Sherlock è snob, altezzoso, presuntuoso, intuitivo, ingenuo: la stagione 2024/25 dello storico teatro fiorentino si apre con questa novità, affidata al 58enne marchigiano Neri Marcorè, onnivoro interprete di differenti atmosfere, passando da Giorgio Gaber a Lorenzo Santangelo, da Francesco Guccini ad uno dei numerosi film in cui è comparso. Quello a cui abbiamo assistito è il suo esordio nel mondo del musical e l’affetto del pubblico gli ha permesso di offrire una signora interpretazione: questo nonostante alcuni inciampi tecnici che capitano sempre alla prima di un tour e che anche al Teatro Verdi sono avvenuti. Ma il suono pastoso del primo quadro, un lampione che cade in scena ed un leggero scontro tra le quinte, non hanno rovinato uno spettacolo che si gode a 360 gradi, complice anche la sinergia tra tutti i comparenti del musical. Una volta eliminato l’impossibile, ciò che resta, per quanto improbabile, deve essere la verità .. questa una frase tipica del personaggio letterario ideato da Arthur Conan Doyle e Neri Marcorè l’ha fatta propria, dandogli colore con il suo tipico vocione. L’altra sua abilità è stata quella di calarsi nel personaggio in modo garbato, così da farci comprendere come applichi il metodo scientifico alle investigazioni criminali, osservando la realtà circostante e raccogliendo le prove e indizi per poi fare delle deduzioni.
Baker Street è una delle mie canzoni preferite, nella quale Gerry Rafferty fa venire i brividi quando descrive questa strada ed ogni momento topico è enfatizzato dal sax di Raphael Ravenscroft: al 221b di questa strada londinese ha la sua casa Sherlock Holmes e nel musical è ben descritta, soprattutto quando Watson ci dice cosa può essere toccato e cosa è meglio non spostare, anche perché la padrona di casa è a conoscenza delle manie di Sherlock Holmes. Gli attori del musical in questi ruoli sono perfetti caratteristi e quindi lode alla bravura di Paolo Giangrasso e Barbara Corradini. Cosa dire di Francesca Ciavaglia nei panni di Molly O’Neill? La sua voce squillante sembra tratta da altri famosi musical (in primis La Sirenetta), così come Giuseppe Verzicco interpreta l’ispettore Lestrade con una bravura da guitto, facendoti provare tenerezza per questo sciatto burocrate che dovrebbe invece essere una colonna di Scotland Yard.
Positivo dunque per il Teatro Verdi il debutto di stagione affidato a Neri Marcorè, nei panni del più celebre detective di tutti i tempi che molti hanno cominciato a scoprire dalla visione della serie Elementary. Per Marcorè è il debutto nel mondo del musical, accompagnato da un cast di oltre venti performers. Ricco di colpi di scena, misteri ed enigmi, il musical è ambientato nella Londra vittoriana, con le sue ingiustizie, i suoi vicoli fumosi e le tensioni sociali che fanno da sfondo a questo avvincente scontro tra bene e male. Tra amicizia, amori e pericoli, al 221b di Baker Street si decideranno le sorti dell’intera Inghilterra. Tutto ha inizio il 17 Giugno 1897, a soli cinque giorni dai festeggiamenti del sessantesimo anno del regno della Regina Vittoria… In questo spettacolo veramente si miscelano umorismo e azione; i costumi evocano bene l’epoca vittoriana con grande attenzione ai dettagli. Un elogio alle coreografie, dinamiche e travolgenti: ci hanno coinvolto sia visivamente che emotivamente.
A fine spettacolo, sul palco Marcorè ha chiamato tutti i numerosi collaboratori che sono stati sommersi dagli applausi e che quindi ben volentieri citerò: regia di Andrea Cecchi, testi di Andrea Cecchi, Alessio Fusi e Enrico Solito, musiche scritte da Andrea Sardi, testi di Alessio Fusi. La produzione del musical è della Ad Astra Entertainment e della Compagnia delle Formiche, mentre l’organizzatore é l’Antico Teatro Pagliano.