Doppio appuntamento da non perdere al club RCCB Init di Roma: lunedì 18 marzo il concerto di Leon Hendrix (fratello minore di Jimi) “In the name of Jimi” con la Fulvio Feliçiano Band, giovedì 21 marzo il liutista olandese Jozef Van Wissem con il suo ultimo disco “The Night Dwells in the Day“.
Leon Morris Hendrix è un artista americano, musicista e cantautore. Ha iniziato a suonare la chitarra e cantare in età adulta e ha pubblicato diversi album. È il fratello minore del chitarrista e cantante rock americano Jimi Hendrix. L’unico fratello di sangue con il quale Jimi ha condiviso l’infanzia burrascosa, al quale teneva tantissimo tanto da portarselo in tour con lui. Leon è l’unico che può raccontarci davvero i momenti nei quali Jimi venne folgorato dalla musica, la sua passione ed ossessione per la chitarra. Jimi oltre a badare a Leon era il suo compagno di avventure, di viaggi nella fantasia, un confidente ed aveva cercato di salvarlo dalla strada coinvolgendolo nel suo mondo. Leon è nato il 13 gennaio 1948 a Seattle, Washington. Ha iniziato a suonare la chitarra nei suoi primi 20 anni, ma non ha intrapreso la musica come carriera fino alla morte di Jimi nel 1970. Ha pubblicato il suo primo album “Keeper of the Flame” nel 2006, ed altri album tra cui “Seattle Rain” e “The Leon Hendrix Band“. Oltre alla sua carriera musicale, Leon è anche un pittore. Ha tenuto diverse mostre d’arte e i suoi dipinti sono stati pubblicati su riviste e giornali. Leon è un appassionato difensore della musica e del lascito di suo fratello. Ha lavorato per preservare la musica e la memoria di Jimi ed ha anche scritto un libro sulla vita di suo fratello dal titolo “A Brother’s Story” uscito in Italia con il nome di “Jimi Hendrix, Mio Fratello”, a cura di Enzo Gentile.
Nel 2011 durante un Day off del tour con i Twin Dragons di Nathaniel Peterson, Feliçiano da sempre appassionato e cultore della figura, della musica e della Vita di Jimi Hendrix, sotto l’invito del presidente dell’associazione Jimi Hendrix Italia, Roberto Crema, incontra Leon Hendrix che era in Tour in Italia. Nasce subito una grande intesa e dopo uno scambio di materiale Leon chiede all’associazione di poter collaborare con Feliçiano. Dal 2011 fino ad oggi, il progetto “In The Name of Jimi” ha portato alla realizzazione di molti tour in tutta Europa e non solo. Il progetto ha come missione di mantenere vivo il ricordo, la musica e lo spirito di Jimi.
Fulvio Feliciano (chitarra e voce), ha collaborato con Nathaniel Peterson (Savoy Brown; Humbert Sumblin); Mike Terrana (Yngwie Malmsteen); John Macaluso (Symphony X); Stan Skibby (Billy Cox); Tm Stevens (James Brown) e molti altri. Marco D’Angelo (basso e voce) al fianco di Fulvio Feliciano da molti anni, ha suonato con Leon Hendrix, Stan Skibby, Nathaniel Peterson. Pino Liberti (batteria), performer di grande esperienza internazionale, ha suonato con Marco Mendoza (Whitesnake, Thin Lizzy); Uli Jon Roth (Scorpions); Eric Martin (Mr Big); Kee Marcello (Europe); Neil Murray (Gary Moore, Whitesnake); Tony Franklin (Blue Murder, David Gilmour e Kate Bush) e molti altri, nonché col batterista di Jimi Hendrix, Buddy Miles.
Fulvio Feliciano trio ripropone fedelmente il sound Hendrixiano con un vasto repertorio. Tra un brano e l’altro vengono raccontati particolari ed aneddoti poco conosciuti. Lo show si divide in due parti. La prima in trio esclusivamente gestita dalla band con esecuzione di brani più ricercati di Jimi, poi si invita sul palco Leon che imbraccia la chitarra omaggiando solitamente un brano di Classic Rock, per poi passare immediatamente al repertorio di Jimi Hendrix, tra cui i brani dedicati alla mamma come Angel, Little Wing, per poi andare verso il fine spettacolo con l’esecuzione dell’Inno americano, con un Leon ad occhi chiusi al centro del palco mentre Feliciano e band simulano suoni di mitragliatrici e bombe, in perfetto stile Woodstock. Il bis prevede sempre una versione trascinante di “Voodoo child slight return” con Leon voce e chitarra. La cura dei suoni e la scelta della strumentazione è maniacale senza tralasciare niente compreso l’abbigliamento. Tutto è pensato per far rivivere le atmosfere e le sensazioni autentiche senza scimmiottare il più grande genio della chitarra di tutti i tempi. Uno spettacolo della durata di circa 100 minuti, che si presta molto bene soprattutto in teatro e nei grandi Club. Leon è in possesso di memorabilia di Jimi tra cui giacche, anelli e bracciali che spesso indossa o espone per i fan. Inoltre è possibile integrare lo show con filmati rari e mostre fotografiche e presentazione di libri grazie alla collaborazione tra Feliçiano con Enzo Gentile e Roberto Crema autori di libri considerati il Sacro Graal dagli appassionati di Hendrix.
Lunedi 18 Marzo 2024 ore 21.30
LEON HENDRIX BAND “In the name of Jimi”
INGRESSO RISERVATO AI SOCI ARCI
contributo artistico destinato ai musicisti (min 10eu)
EVENTO FB: www.facebook.com/events/387667183978438
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA, segui il link:
https://www.eventbrite.it/e/leon-hendrix-band-tickets-860844478007
Liutista olandese, con quasi 25 anni di attività, numerosi album e colonne sonore all’attivo, Jozef Van Wissem ha collaborato con il regista culto Jim Jarmusch, con cui spesso condivide il palco nei suoi concerti e per cui ha composto la colonna sonora del film “Solo gli amanti sopravvivono”, vincitrice del premio come miglior colonna sonora al festival di Cannes nel 2013. L’artista presenterà nella tappa romana del suo tour europeo il nuovo album “The Night Dwells in the Day“: “È come una parte del mio corpo“, dice Van Wissem del rapporto che ha con il suo strumento preferito, il liuto: “La sua complessità è ciò che mi fa andare avanti perché puoi sempre trovare qualcosa di nuovo.” La capacità di estrarre costantemente qualcosa di diverso ed esplorare nuovi terreni è evidente in tutto il vasto catalogo di Van Wissem e fino al suo ultimo album. Nel corso degli anni ha pubblicato innumerevoli album solisti che vanno in doppia cifra: dalle collaborazioni con Jim Jarmusch e Tilda Swinton, colonne sonore di giochi per computer pluripremiate, insieme a colonne sonore di film di culto – come “Only Lovers Left Alive” di Jarmusch (2013) e “A Prince” di Pierre Creton (2023), la cui colonna sonora uscirà nel 2024.
Dopo aver studiato liuto a New York con Patrick O’Brien negli anni ’90, Jozef Van Wissem ha continuato a creare opere radicate nelle forme classiche rinascimentali e barocche della musica per liuto, così come nei suoni contemporanei: droni, elettronica e registrazioni sul campo. Aggiungendo alcune delle sue influenze formative dalle scene no wave e industriali, insieme a un approccio dedicato al minimalismo, Van Wissem è giunto a produrre un lavoro singolare il cui suono è spesso un matrimonio di opposti; meditativo e intenso, lungimirante ma con il senso dell’arcano. “The Quietus” lo ha definito “probabilmente il liutista più famoso del mondo”. La genesi del suo ultimo album è iniziata durante il lockdown, trascorso dall’artista tra Varsavia e Rotterdam. “The Call of the Deathbird” è stato il primo brano che ha composto, una canzone che, su una melodia ipnotica ma meravigliosamente fluida e pizzicata, cattura scene di strade deserte, morte e l’intenso isolamento che ci ha attanagliato tutti. Uno dei brani relativamente rari in cui Van Wissem canta, assieme alla voce commovente e avvolgente di Hilary Woods. Normalmente Van Wissem scrive tutta la musica per un album in un periodo ristretto ma questo brano, rimasto fermo per qualche anno, ha preso una nuova prospettiva di vita unendosi al gruppo di canzoni appena scritte per l’album. “Quella canzone è diventata qualcosa di completamente diverso dopo che abbiamo realizzato il videoclip”, dice Van Wissem, che ha girato un cortometraggio di 10 minuti nel Mausoleo sovietico di Varsavia, dove giacciono le ceneri di 20.000 soldati. “Ogni volta che lascio Varsavia, vedo questo bellissimo spazio aperto e volevo realizzare un video lì“, dice: “Ha un’estetica simmetrica e inquietante. Ma non aveva niente a che fare con la guerra, questo accadeva prima dell’Ucraina. Nel nostro film il silenzio del liuto sostituisce il suono violento del fucile”. Il resto dell’album “Ha a che fare con l’oscurità e la luce“, dice Van Wissem: “Il titolo può significare cose diverse per le persone, ma a volte la gente dice che se suono un brano musicale felice suona comunque triste. Ecco perché mi è venuto in mente quel titolo”. Un’essenza persistente della notte durante la fresca luce del giorno – qualcosa di liminale e crepuscolare – sembra la definizione più adatta alla musica dell’album, disseminato di affascinanti melodie suonate con grazia e fluidità, così come di momenti dalla tonalità più oscura e inquietante. Come l’elettronica tintinnante che richiama il frinire dei grilli nell’apertura di “The Devil is a Fair Angel and the Serpent a Subtle Beast” o i ronzii delicati che si agitano in sottofondo a “With Our Hands Our Hearts to Raise”. “Penso sia essenzialmente un disco di droni. Scrivo in immagini speculari usando solo forse due o tre accordi e mi piace utilizzare un accordo per un lungo periodo di tempo. È molto più difficile scrivere una semplice melodia che ti rimanga impressa piuttosto che suonare mille note. Visivamente è lo stesso. Mi piacciono molto i film quando sono aperti e non c’è troppo montaggio”. Fonte di ispirazione sono anche immagini, titoli di canzoni e testi da vecchi libri polverosi che acquisiscono una prospettiva di vita ricontestualizzata, integrandosi nel presente. “Mi piace andare ai mercatini e trovare vecchi testi che nessuno usa e che non sono online“, dice: “È come un mondo dimenticato da qualche parte e questo mi interessa molto“. E i progetti di Van Wissem per ottenere di più dal suo amato strumento rimangono abbondanti – addirittura infiniti – visto che, come egli stesso proclama, “il liuto è eterno”.
Giovedì 21 marzo 2024 ore 21:30
JOZEF VAN WISSEM in concerto
Evento FB: www.facebook.com/events/374421291987970
Jozef Van Wissem: https://www.jozefvanwissem.com/
www.facebook.com/profile.php?id=100063537488350
Ingresso con tessera ARCI e contributo artistico
RCCB – INIT
Via Domenico Cucchiari 28, Roma (Casal Bertone)
LA PRENOTAZIONE all’ingresso non va confusa con il tesseramento ad Arci. Chi non è ancora associato con ARCI puo venire al club a tesserarsi oppure entrare nel seguente link per il pre-tesseramento: https://portale.arci.it/preadesione/ldopa