Horse Latitudes: il disco americano di Andrea Van Cleef

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Si intitola “Horse Latitudes”, il quarto lavoro solista del songwriter Andrea Van Cleef, pubblicato in formato vinile, CD e digitale per l’etichetta italiana Rivertale Productions. Il nuovo disco rappresenta un punto di svolta nella carriera del musicista bresciano, diviso tra l’heavy-stoner rock con le precedenti formazioni Van Cleef Continental e Humulus, e un songwriting di matrice “Americana”, virato verso le atmosfere più southern gothic, debitrici di “American Recordings” di Johnny Cash, con l’aggiunta di un tocco oscuro marcatamente europeo, soprattutto britannico. 

Foto di Mark Del Castillo

“Horse Latitudes”, un lavoro maturato e registrato in due tempi e due luoghi, Texas e Italia, rivela la grande fascinazione e ispirazione che la cinematografia western ha significato nella formazione dell’artista, combinata al concetto di musica folk. Una riflessione sul significato dell’esistenza e del proprio percorso attraverso un immaginario denso di simbologie totemiche e archetipiche. Le prime session iniziano durante il tour texano di Andrea Van Cleef tra fine 2022 e inizio 2023, nello studio Smilin’ Castle Productions di Rick Del Castillo. Chitarrista, musicista e produttore, Del Castillo è collaboratore del regista hollywoodiano Robert Rodriguez per le colonne sonore di “C’era una volta in Messico” e “Machete”, nonché per la versione di “Malagueña Salerosa” apparsa in Kill Bill Vol.2 di Quentin Tarantino. La produzione dei brani texani del disco include la partecipazione di diversi musicisti locali, tra cui spicca il maestro e enciclopedia vivente della chitarra Matthew Smith, session man leggenda di Austin. In questo viaggio fatto di live e produzione full time, vedono la luce una serie di canzoni dalle strutture country, folk e blues, in cui l’approccio tipicamente europeo di Van Cleef si mescola con il suono autenticamente roots dei musicisti della scena di Austin, la capitale della live music statunitense. Tornato a casa, Van Cleef finalizza il lavoro con una seconda session alla Buca Recording Studio di Montichiari, con l’ingegnere del suono Simone Piccinelli. Qui entrano in gioco i musicisti con cui l’artista suona da tempo stabilmente, e la featuring importante di Dana Colley, sassofonista dei compianti Morphine, la band bostoniana di culto per eccellenza degli anni ’90 da cui Van Cleef ha preso ispirazione per la scrittura più melodica.  Ad anticipare l’album, la pubblicazione del primo singolo, “A Horse Named Cain”, con il video in bianco e nero diretto da Angelo Maffioletti, un omaggio alla cinematografia di culto noir che strizza l’occhio alla produzione nordica contemporanea. Visioni sciamaniche preveggenti si alternano a frammenti di inquadrature tra suggestivi boschi innevati dove ritroviamo Van Cleef con il suo cavallo nero dinnanzi al suo bianco alter ego femminile. 

Foto di Michele Aldeghi

Nato ai piedi delle montagne italiane della Vallecamonica, Andrea Van Cleef si trasferisce, dopo gli studi universitari in lingue, a Brescia, dove ancora vive e produce la sua musica. Nonostante in questi anni abbia calcato diversi palchi europei e nazionali, dice che è nei territori bresciani la sua “casa”. Chitarrista e appassionato di strumenti a corde in generale, voce dal timbro intenso e riconoscibile, Andrea Van Cleef compone, canta e suona i suoi pezzi, da qualche tempo producendo anche per altri artisti. Nel 2012 il primo album solista, “Sundog (Greatmachinepistola/Audioglobe) è la rivelazione definitiva della sua abilità espressiva e compositiva a respiro internazionale. Canta e scrive esclusivamente in inglese, ma con l’approccio creativo e visionario italiano, nonché il pragmatismo, anche sonoro, delle sue Valli. Ed è questo stile unico e personale di “Sundog”, autoprodotto, che ha raccolto interesse tra gli addetti ai lavori e i fan del genere, tanto da diventare un album mini-culto ed essersi guadagnato diverse ristampe, in seguito alla collaborazione con l’etichetta Rivertale Productions. La parte più rilevante e imprescindibile della attività musicale di Van Cleef è senz’altro quella live. Non soloSundog” ha fatto il giro tra Italia, Svizzera e Germania, ma gli show live si sono intensificati a ritmo molto sostenuto, circa 90-100 concerti annui, con le successive pubblicazioni – gli album “Tropic Of Nowhere” (2018, Rivertale Productions) e ”Safari Station” (co-firmato con il blues folk Diego Deadman Potron, 2021, Rivertale productions/ Timezone) e l’EP “135” (2020, Rivertale Productions). Diversi i festival internazionali di rock stoner-doom a cui ha preso parte – tra gli album con gli Humulus “RHINO” (2017, Kozmik Artifactz) e “The Deep” (2020, Kozmik Artifactz) – e diverse le aperture ai concerti blues-rock, tra cui ricordiamo Ben Harper e l’apertura solista al sold out italiano di The White Buffalo all’Alcatraz di Milano. Da solista, in duo acustico, fino a formazioni più strutturate e complesse, gli show di Andrea Van Cleef sanno coinvolgere e catturare l’attenzione del pubblico.

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