Crossover marchigiano tra rock, funk e fusion: tra i finalisti di SanremoRock, suoneranno al Teatro Ariston il 14 Settembre. L’esser arrivati a questo importante traguardo, vuol dire che la band è tra le migliori di questa stagione in Italia: era auspicabile avendo scelto un nome così particolare come EEF Early Ettringite Formation che riporta alla Ettringite Primaria, un composto che conferisce compattezza e carattere lapideo al cemento! La loro comunicazione promozionale (enfatizzata dal lavoro svolto da Alexandra Loria) ci ricorda che il titolo What Eef dell’album è un gioco di parole che si rifà alla domanda What If ossia E se, invitando così lo smarrito ascoltatore a sognare senza confini, interrogandosi filosoficamente sulle opportunità che la vita offre. Ed il pamphlet di questa riflessione è sicuramente il brano Nothing compared, di cui è disponibile un video girato in studio: la voce di Edoardo Gili scava dentro il nostro animo, diventa languida ed ancestrale, con un flauto che la rende ancora più minimale. Il 13 Luglio un loro concerto era in programma nella “mia” Senigallia e sono sicuro che la dimensione live è il momento giusto per saggiare se il melting pot che hanno creato assurge al ruolo comunicativo, strappando consensi ed applausi. La loro attuale line-up prevede Edoardo Gili (vocals), Mattia Leoni (drums), Giovanni Golaschi (bass), Umberto Ferretti (guitar) e Leonardo Rosselli (saxophone).
Gli elementi di paragone sono in gran parte per il rock 70’s di matrice americana: negli EEF non ci sono le virate jazz dei Weather Report, Chick Corea o Return to Forever, ma nemmeno le impennate rock di Jimi Hendrix. Piuttosto fa capolino il miglior George Benson e financo qualcosa dei Gong: interessante sapere dai diretti interessati se c’è qualche band dei giorni nostri che li sta convincendo, perché una canzone emozionante come Reloaded Mind è difficile che nasca nelle Marche del Terzo Millennio. La conclusione con Faded Memory ci porta nel Giappone dei Casiopea e con lo stesso volo pindarico possiamo anche fermarci a trovare i Soft Machine, ma quelli del biennio 1974/5, dove alla chitarra c’era un certo Allan Holdsworth…
Tracklist di questo album: Rising up, Faded Memory, Downtown, That’s my girl, Something for you, Lack of Reason, Reloaded Mind, What I should say, In vino veritas, Nothing Compared.