Robert Plant in concerto è ancora un’emozione forte!
Vedere una leggenda sul palco non capita spesso, ma ieri sera, al Teatro Clerici di Brescia (ex Gran Teatro Morato), eravamo davvero al cospetto di una leggenda: Robert Plant, la voce dei Led Zeppelin, gli inventori dell’hard rock, un autentico dio del rock da oltre mezzo secolo, che da tempo ha smesso i panni del frontman statuario, per cercare nuove strade, esplorare nuovi sentieri artistici.
Sinceramente, pur avendo visto/ascoltato qualche video su YouTube, non sapevo bene cosa aspettarmi da questa serata, il nuovo progetto a nome Saving Grace feat. Suzi Dian, con cui Plant gira il mondo da qualche tempo, non ha una base discografica, come ha detto lo stesso cantante “è musica ispirata dai paesaggi del Galles, canzoni che mostrano i diversi gusti e le mie influenze, specialmente la passione per il folk, gli spiritual e il blues”.
Atmosfera quindi intima e rilassata, anche se non sono mancati bei passaggi strumentali, con una band spettacolare, formata da Suzi Dian (cantante e fisarmonica) a cui Plant generosamente ha concesso molto spazio, sia nei duetti che come solista, il bravissimo batterista Oli Jefferson, Tony Kelsey (mandolino, chitarra acustica) e Matt Worley (banjo, chitarra acustica e bravissimo cantante).
Lo spettacolo procede pacatamente, la leggenda del rock, capelli ricci ancora vici e sciolti, è sereno, divertito, si muove lentamente, improvvisa balletti, ma ha un tale carisma che qualsiasi gesto si tramuta in un applauso del pubblico, che viene coinvolto in ogni situazione. Il repertorio, che si muove tra classici folk, riletture di ballate tradizionali, ma anche una stupenda versione di “It’s A Beautiful Day Today” dei Moby Grape che Plant introduce chiedendoci se per noi questo è un giorno bello, scatenando un boato. Naturalmente gli applausi più sentiti ed emozionati arrivano per alcune rare riletture di pezzi dei Led Zeppelin e nella versione di “The Rain Song” (da “Houses Of The Holy” del 1973), illuminato da un arrangiamento meraviglioso di fisarmonica, la lacrimuccia è scesa irrefrenabile e i brividi mi hanno invaso il corpo. Molto bella anche la versione di “Everybody’s song” dei Low, band americana attiva nel campo dell’indie rock sin dagli anni Novanta, di cui Plant si è innamorato qualche tempo fa.
La voce del dio del rock è ancora solida, intensa, fa quello che deve fare con esperienza, ma anche emozione. Alla fine del concerto, novanta minuti scarsi di magia, c’erano tanti occhi lucidi e tanta voglia di stare ancora insieme.
Una serata bellissima che si è chiusa con un simpatico aneddoto. La mia vicina di posto era una ragazza bionda che aveva problemi di tosse e le ho quindi passato, senza dire nulla, una caramella al miele. Ha apprezzato e mi ha ringraziato con un pollice alto. Alla fine del concerto le ho chiesto cosa ci facesse una ragazza così giovane al concerto di Plant. In un italiano perfetto, con leggero accento straniero mi dice: “Non lo conoscevo, oggi l’ho incontrato girando a Brescia e mi ha fermato per invitarmi al concerto, sono inglese e sono qui in Italia per lavoro”. Saluti con sorriso e si torna a casa felici. Giusto il tempo di fare una foto con la bravissima artista bresciana Strea che, lei si, conosce e ama Robert Plant.
In un modo che abusa delle parole epico, mito, capolavoro, la certezza è che questa sera, nonostante Robert Plant abbia indossato i panni di un semplice intrattenitore, facendo di tutto per per smentirci, la realtà è che siamo stati davvero davvero al cospetto di una leggenda!!
Scaletta concerto:
The Cuckoo ([traditional)
Let the Four Winds Blow (Robert Plant and the Strange Sensation)
Friends (Led Zeppelin)
Move Along Train (Levon Helm)
Orphan Girl (Gillian Welch cover)
Win My Train Fare Home (If I Ever Get Lucky) (Robert Plant)
Everybody’s Song (Low cover)
The Rain Song (Led Zeppelin)
It’s a Beautiful Day Today (Moby Grape cover)
As I Roved Out (traditional)
For the Turnstiles (Neil Young cover)
House of Cards (Richard & Linda Thompson cover)
Four Sticks (Led Zeppelin)
Bis:
Gallows Pole (Led Zeppelin)
And We Bid You Goodnight (traditional)
(Foto di Robert Fontana)