Ho deciso di smettere con gli acidi, dopo aver parlato con un cavallo per un’ora… la frase pronunciata da Ozzy Osbourne è una di quella che enfatizza alcune pagine di questo bel libro. Ho incontrato Luca Hank Garrò il 16 Dicembre 2016, quando all’Hard Rock Cafe di Firenze ho presentato l’evento sul libro Atlante Rock (di Ezio Guaitamacchi) e parlato del suo libro dedicato a Freddie Mercury: complici anche i comuni amici dei Killer Queen, la serata è ben riuscita e ne abbiamo tratto anche uno special televisivo per l’emittente Teleregione Toscana. Come approcciarsi a questo suo nuovo libro? Direi con lo spirito curioso di chi vive di rock, sa molte storie, qualche fake news e diverse leggende metropolitane: non vi aspettate da I folli del rock rivelazioni eclatanti o risposte filosofiche alle vostre legittime curiosità, perchè Garrò tratta i singoli artisti in modo giornalistico, perchè a parlare sono le vicende di cui sono stati protagonisti. O meglio è il loro modus vivendi a farceli simpaticamente etichettare folli e l’autore è abile nel dare lo stesso splendore a chi è arrivato ad una vita sregolata per motivi chimici (o alcolici), ma anche chi è in ogni istante artista e quindi fuori dalla righe e dai comportamenti corretti che tanto piacciono ai benpensanti. Fortunatamente non cade nell’errore di parlare solo di chi ha lasciato questa valle di lacrime, sennò quello per l’attiva Diarkos sarebbe stato l’ennesimo libro sulle rockstar morte, magari nello stesso anno o alla stessa età anagrafica.
Una impostazione da certosino, ha portato Luca Hank Garrò a trovare tante dichiarazioni fatte dagli artisti trattati, ma ha trovato anche diverse interviste in cui operatori del settore parlato tranquillamente della patologia che sta alla base della vita musicale di personaggi celebri. Un esempio lampante è la fissazione che ha Roger Waters per il tempo passato, inclinazione compositiva che gli ha fatto produrre quel capolavoro del 1979 che è The Wall, realizzato quando ancora era nei Pink Floyd. Lo scrittore rilancia due frasi attribuite a Bob Ezrin (celebre produttore discografico che ha plasmato capolavori di Lou Reed, Alice Cooper, Deep Purple, Kiss) e Richard Wright. Il primo su Rogers Waters ha dichiarato..In realtà odio la parola artista, ma devo ammettere che Roger è un grande artista, così come un ossessivo totale è il sogno di ogni psichiatra… Il tastierista che ha creato con lui i Pink Floyd una volta invece disse ..Oh no..non si tratterà di nuovo di guerra, di sua madre e di suo padre… verò? Ed ovviamente l’affermazione gli era sgorgata sincera, dopo aver saputo che Waters aveva pubblicato un disco nuovo. Nelle oltre 250 pagine del libro, sono ben venti le rockstar analizzate e (come già detto) nella stragrande maggioranza è la droga la causa del loro atteggiamento strano: pochi sono quelli che sono folli perchè patologicamente si trovano con questi geni fuori dai loro siti logici. Considerando che ovviamente molti ci marciano, tra quelli pazzi e guasconi mi sarebbe piaciuto leggere la riflessione di Luca Hank Garrò su Keith Moon e Johnny Rotten, realmente folli e sui quali i miei amici psichiatri avrebbero molto da dire, con buona pace di Franco Basaglia e della sua rivoluzione che ha fatto chiudere i manicomi in Italia. Il libro di Luca Garrò ha una bella prefazione di Gianni Maroccolo e parla delle follie di Amy Winehouse, Axl Rose, Brian Wilson, Courtney Love, David Bowie, Dolores o’Riordan, Gg Allin, Ian Curtis, Iggy Pop, Joey Ramone, Kurt Cobain, Lou Reed, Michael Hutchence, Michael Jackson, Mike Patton, Nick Cave, Ozzy Osbourne, Roger Waters, Sinead o’Connor, Syd bBrrett.