La Prima Estate che non ti aspetti.

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Iniziamo subito con il dire che domenica 23 giugno alla BussolaDomani del Lido di Camaiore verrà ricordata a lungo per aver portato una delle migliori scene indie e post punk di questa estate 2024. Capace di coniugare, novità certezze e importanti ri-conferme assolutamente figlie di questo tempo.

Fontaines Dc, Kasabian Shame e Wu-Lu sono più in forma che mai al Festival de “La Prima Estate”.

Il pubblico
La Prima Estate (foto a cura di Pierpaolo Bottino)

Il Festival si apre con una band super interessante: i Wu-Lu sono prodotti nientemeno che dalla prestigiosa Warp Records e sembrano essere a proprio agio con gli idoli attesi dal pubblico di questa serata. Miles Romans-Hopcraft leader della band elabora un mix tra rock e hip hop non scontato, superando i cliché con un una trama ovedub dai toni oscuri che convince. Sicuramente a loro agio nei piccoli e sudati club di Brixton da cui arrivano, oggi approdati con credibilità al Lido di Camaiore davanti ad un grande pubblico che sono riusciti ad ammaliare e coinvolgere. Non mi sbaglio se ne sentiremo parlare ancora.

Wu-Lu
Wu-Lu (foto a cura di Pierpaolo Bottino)

Shame e Fontaines Dc sono una certezza in questa epoca di musica poco suonata e tanto mediata.

Entrambi hanno superato senza non pochi traumi la pandemia che ha stoppato loro concerti dal vivo e rallentato produzioni discografiche penalizzandone le uscite ma che con la loro attitude hanno saputo colmare questi handicap costruendo una credibilità “definitiva” grazie al loro talento, grande visione contemporanea e capacità, in modo diverso, di catturare un pubblico sempre più ampio. Ricordiamoci che assieme ad Idles e Murder Capital per citarne due, sono tra le migliori band che il Regno Unito ha sfornato nell’ultimo decennio. Spero siano la giusta sveglia per il mercato discografico italiano sempre più appiattito dalle “Trap” di paese.

Gli Shame salgono sul palco tra le urla dei fedelissimi in prima fila. Non ne faccio un segreto, per me sono una spanna sopra tutti, ma sono di parte, dopo aver assistito quattro date italiane, non ne posso fare a meno. Charlie Steen è un trascinatore nato e la band sempre più coesa lo accompagna dal vivo in un autentico rito collettivo. La musica è un tutt’uno con l’esibizione e nonostante l’esperienza sia massima nei piccoli club, Charlie cerca anche su un grande palco quell’esperienza fisica con il suo pubblico che è la vera energia e cifra stilistica fin dal disco d”esordio Songs of Praise, emozione vissuta appieno nella primissima data (per chi c’era) al Covo di Bologna che non potrò mai dimenticare.
Alla Prima Estate sono tutti davvero in forma, il bassista Josh Finerty mostra le sue evoluzioni da autentico funambolo. Non sta fermo un secondo, salta, corre, fa capriole, lancia il suo strumento e ride come un matto mentre le altre band in lineup si godono lo show nello show dal lato del palco.


Mi va di citare tre brani su tutti: Concrete, Adderall e il manifesto One Rizla perché definiscono perfettamente la magnificenza degli Shame e le sonorità che li rendono iconici. Davvero in stato di grazia al festival de La Prima Estate.

Shame al Prima Estate

Setlist Shame

Fingers of Steel
Alibis
Concrete
Six Pack
Adderall
One Rizla
Snow Day
Gold Hole

Poi salgono sul palco i Kasabian sulle note di Club Foot ed è elettrizzante.

Sul palco Sergio Pizzorno conferma di essere il nuovo leader portando ad un altro livello la band superando così ostacoli incredibili tra cui la fuoriuscita del cantante Tom Meighan, buttato fuori di comune accordo dopo le denunce di violenze della ex moglie quattro anni fa.

Kasabian al Prima Estate
Sergio Pizzorno (foto a cura di Pierpaolo Bottino)

La parola Happenings (titolo del nuovo disco) troneggia di sfondo per tutto il concerto e sembra voler esorcizzare l’infelicità del passato per determinare una nuova rinascita con una performance gioiosa, coinvolgente ed indimenticabile, ricordando il vero obiettivo per cui i Kasabian sono nati vent’anni fa, dando vita alla primavera che è dentro di ognuno di noi con il loro indie rock dall’attitudine dance. La splendida risposta del pubblico non si fa aspettare ballando, pogando e cantando una setlist davvero superlativa.
Sergio si concede per tutta la serata senza riserve, scendendo più volte tra il pubblico che ne intona il nome fino alla fine del live.

Setlist Kasabian

Club Foot
Ill Ray (The King)
Underdog
Call
CHEMICALS
Shoot the Runner
Re‐Wired
You’re in Love With a Psycho
Coming Back to Me Good
Days Are Forgotten
Algorithms
Treat
Vlad the Impaler
L.S.F. (Lost Souls Forever)
Fire

Fontaines D.C. una delle rock band più attenzionate del momento.

Fountaines Dc al Prima Estate
Fontaines dc (foto a cura di Pierpaolo Bottino)

Forse la storia si ripete? Una band irlandese chiamata a caricarsi sulle spalle le sorti della nuova scena post punk? Quella del senso d’appartenenza, del contenuto, di una nuova generazione pronta a raccontare in musica questo tempo. Certo è che i Fontaines lo fanno con grande messa a fuoco e talento. Salgono sul palco forti anche di due recenti singoli clamorosi “Starbuster” e “Favourite” (che sono in setlist), aggiungendo un polistrumentista d’eccezione come Chilli Jesson per controllare e caratterizzare il loro sound. 

Il risultato è superlativo, con un miglioramento talmente evidente da far credere che sul palco ci sia una altra band, più consapevole, versatile, massiccia. Tutti i pezzi dal vivo sono migliorati, riarrangiati, funzionali.

Grian Chatten è così carismatico da calamitare il pubblico in una sorta di trance. Complice il suo abbigliamento atipico – anfibi, t-shirt mimetica, occhiali da sole verde fluo e un panda kilt e i suoi movimenti da crisi convulsiva (che ricordano una versione giornata del mentore Ian Curtis a cui Grian si ispira da sempre) che aderiscono ad una poetica decadente e vivida in modo impeccabile.

Fountaines Dc al Prima Estate
Grian Chatten (foto a cura di Pierpaolo Bottino)

Mentre lui sbatte i piedi, agita i pugni fendendo l’aria dall’alto verso il basso, come se dovesse spezzare vincoli indesiderati e appropriarsi di una libertà, il resto della band è concentrata, fin troppo marziale e fredda rispetto al pubblico. In conclusione sembra ci sia una parete invisibile che divide il loro mondo dal nostro. L’ipnosi si interrompe solo quando per un problema tecnico alla chitarra di Carlos O’Connell la band si scusa e fa una pausa per risolvere il disguido. I brani che mi hanno spezzato di più il cuore? Televised Mind, Sha Sha Sha, Too Real e l’implacabile Boys in the Better Land.

Per il resto abbiamo assistito ad un concerto impeccabile nei minimi dettagli, ad una prova di pura personalità che esplode impetuosa nella cornice di questa meravigliosa serata de La Prima Estate che anche il tempo avverso ha graziato non scatenando quell’allerta gialla di pioggia che le previsioni avevano ipotizzato.

Setlist Fontaines D.C.

Romance
Jackie Down the Line
Televised Mind
Roman Holiday
Big Shot
I Don’t Belong
Skinty Fia
Chequeless Reckless
A Hero’s Death
Big
How Cold Love Is
A Lucid Dream
Too Real
Nabokov
Sha Sha Sha
Favourite
Boys in the Better Land
Starburster
I Love You

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