Come il tuono e la roccia, roboante il primo e incandescente come lava la seconda, la fusione tra carne e metallo, spirito libero e intransigenza, i marchigiani Rebel Heart ci comunicano che così si presenta il loro quarto nuovo album, di cui pubblichiamo parzialmente la copertina in attesa di poterlo recensire.
Più duri e intransigenti che mai, marshallosi fino all’osso, rifiutando orgogliosamente qualsivoglia accostamento a modernità o ammorbidimento, i nostri ribelli rovesciano su chi ascolta dodici tracce di vigoroso hard rock metal. Potente e melodico al tempo stesso, nudo e crudo, a tratti malinconico e introspettivo ma sempre sfacciatamente un dinamico fluido acustico diretto al motore di ogni rocker che si rispetti. Banditi freddi e pleonastici fronzoli patinati così come terre promesse digitali, i quattro badano al sodo: ogni traccia entra nell’anima, come un pugnale affilato, scagliato dal passato dell’hard rock che, come freccia infuocata, trafigge i cuori di ogni ribelle dentro.
Die Hard è la nuova, ruvida ma sincera iniezione di energia e forza primordiale orgogliosamente impavida dinnanzi all’oggi; volutamente fuori dagli schemi, un rock metal figlio di mille padri e mille madri ma capace di penetrare fragorosamente l’essenza vitale di ogni vero figlio del rock, elevando la sua forza interiore e forgiandolo per l’ennesima battaglia. Senza alcun timore, aprite i vostri cuori ribelli ai Rebel Heart e al loro Die Hard, lasciate che le emozioni prendano il sopravvento e urlate al cielo che anche se il mondo davanti ai nostri occhi non è come vorremmo, noi ribelli nel cuore siamo e combatteremo fino alla fine.
Scaturito dalle mai stanche meningi del cantante Germano Quintabà, uscirà per la U.d.U. Records forgiato dal resto dei Rebel Heart Fabio Bruscantini e Sergio Villarreal, registrato e mixato dal chitarrista del gruppo Ivan Perugini, vede la partecipazione di un nutrito manipolo di amici musicisti come i batteristi Giacomo Zepponi (Mad Dogs), Giampiero Santini e Mauro Tosoni (Project Czar), il chitarrista Lorenzo “Manes” Froccani, il bassista Roberto Di Rosa (Sybilla), e dulcis in fundo il M° Chiara Di Matteo al flauto traverso, tutti citati in ordine sparso. Il mastering è stato affidato alle sapienti mani di Paolo Ojetti.