Votati decisamente alla musica americana tradizionale: in modo viscerale ne amano i connotati rock’n’roll, rockabilly, country, blues e western. Anche se li abbiamo visti nei panni di attori nello sceneggiato su Francesco Totti, in realtà loro prendono a calci i barattoli del profondo West e li hanno visti mettersi alla ricerca di John Wayne, canticchiando dello swing anni’40: non è dato sapere se si dilettino anche nel ballo, ma ci sembrano fin troppo presi dai loro strumenti e da una seria ricerca dei roots del sound che stanno vivendo & suonando. Non c’è del languore nella loro musica, ma tanta ironia e puro divertimento: ti invitano a non aver paura del buio e ti assicurano un sorriso solo per te, a condizione che diventiamo amici. Chiedono solo di non tradire la loro fiducia, di ricordare il loro nome e di seguire il loro pathos che ti porterà a guardare verso il cielo blu, nel momento in cui l’avanzare del freddo notturno lo fa diventare dannatamente scuro. Ora vi posso dire che loro sono Paolo Roberto Pianezza (voce, chitarra elettrica e acustica, lap steel, resonator e chitarra Dobro), Francesca Alinovi (contrabbasso con l’aggiunta di un brush pad e armonie vocali) ed Alessandro Cosentino (violino, batteria e armonie vocali): sono decisamente una band originale Made in Italy.
Per lanciare questo album Remember my name, hanno puntato su brani usciti in anticipo: mossa azzeccata, perché Until I’m Done e Goin’ down hanno incuriosito anche gli ascoltatori di alcune radio, facendoci ulteriormente comprendere che il progetto Lovesick ritorna a quando i genitori degli Stray Cats si incontravano ad un rodeo, ma anche a quando gli zii dei Lynyrd Skynyrd taccheggiavano le più belle ragazze di una piccola cittadina in Florida! Niente rock e nemmeno hard blues, ma da quelle esperienze solo dello swing e western primordiale, come nel caso della title track da loro definita .. una country song dove il protagonista non riesce a smettere di pensare al suo amore passato. Non riesce a togliersela dalla testa e anche quando la bottiglia d’alcool è finita, non riesce a smettere di pensare a lei .. La visione dei video che hanno prodotto ci aiuta a comprendere la mission del progetto Lovesick, ovviamente poco italiano e dannatamente americano: sono passati 4 anni dal precedente album All over again e le esperienze accumulate rendono ancora più forgiato il loro sound. Con la macchina del tempo si potrebbe tornare a quando Marion Robert Morrison (vero nome di John Wayne) entrò nella squadra della University of Southern California: dal 1925 al 1927 vinse una borsa di studio, perché era un buon giocatore di football americano e canticchiava alcune canzoni della tradizione irlandese che erano nel repertorio di sua madre. Ma le ultime ricerche, assicurano che nella farmacia del padre si era incuriosito di una canzone intitolata Goin’ back for more: l’aveva imparata da due commessi di origine italiane ed amici della clarinettista Chloe Feoranzo (già con Pokey LaFarge e Postmodern Jukebox), presente perciò in questo emozionante album.
Tracklist di questo disco: Until I’m done, Remember my name, You and I, Goin’ back for more, Don’t be scared of the dark, Martha, Goin’ down, I’ve got a smile for you, The rain, Blue skies, Kauai (instrumental).