La talentuosa cantautrice Irene Effe, nuova veste artistica di Irene Fornaciari, pubblica venerdì 5 aprile il nuovo progetto discografico “Terra bruciata” (distribuito da Altafonte Italia). L’album rappresenta il culmine della nuova fase artistica di Irene Effe frutto di un importante e profondo percorso di ricerca musicale e cambiamento personale, e un rinnovato punto di partenza, attraverso cui dimostrare il suo talento e la sua grande voglia di rinnovarsi.
“Questo nuovo lavoro è stato per me un’esperienza liberatoria – racconta l’artista – Il disco è nato dall’esigenza di dover tirare fuori emozioni e parole che avevo tenute nascoste per troppo tempo. Senza sovrastrutture e senza troppi ragionamenti, ho seguito il flusso della creatività, al di là di ciò che è al momento di tendenza. Mi sono semplicemente ascoltata e ho cercato di dare un colore, un mood, una sensazione ai miei stati d’animo”. Il titolo stesso, “Terra bruciata”, racchiude al suo interno un doppio significato simbolico: il primo è la sofferta volontà di “radere al suolo”, metaforicamente, tutto ciò che è appartenuto alla “precedente” vita artistica della cantautrice. Il secondo significato è la consapevolezza che il ricominciare da zero spesso può anche essere qualcosa di positivo per avere un nuovo spazio da riempire e da seminare, con la coscienza che farsi un po’ di “terra bruciata” intorno forse non sempre è un male.
Attraverso le tredici tracce dell’album, Irene Effe presenta un lato inedito e nascosto di sé, sperando possa essere un aiuto e uno sfogo per affrontare certe tematiche, come la salute mentale e i rapporti tossici. Grazie al raggiungimento di una profonda maturità personale, l’artista ha raggiunto la piena consapevolezza che è sbagliato fingere di essere cosa non siamo, così come è negativo nascondere sempre le proprie paure e le proprie fragilità. “Terra bruciata”, il cui produttore e co-autore è Federico Biagetti, è, dunque, un importante, nuovo capitolo della carriera della cantautrice, ricco di sfumature e nuovi territori; l’artista ha infatti voluto sperimentare e spaziare tra le sonorità, allontanandosi da mainstream ed esplorando un sound più scuro e inquieto rispetto ai suoi lavori precedenti, in linea con la persona “crepuscolare” che effettivamente è. Un’ avventura tra sonorità elettroniche e altre più organiche e viscerali, senza tralasciare i momenti dalle venature Soul e R&B, la musica da cui l’artista proviene, in una fusione credibile e non forzata, che dà vita a un genere che lei stessa definisce “Obscure Pop”. “Abbiamo lavorato prevalentemente di notte, quando tutto si ferma e l’ombra assume una forma quasi tangibile, anche piacevole”, prosegue Irene Effe, “L’album ha sicuramente assorbito l’atmosfera che girava nelle tante notti insonni. Spesso alcune canzoni hanno visto l’alba mentre nascevano. È stato un processo creativo, laborioso, impetuoso, altamente frustrante e meraviglioso allo stesso tempo”. Il nuovo progetto discografico contiene, tra gli altri, i due singoli già pubblicati “Mi libero dal male”, uscito venerdì 1° dicembre 2023, e di cui è stata rilasciata lo scorso 12 gennaio una speciale versione acustica, e “Stanze”, pubblicato lo scorso 22 marzo. Forte della sua maturità artistica, con “Terra Bruciata” Irene Effe trova una nuova libertà compositiva e riesce finalmente a esprimere l’autentica essenza di sé, come musicista e come donna.
“Terra bruciata” si apre con “Il mio nome”,brano che afferma che non tutte le questioni della vita si possono risolvere e di come sia spesso necessario imparare ad accettarlo. Segue “Mi libero dal male”, il primo pezzo estratto dall’album, caratterizzato da sonorità elettroniche ed eteree, che esprime l’importanza di andare avanti, lasciarsi tutto alle spalle e uscire da tutte le costrizioni negative che ci tenevano ancorati al passato, facendoci soffrire. La terza traccia è “Streghe”, una canzone sull’empowerment femminile e sull’esaltazione della diversità in generale, che esorta a credere in sé stessi e a sentirsi liberi di esprimersi, anche se ci si sente non uguale agli altri. Il brano successivo è il secondo estratto dal disco, “Stanze”, una power ballad ricca di echi, suoni lontani e synth evocativi che parla del sentirsi invisibili e per questo “non legittimati” ad essere ed esistere, riflettendo su come spesso le persone che non hanno mai ricevuto amore, nella sua forma più pura, non riescano a darlo o a trasmetterlo agli altri. In “Giù nel petto” sono affrontati i temi del possesso e della sottomissione psicologica e come l’esperienza ci aiuti a riconoscere le persone narcisiste e manipolatrici e allontanarle. L’album prosegue con “Nel club”, pezzo dedicato al sentimento della paura e di come essa, se affrontata a piccole dosi senza trasformarla in angoscia, possa essere un’occasione di crescita che apre la mente a nuove consapevolezze. La settima traccia è “Le tue ossessioni” che descrive quel momento in cui, in una relazione, ci si ritrova congelati nelle proprie abitudini, ma lasciare andare fa più paura dell’uscire dalla propria comfort zone. Totalmente differente è la title track “Terra bruciata”, una canzone in cui l’artista si immedesima con la Natura che ci circonda, rivolgendosi direttamente all’Uomo, che sta distruggendo il mondo che abita e, di conseguenza, di sé stesso. Si prosegue con “Cornuti”, cinica ed ironica riflessione sul tradimento, cercando di ridimensionarlo, provando a prenderlo con più leggerezza. Il tema della terapia e del supporto psicologico sono al centro del brano “Tso”, in cui l’artista sostiene che sarebbe un mondo migliore se le persone imparassero a guardarsi dentro e facessero un lavoro su loro stessi, sciogliendo quei nodi che spesso si trasformano in frustrazione e rabbia perdendo empatia e gentilezza. È la volta poi di “Mercedes Benz”, un omaggio in punta di piedi ad una delle artiste che IREN EFFE stima di più in assoluto: Janis Joplin. “Tutto o niente” riflette, invece, su come al giorno d’oggi conti di più l’apparire dell’essere, la gente ha tutto e non se ne accorge e non ha mai tempo di guardarsi veramente nel profondo; l’artista invita invece ad evadere dalla frenesia e dalla pochezza che ci circonda, riflettendo sull’importanza dello sprecare il tempo, con accezione positiva, e del lasciare andare le cose senza avere sempre il controllo di tutto. L’album si chiude con la speciale versione acustica di “Mi libero dal male”, nella quale le sonorità elettroniche che caratterizzavano la prima versione del brano, lasciano spazio a imponenti archi e a una delicata chitarra, mentre l’inconfondibile voce della cantautrice diventa assoluta protagonista.