L’attacco dei giganti: tra Sawano e Maneskin

Tempo di Lettura: 2 minuti

La colonna sonora dell’anime “L’attacco dei giganti” è curata da Hiroyuki Sawano. Ultimamente l’autore del manga, Hajime Isayama, ha immortalato il gruppo rock italiano Maneskin con le fattezze dei giganti della televisione.

Anche alle ultime Olimpiadi di Parigi diversi atleti hanno omaggiato questo anime, mimando le pose plastiche dei protagonisti. Le musiche accompagnano gli assalti dei nostri eroi per difendere la città dai titanici predatori con innesti Epic Metal alternati a melodie sinfoniche. Notevole la sigla della quarta serie (curata questa volta da Kohta Yamamoto) che potrebbe essere un piccolo video musicale dato che ricorda proprio “Do the evolution” dei Pearl Jam, girato proprio tramite un cartone animato. Le scene di guerriglia ricordano il capolavoro di Paul Verhoven: “Fanteria dello spazio” immortalate dalle note possenti di Basil Polidorius, sia per la crudezza delle immagini che per le scene cariche di dinamismo cinematografico. Poi continuando nel campo degli anime non possiamo dimenticare i giganti nucleari di “Nausica” con l’accompagnamento musicale di Joe Hisaishi (il compositore Sawano ha ammesso di essere un discepolo di questo artista). Stupenda “Ashes on the fire” un pezzo sinfonico nella Final season, che riesce tramite un dolce carillon (di morriconiana memoria) a trasportarci nei meandri della follia umana grazie a detonanti cori gregoriani che ci trascinano in una esplosiva melodia metal sinfonica. E come dimenticare sigla che del 2013 che ci trascinò per la prima volta in questo mondo dispotico nel quale pochi ragazzi coraggiosi si ergono davanti all’ennesimo Golia che della storia. I protagonisti sfrecciano tra i palazzi medievali tramite le loro attrezzature (movimento tridimensionali) volteggiando come ballerini aerei mentre spaventose caricature titaniche assediano i poveri cittadini inermi. Insomma grazie al genio visionario di Isayama abbiamo potuto sentire e vedere mondi post-apocalittici, dove l’umanità cerca invano di affrancarsi da guerre fratricide come siamo tristemente abituati ad assistere in questi ultimi anni. (a cura Jean-Pierre Colella)