Ricordo con piacere Sabato 12 Settembre 2020, quando nel branco di lupi realizzati da Liu Rowang in Piazza Pitti a Firenze ho presentato il professor Silvio Calzolari (autore di diversi libri, molti dei quali legati al mondo della cultura del Lontano Oriente), il giornalista Marco Madinelli (allora conduttore del Tg3 Toscana), assieme al dottor Paolo Scarsella, ora presidente dell’onlus Vincere il Dolore. L’intervista che segue è ovviamente realizzata con la dovuta calma, mentre sorseggiamo del tè…
Un bentrovato a Silvio Calzolari: corre voce di una presentazione a Prato di un tuo nuovo libro….
Sabato 4 Maggio alle 17 presenteremo il libro Bere il tè per coltivare e prolungare la vita alla Libreria Giunti al Punto: modera Patrizia Scotto di Santolo (di Radio White) e con me ci sarà il dottor Paolo Scarsella. Ci narri delle tecniche dell’antica medicina cinese che si mescolano con l’arte di esorcizzare i demoni delle malattie: pensi che questo modus operandi sia valido anche a i tempi nostri? E la musica ha un valore nel creare il giusto rilassamento? Sai, non è facile rispondere a questa tua domanda. Nel mio nuovo libro ho trattato di alcune tecniche dell’antica medicina cinese che mescolano l’arte di esorcizzare i demoni delle malattie e della mente attraverso l’uso di formule magiche (Dharani) proprie del Buddhismo esoterico e del Daoismo. Ho parlato anche di alcune tecniche particolari di agopuntura che definirei “esoterica” e assolutamente oggi non convenzionale. Non sono tecniche semplici. Hanno bisogno dei consigli e della direzione di veri maestri spirituali. Non credo che oggi, in Occidente, sia possibile far uso di quelle pratiche. Invece, la musica credo possa essere di grande utilità. Non a caso ho accennato alla pratica dei “suoni curativi” del Daoismo. La musica è una grande medicina che può curare vari tipologie di malattie.
Questa tua ultima fatica letteraria, quali differenze sostanziali ha con gli altri tuoi precedenti libri? Beh… dopo una serie di saggi, e la parentesi di un saggio su Giacomo Casanova, sono tornato a tradurre direttamente dal Giapponese classico, o per meglio dire dal “Kanbun”, il cinese antico, scritto e letto alla maniera giapponese. Il “Kissa Yojoki” del monaco Eisai ( in appendice nel mio libro) è un libro scritto in “kanbun” che offre grandi difficoltà di traduzione. Ho impiegato più di un anno e mezzo per completare questo mio nuovo volume.
Ho un bel ricordo dei convegni sincronici ai quali abbiamo partecipato ed una tua lectio a Sincronica..mente 7 mi è rimasta molto in mente: è quella sul silenzio…. Mi ricordo anch’io di quel bellissimo convegno organizzato magistralmente dal dott. Paolo Scarsella, algologo di Firenze. Paolo, fra l’altro, ha scritto anche una breve introduzione al mio nuovo libro. In quel convegno parlai del silenzio del cuore, una tecnica meditativa del Daoismo cinese. Anche nel mio nuovo libro parlo del “cuore” e delle medicine che aiuterebbero a far funzionare bene il cuore. Secondo il monaco “Eisai”, il tè sarebbe un ottimo rimedio per tutti i disturbi cardiaci. Ma non prendermi alla lettera… questa sua idea era basata sulle antiche tradizioni della medicina cinese.
Silvio, quali artisti seguivi da giovane? Quali invece i cantanti che ora ti convincono di più? Amico mio, ho amato molto i Beatles; avevo la collezione completa dei loro dischi in vinile. Mi piace la musica di Whitney Houston. Oggi? Angelina Mango non mi dispiace.. Ritorniamo a Bere il tè per coltivare e prolungare la vita: con quale spirito dobbiamo approcciarci? Cosa ci vuoi anticipare? Il libro è diviso in capitoli che trattano argomenti diversi: I primi capitoli parlano del tè e della sua storia in Cina e Giappone fino all’epoca dei Song (in Cina: 960-1279) e a quella di Kamakura (1185-1333) in Giappone. Non parlo della “Cerimonia del tè”. Analizzo invece, l’uso farmacologico del tè e le virtù curative del tè nella medicina tradizionale cinese, fino ai nostri giorni. Poi, ho scritto un lungo capitolo sulla vita del monaco Eisai (1141-1215) ( del quale quasi nulla si sa in Italia) per infine arrivare alla traduzione del suo trattato , il Kissa Yojoki” (“Bere il tè per coltivare e prolungare la vita”). Posso consigliare di leggere i primi capitoli, di scorrere lievemente quelli sulla vita di Eisai ( forse più specialistici), per poi affrontare la lettura del trattato giapponese. Spero che questo mio libro possa interessare non solo gli orientalisti ma anche gli appassionati cultori del tè.