaneo in cattedra sul concetto di cosa dovrebbe essere una cover e perché ha fatto breccia nel cuore del pubblico. I brani di questo disco si imprimeranno per sempre nella memoria, rafforzando gli originali e tuttora amati dal pubblico (Bang bang, La bambola, Io ho in mente te, Ho difeso il mio amore, Sono bugiardo, Sognando la Califonia etc.)
Ivan Cattaneo nella musica e in ogni forma d’arte in cui si è cimentato (è da tempo un affermato pittore) ha rappresentato il valore dell’unicità e non necessariamente della diversità seppur continuamente ostentata. Il suo essere unico lo ha reso inimitabile, originale sempre, gli ha fatto pagare dei prezzi altissimi in notorietà e facilità nel lavoro ma, col senno di poi, bisogna ancor più riconoscergli questo pionierismo nella ricerca della non banalità e del nuovo a tutti i costi.
Nel frattempo il mercato discografico,ormai in agonia perenne, vive di visualizzazioni e ascolti, confondendo i gusti in un calderone di stili e tendenze a suo tempo inavvicinabili. Il supporto non è più un oggetto da ostentare: la musica è liquida, viaggia sola e aggrega soltanto nei concerti, spesso per il gusto di esserci. Rimane l’effetto nostalgia e l’amore per un oggetto di culto rappresentato dal disco in vinile che conteneva la musica e le canzoni che raccontavano la vita e il mondo, l’immaginario e il reale e che oggi occupa spazi silenziosi sugli scaffali di collezionisti fedeli e attenti alle prossime evoluzioni di un mondo discografico sempre più in crisi di sopravvivenza.