Quanti libri sono stati pubblicati in Italia su David Bowie? Dieci? Venti? Cento? Sicuramente tanti ma, statene certi, quello che leggerete tra le 350 pagine di questo volume di Matteo Tonolli, “bowiano” da sempre nonché grande appassionato di fotografia e arti grafiche, non lo troverete in nessun altro volume dedicato al Duca Bianco.
Il punto di partenza è forse semplice, ma allo stesso tempo impegnativo: nella vita di David Bowie l’immagine si è mossa di pari passo con la sua musica, tanto che le sue numerose curve artistiche, folk, rock, glam, funky, new wave, dance, elettronica e il resto aggiungetelo voi, si possono distinguere anche grazie a look continuamente diversi, naturalmente bellissimi ed affascinanti. Ognuno di questi momenti è stato documentato da fotografie, video, copertine che hanno letteralmente segnato la propria epoca, tanto che uno scatto è sufficiente per farci collocare David Bowie in un preciso momento del suo percorso creativo.
Da appassionato di fotografia l’idea dell’autore diventa quasi una conseguenza: intervistare chi ha incontrato Bowie per immortalarlo, sia per servizi fotografici finalizzati ad uscite discografiche, ma non solo. Strada facendo gli incontri hanno chiamato altri artisti ed ecco così le testimonianze di registi, pittori, grafici, ballerini, musicisti e produttori, tutti con l’obiettivo di (ri)portare a galla ricordi e memorie del tempo condiviso con David.
Il risultato diventa quindi stupefacente: senza mai travalicare lo spazio privato, dove la curiosità rischia di trasformarsi in pettegolezzo, si apre un mondo di curiosità, di aneddoti, di infinite notizie, dove scopriamo non solo fatti, ma anche interazioni caratteriali del grande David, naturalmente diverse nel tempo e nel singolo momento, che documentano comunque sempre una persona elegante, ironica, divertente, di un’intelligenza superiore, rispettosa del lavoro altrui e mai presuntuosa che, anche in pantofole, emana un carisma enorme. Così da ogni intervista traspare in tutti gli interlocutori la grandezza di Bowie, che travalica l’artista e l’uomo, per sfociare quasi nel mistico. E questo nonostante il suo approccio fosse semplice e spontaneo, più di una volta istintivo nel cercare collaboratori e persone che potessero aiutarlo nei suoi tanti progetti.
Se il contenuto è stupefacente, il merito è di un lavoro di ricerca lungo, minuzioso e dettagliatissimo, che ha richiesto anni, anche solo per contattare e interagire con i protagonisti del volume. Per ogni artista intervistato (di persona, skype, e-mail) le domande sono specifiche e testimoniano la preparazione con cui l’autore si è avvicinato ad ogni singolo artista, in alcuni casi con domande così precise e pertinenti da stupire persino l’interlocutore e naturalmente anche noi lettori, che ci troviamo sommersi di informazioni inedite, al punto da chiederci quanto ancora ancora ci sia da scoprire su David Bowie e i suoi alter ego, da Ziggy Stardust alla proiezione quasi eterea del protagonista nell’epitaffio Blackstar.
Per ogni artista intervistato, (vedi scheda dettagliata a fine articolo), Tonolli ci fornisce una breve biografia e le recensioni di eventuali volumi dedicati a Bowie, firmati dagli stessi. Tutto questo rende “Looking For Bowie” un’opera straordinaria, imperdibile per tutti i suoi fan, anche per chi pensa di conoscerlo bene. Anzi, soprattutto per loro.
Gli artisti intervistati nel libro:
– CLARE SHENSTONE, amica dal 1968 e testimone delle prime nozze con Angie, nonché parziale ispirazione per “Heroes”.
– VERNON DEWHURST, fotografo e autore della copertina per l’album David Bowie (1969), poi ri-titolato Space Oddity.
– LOUANNE RICHARDS, fotografa Bowie e famiglia presso Haddon Hall nell’ottobre/novembre 1971.
– JEFFREY MAYER, ritrae il cantante in una stanza d’hotel a NYC durante il suo primo viaggio negli USA (1971) e ai concerti in Los Angeles di tutti i tour successivi, oltre che nel backstage del videoclip Miracle Goodnight e delle riprese promozionali per Black Tie White Noise (1993).
– MASAYOSHI SUKITA, immortala l’artista dal 1972 fino al 2009, realizzando la foto di copertina per “Heroes” (1977)
– CHRIS DUFFY, figlio e assistente dell’autore delle copertine per Aladdin Sane (1973), Lodger (1979) e Scary Monsters (1980).
– GIJSBERT HANEKROOT, fotografa David in concerto dal 1973 fino al 1978, in particolare la sessione in studio durante le registrazioni TV per Rebel Rebel del 1974.
– TERRY O’NEILL, fotografa Bowie in studio e dal vivo dal periodo di Ziggy Stardust fino al 1989 (tra cui le sessioni con Elizabeth Taylor e William Burroughs), foto raccolte nei volumi Bowie by O’Neill e The Definitive Collection.
– MARTIN SAMUEL, hair stylist per il film The Man Who Fell to Earth e lo Station to Station Tour (1976).
– CANDY CLARK, co-protagonista femminile in TMWFTE (1976)
– DAVID JAMES, fotografo di scena sul set di TMWFTE (1976)
– ANDREW KENT, fotografo durante i due Isolar tour e viaggi di piacere (1976-1978), tra cui quello in treno fino a Mosca, da cui trae il libro Behind the Curtain.
– ESTHER FRIEDMAN, compagna di Iggy Pop che immortala estemporaneamente la coppia di amici per tutto il ‘periodo berlinese’ (1976-78).
– EDWARD BELL, pittore e grafico che crea la copertina e altri supporti discografici sia per Scary Monsters (1980) che per Tin Machine II (1991), raccoglie il materiale nel volume Unmade Up
– JOHN KUMNICK, bassista per le performance al Tonight Show, per il frammento live nel film Christian F. e i ragazzi dello Zoo di Berlino e nel videoclip Fashion (1980).
– GREG GORMAN, insieme per numerose sessioni fotografiche per tutti gli anni ‘80, in particolare la copertina di Let’s Dance (1983) e Never Let Me Down (1987).
– TONY McGEE, realizza foto in studio per la promozione di Let’s Dance (1983).
– DENIS O’REGAN, fotografo ufficiale del Serious Moonlight Tour (1983), da cui il libro Ricochet.
– BRIAN RAŠIĆ, scatta sessioni fotografiche promozionali durante i tour e i backstage da Let’s Dance e per tutti gli anni ‘80, ‘ 90 e inizio 2000.
– BRIAN ARIS, fotografo ufficiale durante il Live Aid (1986) e The Freddie Mercury Tribute (1991), il matrimonio a Firenze con Iman (1991), il secondo tour dei Tin Machine (1992) e per la sessione esclusiva alla neonata Alexandria Jones (2000), da cui il libro Memories.
– KEVIN ARMSTRONG, chitarrista, co-autore e arrangiatore per This Is Not America, Absolute Beginners, la cover di Dancing in the Streets (1986), il periodo Tin Machine (1989) e 1.Outside (1995).
– FRANK OCKENFELS 3, ritrae Bowie in ben 16 sessioni fotografiche in studio distinte dal 1989, le sue foto finiscono nei booklet di Earthling (1997), Hours (1999) e il postumo Toy (2000).
– STEPHEN FINER, pittore che dipinge ritratti di Bowie e Iman su tela (ora conservati alla National Gallery) durante il periodo 1995-1996.
– MARTIN RICHARDSON, specialista di filmati e fotografie in 3D che interagisce con Bowie dal 1996 per poi collaborare per la copertina di Hours (1999).
– TIM BRET-DAY, fotografo per la cover e il booklet di Hours (1999).
– JOHN SCARISBRICK, fotografo per il materiale promozionale e il booklet di 1.Outside (1995).
– GAVIN EVANS, incontra e fotografa il cantante per 1.Outside (1995).
– DAVIDE DE ANGELIS, collaboratore per le grafiche e le copertine dei booklet di 1.Outside (1995) e Earthling (1997).
– MICHELLE BEAUCHAMP, ballerina sul set del videoclip Strangers When We Meet (1995).
– ANTONÍN KRATOCHVÍL, fotografa David a NYC nell’estate del 1997, pubblica nel 2023 il volume Looking for the Light.
– FERNANDO ACEVES, incontra e fotografa l’artista in occasione del concerto a Mexico City nell’autunno del 1997.
– MYRIAM SANTOS, realizza materiale fotografico promozionale per Heathen (2001) e il successivo mini-tour a NYC, da cui trae il libro David Bowie Live in New York.
– ELLEN VON UNWERTH, ritrae David nel 1987 e nel 2002 (prima con la moglie Iman e poi con Kate Moss).
– DYLAN JONES, giornalista e autore di due volumi su Bowie, dopo averlo intervistato più volte lo convinse a realizzare la raccolta Iselect (2008).
– JONATHAN BARNBROOK, grafico per BowieNet, la mostra David Bowie Is, le copertine e i booklet di Heathen (2001), The Next Day (2013), Blackstar (2016) e alcuni progetti postumi (tra cui il videoclip I Can’t Give It Away).
– TIM LEFEBVRE, bassista per il disco Blackstar (2016).
– FRANCIS WHATELY, regista BBC che con Bowie produsse il documentario In Stillness and in Silence (Sacred) (1998) e che più di recente ha diretto i documentari Five Years (2013), The Last Five Years (2017) e Finding Fame (2019).