A Teramo è scoppiata la Bolla dei Subsonica

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Piazza Martiri della Libertà, giovedì 8 agosto.

L’impatto è stato quello di un gruppo fresco e giovane. Eppure i Subsonica vantano quasi trent’anni di successi.

“Vi ricordate quelle notti del ’97?” Lo ha detto Samuel dal palco per annunciare “Giungla Nord”, un pezzo del disco d’esordio. Ma la scaletta è stata tutt’altro che nostalgica, incentrando il concerto soprattutto sull’ultimo album, “Realtà aumentata”, di cui la band ha riproposto quasi tutte le canzoni. La scelta si è rivelata felice, infatti il numeroso pubblico si è scatenato per oltre due ore.

In apertura un filotto di brani recenti, tra cui “Africa su Marte”, ispirata al Programma Spaziale Zambiano, che nel 1964 aveva progettato una missione sulla luna.

Casacci ha poi ricordato quanto i Subsonica si sentano a casa in Abruzzo, attestazione che premia Teramo e l’organizzazione affidata alla ACS.

Africa su Marte

Tra le hit del passato, “Liberi tutti”, “Discolabirinto” e “Lazzaro”, riproposto in una versione ancora più energica, hanno rievocato il beat potente e inconfondibile dei Subsonica, con il binomio pulsante basso-batteria di Ninja e Vicio, esaltati da una suggestiva scenografia con video prodotti da vari collettivi artistici.

In questo flusso ritmico continuo si è inserita “Istrice”, caratterizzata invece da più registri. La raffinatezza melodica infatti bilancia la potenza di alti e bassi più vigorosi dal vivo, immagine stessa del piccolo roditore, che già nella canzone originale richiede una lettura a due duplici livelli: animale piccolo, ma pungente, e allegoria di una ragazza fragile, ma capace di far male. È il dilemma del porcospino di Schopenauer sulle relazioni umane tra persone che quando provano ad avvicinarsi si feriscono a vicenda come se avessero gli aculei.

Nella canicola teramana sono apparse anche “Nuvole”, “Grandine” e “Il diluvio” con i versi “sei stata l’onda perfetta per infrangerti su di me”. E in effetti un’onda travolgente c’è stata, ma di applausi. Scroscianti anche quelli riservati al rapper Ensi, che ha duettato con Samuel su “Il cielo su Torino” e “Scoppia la bolla”, da cui “La Bolla Tour” a cura di Live Nation, per poi continuare da solo con la sua “Numero uno” e con una versione rivisitata di “Aspettando il sole” di Neffa.

Tra le altre chicche, “Aurora sogna”, “Il centro della fiamma” e la coinvolgente “Universo”, uscita lo scorso marzo come singolo con tre remix. In un repertorio così vasto, è normale che non ci sia spazio per tutti i grandi successi, ma non è mancata tra i bis “Tutti i miei sbagli”, con l’esplosione di giubilo del pubblico che ha cantato in coro “affogando per respirare”.

“In questi trent’anni di carriera” ha detto Boosta “voi non vi siete mai mossi da lì e noi non ci siamo mai mossi da qui”. Ed è vero in senso metaforico, perché di chilometri ne hanno macinati tanti, “solo per stare insieme sulle strade percorse da noi e da voi”.

“Strade” appunto, che ha chiuso il concerto con una potenza vocale straordinaria e con un’energia intensa e palpabile di tutta la band.

Cinque giovanotti, verrebbe da dire, anche se da quelle notti del ’97 sono trascorsi quasi trent’anni.

Boosta