“Alternate Dream” è l’album d’esordio del sassofonista e compositore Diego Bettazzi uscito lo scorso dicembre per l’etichetta WOW Records. Una formazione completata da Lewis Saccocci al piano e fender rhodes, Alessandro Bintzios al contrabbasso e Cesare Mangiocavallo alla batteria. Il disco si caratterizza per una forte attenzione alla melodia con un sound moderno e composizioni fuori dagli schemi ma anche con un profondo rispetto della tradizione. Ecco il racconto del leader di questo progetto.
Per cominciare raccontaci la storia di questa band: come è nato tutto e poi come sei arrivato alla nascita del disco Alternate Dream?
Le composizioni sono nate quasi tutte prima della band, con i ragazzi ci conoscevamo già e avevamo già suonato in altre situazioni. Abbiamo organizzato un paio di session per sentire come girassero i brani e subito dopo abbiamo suonato all’Alexander Platz di Roma per presentare il gruppo e anticipare qualche brano che sarebbe andato a far parte del disco.
Raccontaci questo sogno alternativo e questo viaggio che hai intrapreso attraverso la musica.
ìQuando ho cominciato a scrivere la musica non avevo le idee chiare sulla storia. Ho pensato che i brani dovessero raccontare qualcosa, che tra loro ci dovesse essere un collegamento. È stato poi alla fine che, mettendo insieme i pezzi del puzzle, è nata l’idea del sogno. Quando ci si sveglia dal sonno si ricordano pezzi della storia, risulta tutto un po’ fuori fuoco, questo è quello che si percepisce dalla storia di Alternate Dream: si parte in Cammello, si arriva in un luogo strano, si vivono emozioni e si visitano luoghi, è la musica che raccorda tutto quello che apparentemente sembra sconnesso. I brani inizialmente avevano altri titoli (provvisori) sono stati però i provvisori a generare i definitivi, quasi tutti mantengono una parte o tutto il titolo che all’inizio era solamente “provvisorio”, Hope’s House si chiamava solamente Hope, Big Lex’s House si chiamava solamente Big Lex eccetera.
Perché hai voluto fare una sorta di concept album?
Perché avevo voglia di raccontare una storia attraverso la mia musica, forse la mia storia ma con un certo distacco.
Quindi Alternate Dream ha un significato particolare per te?
Beh è il primo disco che incido come compositore di tutti i brani, direi che già per questo ha un significato particolare. Poi racconto qualcosa di me, ogni brano è legato ad un’emozione più che ad un ricordo.
La tua musica e le tue composizioni sono moderne ma a nostro avviso attingono anche dalla tradizione. Vuoi raccontarci quali sono le principali caratteristiche di questo disco?
Volevo scrivere qualcosa di nuovo (il che non è facile), non ci ho ragionato troppo su.
Ho scritto un brano che comincia con un intro di basso suonando due suoni ad intervallo di quinta, volevo che tutto fosse “sospeso”, maggiore? minore? vediamo… Poi comunque ho fatto ricorso anche ad un po’ di linguaggio tradizionale.
Parliamo invece del tuo percorso. Hai all’attivo tante collaborazioni, ci vuoi raccontare quelle che per te sono state fondamentali durante la tua storia musicale?
Le collaborazioni in Big Band mi hanno dato modo di lavorare con diversi repertori, dagli anni 20 fino ai contemporanei e di collaborare con i grandi nomi del Jazz internazionale, grandi fonti di ispirazione. Ho collaborazioni PoP e Rock, c’è qualcosa di progressive in Alternate Dream che probabilmente deriva dalla mia esperienza con il Banco del Mutuo Soccorso.
Chiudiamo sempre parlando del futuro: prossime date e prossimi progetti in cantiere?
Stiamo lavorando per far girare Alternate Dream il più possibile, intanto posso anticipare che il 3 febbraio 2024 lo presenteremo live alla Casa del Jazz di Roma.