Solo da qualche settimana (complice il mio voto per le Targhe Tenco) mi è giunto il cd di Leonardo Angelicchio in arte Lazzaro. Il suo rock blues è coinvolgente, miscelato abilmente con la tradizione dei grandi cantautori italiani, Lucio Dalla su tutti, ma traspare anche un trasporto verso le atmosfere di chansonnier francesi: del resto Georges Brassens, Jacques Brel, Charles Aznavour e Léo Ferré sono stati capaci di coniare un nuovo stile di composizione e interpretazione cantautorale, a cui si sono ispirati anche alcuni cantautori. E’ ora di andare è stato prodotto da Taketo Gohara ed il rapporto con Lazzaro è stato intenso e biunivoco, tanto per usare un termine tecnico visto che l’artista insegna Matematica e Fisica in un istituto superiore. Il trasferimento da Vico del Gargano a Milano, le prime esperienze musicali, il ruolo di tastierista nei Wizard Project (band fondata da Stefano Verderi, chitarrista de Le Vibrazioni) e poi il disco edito da Solid Records, il cui titolo è ovviamente fonte di riflessioni, così come la impalpabile copertina che ricorda alcune sigle di serie tv, Alto Mare in primis, produzione spagnola di Netflix. Nei mesi susseguenti la fine della Seconda Guerra Mondiale, l’elegante nave Bárbara de Braganza salpa dalla Spagna per il Brasile, ma fatti di sangue ne minano la tranquillità: ognuno dei protagonisti deve andare, lancia la sua voglia di cambiare aria e sembra proprio ispirarsi al titolo del disco di Lazzaro. L’uomo che in copertina è in fondo al mare assomiglia dannatamente proprio all’armatore della nave … Laureato in Ingegneria Meccanica, il cantautore forse avrebbe dovuto interessarsi al design del suono per collegare automaticamente la sua passione artistica al lavoro: ma noi gioiamo nel constare la sua scelta verso il periglioso percorso dello showbiz, perché le 9 canzoni dell’album sono piccoli gioielli narrativi e su tutto emerge Maledetto me, una confessione a cuore aperto tra sogni realizzati e realtà quotidiana, slanci notturni e freddi percorsi mattutini. Ma non vi è rassegnazione o depressione, ma solo tanta consapevolezza del modus vivendi che si sta affrontando: come racconta in Senza sapore, vanno evitati quei momenti down, perché di ogni attimo dobbiamo cogliere il gusto, la positività ed ogni altro aspetto positivo. E’ lui stesso a definirlo .. un disco profondamente autobiografico, perché tocca aspetti molto intimi della mia persona .. riflessi proiettati verso una visione più ampia in cui l’ascoltatore può sentirsi coinvolto, in cui si possa rivedere .. In alcuni brani è tangibile il confronto che alberga nel suo animo: non ha paura di qualcosa di più grande ed impegnativo, ma ne comprendere l’importanza come nel caso di E non rispondermi così e nella conclusiva Quando ritorno a casa. Fra i musicisti che hanno collaborato con lui in studio, citiamo Alessandro Stefana (già con Capossela e PJ Harvey), Mauro Ottolini (Negramaro e Daniele Silvestri), il mitico Ronnie Jones e la Edodea Ensemble, diretta dal maestro Stefano Nanni.
Tracklist di questo disco: Ancora un po’ di te, Senza sapore, Pierrot e un pagliaccio, Maledetto me, Resta qua, Avvicinarsi alla fine, E non rispondermi così, Noi, Quando ritorno a casa.