In un misto di ispirazioni, tra folk e pop elettronico, Talèa è al centro della scena, carnefice e vittima di una musica magica ed originale.
Dopo il mini “Tales” la giovane Talèa, la ragazza che ha emozionato “X Factor”, debutta sulla lunga distanza, ed incanta con la sua dolce eleganza e una raffinatezza mai zuccherina.
In possesso di una voce sensuale e dolce, lombarda ma radicata a Jesi, Talèa, fuori arte Cecilia Quaranta, ha viaggiato metaforicamente con l’arte, ispirandosi ad un ponte creativo che va dai Radiohead a Joni Mitchell, e fisicamente, girovagando chitarra in spalla, tra Irlanda e Scozia, assorbendo ogni tipo di influenza.
Nasce anche così questo “Aura”, un concept – si legga bene – all’emicrania con aura, una forma di cefalea di tipo neurologico, che porta visione di lampi, macchie nere scintillanti, deformazioni degli oggetti e oscuramento del campo visivo e poi nausea e vomito. Patologie che la cantante ha scoperto di avere nel 2017, iniziando così un percorso medico e di consapevolezza, che ha certamente condizionato anche i contenuti creativi di queste undici tracce, prodotte in modo magistrale da Flavio Ferri.
In un gioco di sussurri e melodie sottovoce, che evocano Tori Amos, Paola Turci e Beatrice Antolini, Talèa si accompagna in questo tragitto di accettazione che si trasforma in “Tempie”, “Vetri”, “Stencil”, brani privi di sovrastrutture, dove la melodia vocale è il punto centrale di tutto e si ascolti la meravigliosa “Ombre” con quei gorgheggi sonori che rievocano lo shoegaze dei giganti My Blooddy Valentine.
Il senso di smarrimento della malattia emerge prepotente in “Sconnessi” con ospite Antonio Aiazzi al pianoforte, che ritroviamo nella bellissima versione intima di “Amandoti” firmata da Giovanni Lindo Ferretti con i CCCP, qui alla fisarmonica. La domanda ossessiva ‘Come mai? Come mai?’, catapultata in “Vuota” è il grimaldello di un brano mistico, l’apice di un album di rara bellezza, che dimostra che la musica italiana d’autore meriterebbe maggior attenzione, anzi a dirla tutta: un minimo di attenzione, da parte delle radio, stritolate per scelta vigliacca tra vecchi eroi e idoli attuali fatti di plastica e autotune.
Lasciatevi avvolgere dall’abbraccio empatico di Talèa e non fatevi spaventare da “Aura”, l’ispirazione si origina nel dolore, ma a noi donerà soltanto bellezza. In un misto di ispirazioni, tra folk e pop elettronico, Talèa è al centro della scena, carnefice e vittima di una musica magica ed originale.
Talèa (nome d’arte di Cecilia Quaranta) nasce a Sesto San Giovanni (MI) nel 1998 ma si trasferisce a Jesi durante l’infanzia. Appassionata di chitarra inizia a girare diversi locali con i classici del rock e folk d’autore, con muse ispiratrici come Joan Baez e Joni Mitchell e consumando i dischi di Bob Dylan, Fabrizio De André, Lucio Battisti e molti altri. La svolta arriva quando decide di iniziare a viaggiare in Irlanda e in Scozia dove perfeziona l’inglese che utilizza anche nei testi delle sue canzoni mentre si esibisce in vari pub e come artista di strada. Ispirata dai magnifici paesaggi scozzesi, scrive molti dei brani che faranno parte del suo primo EP a cui lavora durante la pandemia rientrando a Jesi. Nel settembre 2020 vince una borsa di studio presso il CET del Maestro Mogol. Alla fine dei concerti estivi, firma il suo primo contratto discografico con l’etichetta Vrec Music Label, che nel 2021 pubblica il suo primo EP di inediti sotto la produzione artistica di Marco Olivotto (Giulio Casale). Dall’Ep sono estratti i singoli e video “Song in the Dark” e “Riding Home”. A Settembre 2022 pubblica la cover dei CCCP “Amandoti” sotto la produzione artistica di Flavio Ferri ed è protagonista dell’edizione 2022 del talent televisivo X Factor. Dopo i singoli “Ombre”, “Sconnessi” (impreziosito dal pianoforte di Antonio Aiazzi) e “Vetri” è pronto il nuovo album “Aura”, previsto il 5 maggio 2023 (Vrec/Audioglobe).
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