Master of Persia, la fierezza del popolo persiano

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Questo è il terzo gruppo iraniano che intervisto dopo Arsames e Connate Exsasperation. Il gruppo si forma nel 2005 a Mashad (Iran) per poi cambiare location nel corso degli anni. La formazione attuale è la seguente:

Iron Bass (Basso)
Ater – Amirhosein AvazNiya (Batteria)
Rezman Guitars (Chitarra)
Meraj – canto (clean, harsh)
Anahid – canto (guttural)

I nostri Master of Persia ci offrono un sound dove l’Heavy Metal occidentale incontra il sound del Medio Oriente e della Persia, per l’appunto. La loro musica è per contrastare il potere delle Ayatollah e in generale della religione scita. Ecco perché sono espatriati a l’estero ed attualmente dimorano in Turchia. Fino ad allora hanno realizzato un solo album risalente al 2011 intitolato “Iran, Older than History” dove si evince il loro interesse forte riguardo la storia del loro paese. Infine interessanti alcuni documenti prodotti da importanti reti televisivi con al centro la figura della cantante Anahid dove si cerca di tracciare le vita di una Heavy Metal band in quei territori. Ora lasciamo il posto all’intervista ad Anahid. Chi sono i Master of Persia? “I Master of Persia sono una band fondata nel 2005 a Mashhad in Iran. Il fondatore è Meraj M.O.P.” Perché avete scelto questo nome? “Il nome si ricollega all’ideologia dei Maestri della Persia come famosi poeti, filosofi…” Penso che la storia della vostra patria sia molto importante per il vostro concetto musicale… “Meraj aveva molti amici e buona parte di essi amici e i primi membri della band erano suoi amici. Iniziammo con il fare cover di band più famose e le prove erano un momento di distrazione e di divertimento. Abbiamo fatto tutto underground visto che l’Heavy Metal è illegale in Iran. Noi metallari siamo schedati come satanisti e tutto questo era pericoloso. Nel 2008 la cosa divenne ancora più pericolosa in quanto arrivo la nostra cantante donna Anaid in quanto c’era una donna e si era aperto un profilo Facebook in modo che i fans ci potessero seguire. Ci fu un periodo in cui dei vicini vennero a parlarci per dirci che ci avevano visto e che eravamo di Mashhad. Eravamo famosi, ma questo comportava un bel pericolo. Lo sapemmo allora.” La band è stata fondata nel 2005, cosa è successo dopo? “Mentre stavamo registrando in un famoso studio di registrazione la polizia distrusse tutto quello che c’era. Anche i file dove erano contenuti i nostri brani. Cosicché registrammmo più tardi e cancellammo tutto il materiale delle prove per essere normali. Al che venne a parlarci un nostro amico che lavorava nei servizi segreti e che era alunno di Meraj per dirci di lasciare immediatamente il paese. Questo perché avevamo partecipzto a un meeting che una nota autorità religiose affermò che facemmo venire dei metalhead nella città santa di Mashhad e luogo di sepoltura dell’ottavo Iman scita. Così decidemmo di abbandonare il paese.” La vostra musica è un peana contro il potere degli Yatollah? “Nel nostro paese è dura di lavorare nel campo musicale e lo è di più ancora se sei una donna. E questa è una battaglia per liberare…” E’ una scommessa di libertà? “Secondo noi è un modo per cambiare definitivamente le cose politiche con la musica come la fine della guerra.” Per certi versi siete paladini per la totale liberazione del vostro paese. “Noi vogliamo essere la voce del nostro popolo e ricordare alle nuove generazioni chi si divertiva grazie ai social” Per finire l’intervista? “Noi siamo allo stesso tempo i fondatori del primo festival rock and metal e in questo momento stiamo lavorando ad ogni singolo brano e cercare di organizzare concerti.”

Per saperne di più: https://www.facebook.com/MasterOfPersia