Un karaoke collettivo per uno degli artisti italiani più interessanti del panorama musicale italiano. Sono stati oltre 33 mila gli spettatori che domenica 30 giugno hanno affollato il concerto di Calcutta a Rock in Roma, nell’ambito del suo “Relax Tour”. Che lo show dell’artista di Latina era uno dei più attesi nel calendario degli appuntamenti estivi della Capitale era noto da tempo, tanto che è stato annunciato il sold out con ampio margine. Ma nessuno immaginava il grande entusiasmo che ha accompagnato tutta la performance del cantautore. In platea tanti giovanissimi, accompagnati anche dai genitori.
Calcutta ha conquistato il pubblico del Rock In Roma, la più importante manifestazione musicale dell’estate italiana e tra le più importanti in Europa. Lo show è iniziato intorno alle 21.50. Accompagnato dall’introduzione di “Coro” (brano corale presente nell’ultimo album “Relax”), l’artista si è presentato con indosso il suo caratteristico berretto, gli occhiali da sole e un impermeabile, che contrastava un po’ con il grande caldo che ha segnato la giornata estiva romana. Subito le note di “Cosa mi manchi a fare” hanno mandato in visibilio il pubblico presente che, per inciso, non ha mai smesso di cantare dalla prima all’ultima canzone, trasformando l’ippodromo delle Capannelle in un mega karaoke. Che Calcutta non vuole giocare a fare la rockstar è noto da tempo e noi aggiungiamo per fortuna. Sul palco si è concentrato soprattutto sulla musica e sulle canzoni, scherzando di tanto in tanto sul fatto di non essere bravo a fare l’intrattenitore negli show, ironizzando indirettamente su chi, nei giorni scorsi, in occasione del concerto di Bari, che ha aperto il tour, ha avuto qualcosa da ridire sul suo modo di porsi sul palco.
Un racconto musicale, attraverso il quale Calcutta ha portato immediatamente in un mondo surreale e immaginifico parlando di cose di tutti giorni e per questo molto sentiti dai giovanissimi presenti in massa al Rock In Roma. Temi che però sono comprensibili anche dagli adulti, diventando così un importante medium per mettere in comunicazioni generazioni apparentemente distanti. La scaletta è proseguita con successi recenti e del recente passato, come “Controtempo” (dove dice “Non ero mai finito a letto con una di destra”), “Orgasmo”, “Milano” e “Limonata”. La scenografia si è caratterizzata di preziose animazioni che, volta per volta, sono andate ad illustrare il racconto scelto dal cantautore di Latina. Significativa il caso di “Loneliness”. Poi è stata la volta di “Giro con te”, uno dei brani più amati tratti dal suo recente lavoro e cantata a memoria da tutti i presenti. Prova a scherzar e a tirare indovinelli sulle canzoni in scaletta, quando dice “Il prossimo brano inizia con la lettera H”. E via con “Hubner”, che si ispira in parte alla storia del calciatore Dario Hubner. Dopo “Ghiaccioli” e “Le barche” arriva una versione, molto ristretta e destrutturata della hit “Oroscopo”: Calcutta la stravolte completamente, quasi a voler prendere le distanze da una hit, diventata involontariamente tale, e che era nata con un altro spirito (tra l’altro anche fuori dagli album ufficiali). Quindi subito spazio a “Sorriso (Milano Dateo)”, “Kiwi” e “Nuda nudissima”.
Non potevano, poi, mancare alcuni dei brani più amati come “Gaetano”, “Frosinone”, “Del Verde” e “Paracetamolo” (nel mentre ci sono state anche “Preoccuparmi”, “SSD” e “Allegria”), per poi dare tutto nel grand finale. Prima “Pesto” e poi “Tutti”, dove tenta perfino una sintonia generazionale: “Non ce ne fregava niente dormire nudi sui tetti / l’eclissi su Roma e la tua Coca light”, per poi capitolare in un definitivo “sembriamo tutti falliti”.