Setak (nome d’arte di Nicola Pomponi) è originario di Penne in provincia di Pescara: è inserito nella classifica dei borghi più belli d’Italia, rappresentando l’humus di bellezza su cui la sua vena artistica si è fatta forte, guardando spesso a terre lontane! A dare il titolo all’album c’è un’altra parola abruzzese che non appartiene al dialetto di Penne, ma a quello della provincia di Teramo: Assamanù significa in questa maniera e sembra mettere un punto fermo alla carriera di questo interessante cantautore! Discograficamente infatti questo disco è il culmine di una trilogia musicale iniziata con il suo disco di debutto Blusanza nel 2019 e proseguito con Alestalè nel 2021. Assamanù è la maturità conquistata (anche anagraficamente), dopo trattato la infanzia (con Blusanza) e l’adolescenza (ovviamente con Alestalè). Il brano più roots del nuovo album è senza dubbio Di chi ‘ss lu fije?, perché mi ricorda l’espressione tipica di tutti il nostro Sud, quando una persona ti incontra e vuole sapere chi sei: per questo ti chiede di chi sei il figlio o (come capita nella mia lucana Calvello) a chi appartieni: proprio il senso di appartenenza, Setak in questo brano lo rende un motivo di orgoglio, ripensando a chi dobbiamo le nostre origini, immaginandoci le mille difficoltà quotidiane che ha dovuto affrontare: Di chi ‘ss lu fije? mi commuove dal profondo, mi mette adrenalina nel corpo e sono sicuro mi faccia aumentare la dopamina, con grande beneficio per le mie difese immunitarie! Tutta la tradizione cantautorale italiane è presenta in questo nuovo album di undici brani, completato da alcuni cameo assai preziosi: Simone Cristicchi, Luca Romagnoli (Management) e Angelo Trabace arricchiscono il tessuto sonoro di questo terzo lavoro, così come il lavoro di Matteo Cantaluppi svolge la funzione di enzima che perfeziona ogni singola canzone, partendo dalla interessante title track per toccare il top con La fame e la sete. Non è la prima volta che l’Abruzzo assurge a livello di risposta musicale al blues del Delta del Mississippi, arrivando al livello della Magna Grecia lucana e calabrese, terra da cui sono venuti gli avi di molte rockstar: qualche anno fa ne parlavo con Little Steven e gli indicavo i luoghi da cui sono partiti nonni & bisnonni di Bruce Springsteen, Bon Jovi, Billie Joe Armstrong (dei Green Day) ed anche il suo. Ora aggiornerò quella cartina e gli indicherò anche Penne, perché in questa maniera il legame con il blues rock che fa bene al nostro cuore avrà un protagonista in più!
Tracklist di questo disco: Lu ride e lu piagne, La fame e la sete, L’erba ‘nzì fa pugnale, Di chi ‘ssi lu fije?, Curre curre, Assamanù, Chiedo alla polvere, Figli della storia, Troppe parole, A ‘mme, Sono felice (Vincenzino).