I lettori di riviste musicali si sa sono da sempre molto attenti ed esigenti. In particolare gli affezionati del Buscadero, hanno notato che il numero attualmente in edicola (uscito i primi giorni di agosto) riporta il marchio dell’editore Sprea (nome noto agli appassionati di musica, visto che edita Classi Rock, Prog, Vinile e tanti speciali musicali). Si tratta del primo numero uscito dopo la scomparsa del fondatore Paolo Carù, venuto a mancare lo scorso giugno.
Dopo l’uscita in edicola della rivista, alcuni siti e addetti ai lavori avevano scritto che Buscadero “è passato a Sprea Editori, gruppo con quartier generale a Cernusco sul Naviglio, in provincia di Milano”. In realtà le cose stanno diversamente. A chiarirlo è proprio l’amministratore delegato del Gruppo Sprea, Alessandro Agnoli, intervistato dal quotidiano economico Italia Oggi nel numero in edicola venerdì 23 agosto 2024. Nell’articolo, firmato da Antonio Ranalli, si legge che “il gruppo Sprea è noto anche per le riviste musicali. Edita la versione italiana di Classic Rock. A questi si aggiungono “Vinile”, per i collezionisti di dischi, “Ciao 2001”, che riprende articoli e servizi (con qualche inedito) della storica testata degli anni ’70, “Prog” e vari speciali. Proprio in questo mese di agosto Sprea ha portato in edicola anche la storica testata “Buscadero”. In questo caso però non si è trattata di una nuova acquisizione, ma di un aiuto tecnico alla storica testata, all’indomani della scomparsa dello storico fondatore Paolo Carù (venuto a mancare lo scorso giugno). “Noi non vogliamo che le testate muoiano, anche se sono nostre concorrenti”, ha spiegato Agnoli, “Da editore faccio questo ragionamento: se manca il Buscadero in edicola, viene a mancare un flusso di persone che va in edicola, e che di conseguenza può dare un’occhiata anche alle altre uscite. E’ importante per noi che tutte le testate, comprese quelle dei nostri competitor, rimangano in vita. Abbiamo contattato la famiglia di Paolo Carù e ci siamo messi a disposizione per aiutarli nella pubblicazione”. Dunque nessuna cessione, che al momento resta al team editoriale originario. Ma solo un supporto logistico. Un gesto senza dubbio ammirevole.
L’esaustivo articolo racconta anche la storia di questo gruppo editoriale, che porta in edicola circa 80 testate, in un momento sicuramente non certo facile per l’editoria. Ma i numeri (9 milioni di copie vendute l’anno) e il fatturato (circa 20 milioni di euro) sembrano dare ragione al gruppo, che ha puntato su riviste di qualità molto amate dai collezionisti. “Attualmente abbiamo 80 periodici, tra quindicinali, mensili e bimestrali”, afferma nell’intervista a Italia Oggi, Alessandro Agnoli, “Connessi a queste testate ci son molti speciali monotematici, che sono in aggiunta alle riviste periodiche e che hanno cadenze irregolari. Ma sono proprio gli speciali uno dei nostri motori trainanti, perché spesso servono come market-test. Quando abbiamo l’intuizione su un nuovo settore su cui si può fare un periodico, lanciamo lo speciale, e se la risposta è positiva proseguiamo con una rivista regolare. Ne sono un esempio “Vinile”, “Ciao 2001”, che riprende la storica testata musicale e “Retrocomputer”. Oltre a questi periodici abbiamo un catalogo di 50 calendari, che escono in edicola da settembre a dicembre: siamo il primo editore di calendari in Italia”.