L’intervista prevede in sottofondo Ma Che Colpa Abbiamo Noi, con il vocione di Shel Shapiro. L’ho cercata, perchè nel pomeriggio di Sabato 23 Novembre allo Spazio Nota di Firenze, ci saranno sei relatori per festeggiare il decennale di questo convegno in cui si discute di sincronicità (da Jung a Sting), di terapia del dolore e dell’uomo al centro anche delle indagini mediche e riflessioni religiose.
Cara avvocatessa, credo che l’amore per l’Abruzzo aquilano sia uno degli elementi che ci unisce… L’Abruzzo lo amo molto, è una regione straordinaria dal punto di vista naturalistico e monumentale. I suoi borghi con splendide chiese medievali sono musei e le catene montuose del Gran Sasso e della Majella sono i guardiani di una terra cosparsa di castelli per di più diroccati che si guardano l’un altro, di una bella costa sabbiosa e di colline lussureggiati. Non mancano i laghi con la loro atmosfera delicata, dolcemente malinconica. Poi l’area aquilana ai piedi del Gran Sasso, la valle dell’Aterno circondata di monti, è bellissima in ogni stagione, ora riempiendosi di mandorli in fiore, ora immersa in un mare di nebbia che svapora all’alzarsi del sole, ora imbiancata da un manto di neve.
Il 23 Novembre ci ritroveremo allo Spazio Nota di Firenze, luogo che (con la collaborazione dell’Accademia Fiorentina delle Arti e dei Mestieri) rinasce con nuova linfa: il dottor Paolo Scarsella (tra l’altro di origini abruzzesi) ha infatti in programma l’ottava edizione del convegno Sincronicamente … Ringrazio il dottor Paolo Scarsella per avermi invitata. Partecipai alla precedente edizione in cui si parlava di Sincronicità e le sincronicità hanno avuto un ruolo fondamentale nella mia vita trasformandomi in scrittrice come a rispondere ad un richiamo, ad una missione che mi era stata richiesta. Trovai quel convegno di alto livello e sono curiosa di arricchire le mie conoscenze ascoltando gli altri relatori.
Maria Grazia da ragazza quale musica ascoltava? Quali invece gli artisti che ora Maria Grazia trova più interessanti? Da ragazzina amavo i Rokes in particolare, i Beatles come tutti i miei coetanei, Bobby Solo e Gianni Morandi. Poi un po’ più in là De Andrè, Battisti, I Giganti … Ora vado più sulla musica classica e sono una frequentatrice dell’Istituzione sinfonica abruzzese. Per gli aquilani musica e teatro sono vitali.
Ritorniamo al convegno del 23 Novembre: il suo intervento si intitola L’8 e l’Infinito: un Enigma tra Scienza e Filosofia .. Il titolo me lo ha proposto Scarsella e mi ha stimolato perché l’8 è ripetutamente presente nella Basilica di S. Maria di Collemaggio e nei miei libri, come l’ottava musicale ordinatrice del creato secondo Pitagora. Non solo l’ho rivenuta nella basilica che mi si è letteralmente svelata, ma anche nella mia più grande intuizione, il Quadrato magico del Sator, un simbolo il cui mistero ha attraversato millenni. L’8 è un ponte sull’infinito e pur presente nei vari contesti religiosi di cui parlerò, è universale e parlerei più di spiritualità che di religione in senso stretto.
Simbolicamente l’8 è anche associato alla capacità di superare le sfide e raggiungere l’equilibrio attraverso la resilienza e la trasformazione: come tutto questo (stando alla sua esperienza) è presente nella vita quotidiana? L’8 ha tanti significati, abbondanza, resilienza, ma soprattutto trasformazione di stato, salto quantico. Sì, resilienza e trasformazione sono fondamentali nella vita che ci mette a prova- penso alla capacità di superare il dramma del terremoto e di adattarsi a situazioni del tutto nuove- e richiede di avere il coraggio di accettare questo periodo storico in cui la trasformazione è palpabile. L’impermanenza è l’unica legge stabile della creazione e non accettare il cambiamento può fare anche ammalare. Comunque l’aspetto che più mi interessa è il significato che scaturisce dall’Ottava: l’ottava nota che ripete la prima ad un livello superiore. E’ un salto, un cambiamento di stato.