Addio alla musicista, cantautrice e ricercatrice etnomusicale, Giovanna Marini. Aveva 87 anni. La musicista è venuta a mancare dopo una breve malattia. E’ stata la scopritrice del cosiddetto canto sociale, rappresentando una delle figure di spicco del nello studio e nell’esecuzione della tradizione musicale popolare italiana.
Nata a Roma ne 1937, diplomata in chitarra al conservatorio di Santa Cecilia, ha perfezionato i suoi studi con Andres Segovia. Agli inizi degli anni Sessanta la Marini entra in contatto con i maggiori intellettuali e studiosi della tradizione popolare italiana, tra i quali Pier Paolo Pasolini, Italo Calvino, Roberto Lydi, Gianni Bosio e Diego Carpitella. Nel 1964 a Spoleto prende parte allo spettacolo Bella Ciao, provocando scandalo e reazioni indignate da parte del pubblico. E’ il nucleo fondante del Nuovo Canzoniere Italiano, collabora con il celebre poeta in lingua sarda Peppino Marotto, dal quale impara l’arte della narrazione popolare improvvisata, ed e’ una colonna portante dell’Istituto Ernesto De Martino, in cui raccoglie i canti popolari da lei scoperti e catalogati. Tra i suoi spettacoli, Ci ragiono e canto, diretto da Dario Fo nel 1965, Vi parlo dell’America, Chiesa Chiesa ed Eroe. Nel ’74 fonda a Roma la Scuola Popolare di Testaccio. Nel 2002 con Francesco De Gregori incide l’album “Il fischio del vapore”, facendo conoscere dopo 40 anni il suo nome al grande pubblico. Nel 2005 compone le musiche di Le ceneri di Gramsci, sul testo di Paolini, da cui nel 2006 viene tratto il disco omonimo. Marini, compositrice, etnomusicologa, animatrice culturale, cantastorie, straordinaria figura di artista e di donna che ha avuto un ruolo particolare nell’orizzonte musicale e culturale italiano, è riuscita con le sue creazioni – ballate, oratori, opere, musiche di scena e per film – a tessere un intreccio tra musica accademica e popolare. “Addio Giovanna Marini”, ha ricordato il cantautore Enrico Capuano, voce del sindacato e tra i principali esponente della tradizione musicale di impegno sociale, “Ti conosco da sempre fin da piccolo quando mio fratello Michele era con te nel Nuovo Canzoniere Italiano, oltre all’amicizia, che ci ha legato ho avuto la fortuna di studiare nei tuoi laboratori di musica come tanti altri giovani. Eri la musica popolare, lo svolo, i quarti di tono la canzone di lotta contadina e operaia. Giovanna è stata la storia della canzone popolare italiana. Allieva di Andrés Segovia, militante da e per sempre. Dopo Ivan Della Mea, Pietrangeli, Antonio Infantino, Alfredo Bandelli, Marcello Colasurdo se ne va un’altra amica ma soprattutto una grande storia di musica, ricerca e militanza politica”.