Il rock perde un grande produttore italiano: David Lenci di Senigallia

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Red House Recordings sono stati il luogo dove decine e decine di artisti hanno fatto nascere i loro dischi: Steve Albini qui ha prodotto Stella (degli Uzeda) e mi piace ricordare Good 1, un fulminante album rock nato dalla mente degli Alix! Ma di nomi se ne potrebbero fare mille (citando anche i Three Second Kiss), così come elencare almeno un paio di centinaia di album dove compare il nome di David Lenci. Il suo signature elencava quello che lui era: Recording Engineer, Mixing Engineer, Artistic Producer, Front Of House Engineer.. ma ovviamente non raccontava la stima che si era conquistato con tanta passione. La sua fama aveva superato I confini italiani, basti pensare alla collaborazione con i June Of 44 e soprattutto con il chitarrista Sean Meadows, con cui aveva fondato la Red House Blues Revue: quella proficua relationship, portò all’uscita di due album (tra il 2002 e il 2004), rispettivamente intitolati Red House Blues (anche con i Laundrette) e Essential Ordinary Revolutions. Dopo questa esperienza, è nato il combo David Lenci & The Starmakers, spacciatore di un blues psichedelico che ancora adesso mi emoziona.

Tra i tanti dischi, mi piace ricordare quello per i Tito And Thee Brainsuckers: registrano da David Lenci, arrivando a coinvolgere Leighton Koizumi dei Morlocks e queste situazioni artistiche, erano quelle che gli mettevano i brividi, appena apriva il suo studio…