Lunedì 7 Ottobre siamo ad Itaca con Giancarlo Passarella ed Alessandro Michelucci che intervistano il famoso musicista, autore di un libro (edito da Volontè&Co.) intitolato Breviario del Produttore Artistico. La residenza artistica di Paolo Ciampi (titolare anche della casa editrice I libri di Mompracem) è un gioiello di accoglienza, immersa in tanto verde in quella via di S.Domenico che da Firenze si inerpica per arrivare all’etrusca Fiesole: un quasi sold out soddisfa tutti ed è un qualcosa che in questi tempi comincia a diventare qualcosa che non è affatto scontato! Il firmacopie ed i selfie finali, sono la classica ciliegina sulla torta per una serata coinvolgente nella sua semplicità..!
Partirò con questa recensione dall’analizzare il pubblico presente: anagraficamente andavamo dai 24 ai 72 anni, ulteriore dimostrazione della bontà del lavoro svolto da Rustici, sia come produttore, ma anche come sperimentatore e semplice session man. Diversi i chitarristi, altrettanti gli uomini che lavorano in studio (ed uno veniva apposta da Livorno), a cui aggiungiamo anche chi ama la cultura musicale nella sua interezza.
La serata parte puntuale con i saluti fatti dal padrone di casa: palpabile la soddisfazione di Paolo Ciampi nel fare vedere cosa è Itaca e perchè è una residenza artistica, come dimostra il fatto che Rustici ha dormito nelle stanze della villa. La parole poi passa ad Alessandro Michelucci, abile nel descrivere il contesto culturale (e storico) in cui la storia personale di Corrado Rustici si è corroborata: il musicista risponde con passione e poi chiede scusa per esser stato prolisso, ma la cosa piace a tutti noi e la chiusura alle 20 coglie tutti di sorpresa. Indubbiamente si poteva andare avanti per tutta la serata, magari aiutati da una chitarra che spuntava all’improvviso! Il canovaccio della serata rimane fisso e quindi con una domanda di Michelucci, la risposta di Rustici e poi una domanda del nostro Giancarlo Passarella, ovviamente di taglio diverso: sono tutte occasioni per Corrado Rustici non solo di rflettere sul suo passato, ma anche per guardare al futuro! Ero logico aspettarsi tanti episodi lavorativi sulle sue collaborazioni (da Narada Michael Walden a Ligabue, da Aretha Franklin a Zucchero), ma quello che ci ha realmente (e piacevolmente spiazzati) è stato sia l’aver sottolineato l’aspetto estremamente culturale della musica, ma anche di come i tempi siano cambiati in peggio per chi ha la pazzia di fare qualcosa di veramente innovativo, sperimentale e transnazionale / transmoderno. Passarella insiste su questo tasto e chiede a Rustici quali discografici italiani salva e lui risponde .. Gli unici che avevano un ruolo dirigenziale, ma capivano di musica anche nella fase compositiva, sono pochi e citerei Michele Muti, Bruno Tibaldi e Stefano Senardi..
Rita Farouz (la cantante persiano/israeliana) con cui lui ha lavorato per l’album Time for Peace, è una perla tirata fuori da Giancarlo Passarella, così come il fatto che sarà Lino Vairetti ad intervistarlo nella tappa napoletana (di questo tour per presentare il libro Breviario del Produttore Artistico), chiudendo così un cerchio sincronico che ci riporta alla sua gioventù ed a quella bella scuola creativa che è stato il Naples’ Power, partendo ovviamente dagli eterni Osanna.