CCCP – Rock In Roma (13/06/2024)

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Tra passato, presente e futuro in fedeltà la linea c’è. Alla ventunesima edizione di “Rock in Roma”, la celebre manifestazione musicale che si svolge annualmente all’Ippodromo delle Capannelle di Roma, i CCCP – Fedeli alla linea hanno infiammato il palco della serata inaugurale con 30 brani del loro repertorio più rappresentativo.

Foto di Giovanni Buonomo

A 42 anni dalla loro fondazione, la band composta da Giovanni Lindo Ferretti, Massimo Zamboni, Danilo Fatur e Annarella Giudici ha riproposto giovedì 13 giugno brani iconici come “Rozzemilia”, “Curami”, “Punk Islam”, “Spara Jurij”, “Io sto bene” ed “Emilia Paranoica”. Oltre due ore di punk-rock melodico-emiliano arricchito da bizzarre performance, improbabili balletti e audaci travestimenti, che hanno dato vita ad una serata ben lontana da una semplice operazione nostalgia, quanto più una doverosa riflessione sul mondo d’oggi e la società attuale, i suoi indirizzi e le sue distorsioni.

Giovanni Lindo Ferretti (foto di Giovanni Buonomo)

Erano oltre 10 mila a Roma per la data del tour “In fedeltà la linea c’è” del gruppo emiliano che, dopo le tre date dello scorso febbraio a Berlino, ha deciso di replicare l’incontro con il loro pubblico di sempre. Ed ecco cinquantenni e giovanissimi sotto palco a pogare sulle note di “Spara Jurij” o “Punk Islam”, a cantare all’unisono inni generazionali come “Curami”, a lasciarsi trasportare dalla voce salmodiante di Giovanni Lindo Ferretti e dalla chitarra di Massimo Zamboni, a sorprendersi della grazia senza tempo della “benemerita soubrette” Annarella Giudici, che con la voce dei CCCP balla teneramente abbracciata e con l’artista del popolo Danilo Fatur, riempie il palco di un concerto che lascia senza fiato. Sono passati tanti anni, ma la band sembra non essersi mai congelata e per questo non si è risparmiata, eseguendo tutti i pezzi cult realizzati in un decennio di attività, da “Oh Battagliero” a “Curami”, da “Emilia Paranoica” a “Vota Fatur”. Una band nel complesso riservata sul palco. L’interazione con il pubblico è stata affidata ad Annarella e Fatur.

Foto di Giovanni Buonomo

Dopo aver visto il concerto si può affermare che non è stata un’operazione nostalgia. Anzi, la domanda è: perché aver dovuto aspettare tutto questo tempo? Raggiungere il successo e abbandonarlo sul più bello. Arrivare in hit parade e sciogliere il gruppo, per rinascere con altre sigle, altre storie e ricerca di nuovi stimoli e percorsi musicali più intriganti.  I CCCP sono tati fondati a Berlino nei primi anni ’80, da un incontro tra Ferretti e Zamboni, un duo destinato a restare insieme, sotto varie sigle, fino al 2001. Una storia nata dopo che Feretti aveva lasciato il posto di operatore psichiatrico per diventare “punkettone” ed emigrare a Berlino, dove i CCCP mossero i primi passi. Da allora sono passati oltre 40 anni, ma Ferretti  e Zamboni non sono cambiati. Perché prima di tutto conta la vita. Una band che non è schiava del palcoscenico. I CCCP hanno fatto furori e hanno dovuto distruggerli: potevano fare come i Ramones e campare per 30 anni cantando “Emilia Paranoica”. Ma hanno dimostrando che quando arriva il successo bisogna abbandonare la storia che si sta vivendo e ricominciare con un’altra, in un altro posto. In un mondo in cui ormai tutti fanno a gare per apparire, i CCCP dimostrano che si può restare sempre se stessi, di rifiutare, per quanto possibile, la notorietà. Una serata-evento in cui lo slogan “produci, consuma, crepa” di una delle loro canzoni più amate suona oggi tremendamente attuale, riconfermando il gruppo reggiano non solo come uno dei più importanti e influenti, ma anche più visionari dell’intero panorama musicale rock italiano ed europeo.

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