Una dichiarazione d’amore a Milano in una cartolina da Parigi: questo è Saluti da Parì, il primo album in italiano di Roberto Cicogna, cantautore milanese ma espatriato da più di 10 anni in Francia, che uscirà venerdì 26 gennaio per Aaki Records/Bradipo Dischi.
Anticipato da quattro singoli, Saluti da Parì sarebbe una cartolina da Parigi senza Torre Eiffel, visto che è stato concepito quando la “Ville Lumière” era spenta. Non si poteva uscire, ma Roberto doveva buttare fuori i suoi pensieri. Dopo alcuni singoli ed un EP in inglese con il nome OhPilot!, con questo album torna alla sua lingua madre: “Il disco é stato scritto per la maggior parte quando a Milano non potevo ritornare.” racconta Roberto. “In quel periodo, gli allora dieci anni passati via dall’Italia si sono come ripresentati tutti all’improvviso sotto forma di un grande vuoto, che prima avevo sempre ignorato, o con il quale, potendo tornare quando lo desideravo, non mi ero mai dovuto confrontare. Ho scelto per il mio primo album di scrivere in italiano, cosa per me nuova, perché avevo voglia di scrivere qualcosa che le persone a cui tenevo potessero comprendere e cantare insieme a me”. Ma questo non vuol dire che sia un disco triste e malinconico: scritto con la vista sul colino e la caffettiera, riesce a raccontare con ironia ritratti e frammenti di vita illuminati dal sole. Appassionato di stand-up comedy e di Seinfeld, Roberto Cicogna non dimentica il tocco fantasioso e lunare, persino ironico, dei due leggendari Lucio, Battisti e Dalla, ma si sente anche un po’ l’aria di Canzoni dell’appartamento di Morgan, con un’ombra di Paolo Conte nel suo modo di raccontare storie gioviali e teatrali, tra aneddoti da bancone e cronache stile piano-bar. Quando il narratore non va su L’isola di Matteo, torna a Milano, in Via Cappuccio, dove tra le linee di una chitarra cugina di Mac DeMarco chiacchiera con una galleria di personaggi colorati, i suoi amici. Rinchiuso a Parigi in qualche metro quadrato, l’esterno non è più̀ un miraggio sfocato ma un paesaggio pieno di bei ricordi. “Ogni canzone di questo disco è una cartolina per qualcuno o per qualcosa che mi mancava o che sentivo lontane: posti, persone, relazioni che non hanno funzionato, coinquilini che non avevo più o vecchi compagni di università persi di vista. Avevo voglia di costruire un ponte tra l’Italia e Parigi, di avere, finalmente, una scusa in più per tornare a “casa” e riabbracciare tutti. Spoiler, alla fine sono rimasto qui. E allora ho scritto una cartolina, con dedica.”