E’ uscito su tutte le piattaforme digitali e in vinile, “Palo”, il primo album dei “Brucherò nei pascoli”, anticipato dal singolo “Montreal”.
«“Palo” è il nostro primo disco ufficiale. Non è facile parlarne, perché vorremmo che fosse la musica a farlo”, raccontano i Brucherò nei pascoli, “L’abbiamo concepito in un periodo in cui la band si stava ancora formando completamente, mentre vivevamo le nostre solite vite, i nostri soliti lavori, ma allo stesso tempo si scommetteva tutto quanto sulla musica, coscienti che non saremmo riusciti a pagarci le bollette. Per noi “PALO” è diventata un’aspirazione: ogni scelta che prendevamo era un palo fuori o palo goal, segnare o buttarla fuori. Alla fine ci siamo resi conto che la cosa che accomunava ogni nostra decisione era questa continua non risoluzione degli avvenimenti, che portava ad un inevitabile fallimento. Non si tratta però di un fallimento negativo, anzi: ogni volta si rilanciava la sfida, e questo crediamo si avverta tanto nella tensione musicale del disco quanto nei testi che abbiamo scritto. Se dovessimo scegliere un termine per descriverlo, parleremmo di “appartenenza”. “PALO” è un disco che vuole fare i conti con il sistema della musica indipendente in generale». “PALO”, che racconta e racchiude tutte le anime dei Brucherò,non solo è il primo disco che ha consacrato la collaborazione fraterna della band, ma è un disco che vuole fare i conti con il sistema della musica indipendente in generale. Per i Brucherò nei pascoli è frutto di grande orgoglio: con il tempo il gruppo si è allargato e ha trovato il sostegno di un sacco di musicisti bravissimi, un sacco di persone che hanno sostenuto il progetto in ogni ambito, dalle grafiche ai video, dalle foto ai concerti.
Grazie a “PALO” i Brucherò sono diventati una grande famiglia. Sono passati dal loro esordio, l’EP “BAR ADRIANA”, con l’etichetta genovese Pioggia Rossa, alla firma con Woodworm che ha creduto subito in loro.
La band parla di “appartenenza” per descrivere questo progetto e questo senso di appartenenza, oltre al quartiere a cui sono così legati, Via Padova, proviene anche dalle loro radici proletarie. I loro padri hanno fatto il muratore e l’operaio e le madri erano una maestra e una bidella. Questo è un disco che fra le righe vuole fare i conti con le loro origini. Non è scontato intraprendere il percorso che stanno facendo i Brucherò, mettersi in gioco così tanto e scommettere di poter fare nella vita un lavoro per pochi considerato da pochi “normale”. Per fare un esempio, girare in tour sulla Panda di Niccolò non è un vezzo estetico come in molti hanno pensato: semplicemente è l’unica macchina che hanno.