Marco Moraca, lo scorso 8 luglio sul palco del Nuovo Teatro San Paolo, ha vinto la tappa romana del concorso “Promuovi La Tua Musica 2023”, aggiudicandosi il Premio Radio e Stampa. Sulla scia della pubblicazione dei singoli “Paura non ne ho più” (marzo 2018), “Nuove prospettive” (giugno 2018) e “Stai con me” (ottobre 2018), che lanciano l’uscita del suo album di debutto “Nuove prospettive”, Marco si è aggiudicato il primo premio del concorso con l’inedito “Credimi”, brano che verrà pubblicato il prossimo settembre e che lancerà l’uscita del suo secondo album.
Psicologo di professione, ma musicista e polistrumentista di nascita, è oggi al lavoro ad un nuovo disco che racchiuderà la produzione di questi ultimi anni e alcuni inediti rimasti nel cassetto tra cui la canzone vincitrice “Credimi”. Il cantautore pavese ha già all’attivo diverse esperienze in formazioni musicali di vario genere, cui si affiancano esibizioni live sul territorio nazionale, progetti radiofonici e alcuni concerti a scopo benefico.
Psicologo, musicista, cantautore… Come coniughi le tue diverse anime in ciò che scrivi?
«Non ho mai pensato potesse esserci una linea di confine tra le diverse anime che mi compongono. Mi sono sempre considerato l’insieme di tutto ciò che faccio, penso e vivo, filtrato attraverso la persona che nel tempo, sono diventato. Credo che questo si riverberi sia quando faccio lo psicologo, sia quando mi dedico alla scrittura cogliendo sensazioni, immagini o emozioni che mi attraversano e mi ispirano».
Facciamo un passo indietro: quando hai incontrato la musica?
«Non ricordo un tempo senza musica. In casa era una presenza costante: mio padre la ascoltava sempre, suonava la chitarra e scriveva canzoni. Tutto questo ha lasciato un’impronta profonda nel mio percorso di crescita. Inoltre la maestra delle elementari, ogni pomeriggio, per tenerci a bada l’ultima mezz’ora, si sedeva sempre sulla cattedra e ci intratteneva suonando la chitarra. Ricordo l’atmosfera che riusciva a creare, il modo in cui ci lasciava incantati. Ho sentito il desiderio d’imparare a creare quell’energia. Cosi a 10 anni ho imbracciato la chitarra e ho iniziato a suonare… Da allora non ho più smesso».
Apri la tua playlist preferita: quali sono gli autori che ascolti più spesso?
«Ad oggi non è semplice scegliere uno o più autori preferiti, abbiamo a disposizione così tanta musica che le playlist sono diventate forse più una fotografia di ciò che sei o senti nel momento in cui la crei. L’amore per i Beatles, i Queen, gli Aerosmith, Carlos Santana, Eric Clapton e Sting non passa mai, come l’ammirazione per cantautori come Pino Daniele, Lucio Dalla, Fabio Concato, Mario Venuti, Gazzè… Ultimamente ascolto molto Jazz e Swing, ma questa è tutta un’altra storia».
Nel 2019 hai pubblicato il tuo primo disco, “Nuove prospettive”.
«”Nuove prospettive” è stato un album molto atteso. Ha rappresentato la volontà di “certificare” la mia passione per la musica e di tirare le somme con la mia vita. Ha segnato il passaggio verso una nuova fase, caratterizzata dalla necessità di chiudere alcuni cerchi, tra cui anche la produzione di un disco. È stato pubblicato sulla soglia dei miei quarant’anni, età che, nella musica, vede la maggior parte dei cantautori già affermati. Ho voluto dare un segnale più ampio: non è mai tardi per realizzare un sogno o un progetto, qualunque esso sia. Il disco è un vero e proprio viaggio attraverso la mia vita: racconta sogni, paure, amori e dolori che ho attraversato, traghettandomi verso “Nuove prospettive” anche perché oggi “Paura non ne ho più”. Questo progetto ha inoltre permesso la raccolta di fondi a favore dell’Oncologia Pediatrica dell’Ospedale San Matteo e l’associazione Agal di Pavia oltre ad acquistare beni di prima necessità per i bambini dell’Ucraina che, come sappiamo, oggi è in guerra. Tutto questo attraverso tre importanti concerti di beneficenza chiamati “MM Nuove Prospettive Charity Concert” organizzati l’anno scorso tra Pavia e Milano, tutti sold-out».
Lo scorso 8 luglio tu e il chitarrista Stefano Bergonzi vi siete aggiudicati il premio Radio e Stampa del concorso Promuovi la tua musica 2023 con “Credimi”.
«È stata una grande emozione, inaspettata. “Credimi” è un brano molto intenso, nato durante la pandemia da Covid-19, in un momento storico molto particolare, che ha coinciso con una fase molto critica della mia vita. Questa canzone non è solo la sintesi di un vissuto personale, ma si è rivelata la fotografia di ciò che è accaduto ad un numero forse troppo alto di persone. Penso sia ciò che colpisce, ascoltandola. Sarà il primo singolo che pubblicheremo il prossimo settembre, per lanciare il nuovo album, la cui musica è stata composta anche dal mio amico Marco Beltrami».
Quali sono le tue “nuove prospettive”?
«Ho ancora molti brani nel cassetto, tra cui alcune canzoni scritte recentemente e sento il bisogno di lasciarne traccia. Oggi ho chiuso molte questioni rimaste aperte e che negli ultimi anni mi hanno appesantito non poco, ritrovando me stesso e la leggerezza che mi ha sempre contraddistinto. Oggi sto bene ed è tutto ciò che conta. Non parlo di superficialità, ma della capacità di “stare” nelle cose che accadono, restare connessi a ciò che ci circonda e prendere quello che arriva senza farsi troppe domande. Lasciarsi stupire dalle piccole cose e seguire il flow, consapevoli che qualunque cosa accada, sarò in grado di affrontarla… Non è detto che debba accadere sempre qualcosa di brutto, no?».
Il tuo primo disco è stato accompagnato dall’hashtag #lacurasonoio. Ora quale scegli?
«Ciascuno di noi ha il dovere di cercare dentro sé le risorse utili a fronteggiare i momenti difficili e godere di quelli positivi. Con un po’ di lavoro su se stessi, possiamo trasformare ciò che siamo e raggiungere consapevolezze profonde in grado di armonizzare la nostra natura con il mondo in cui viviamo, facendoci raggiungere ciò che desideriamo. Dobbiamo avere il coraggio di ammettere le nostre fragilità, perché sarà proprio grazie a quelle che coglieremo il senso della nostra esistenza. #lacurasonoio sintetizza tutto questo: lavora su te stesso e non pensare che qualcun altro debba risolvere le tue questioni, perché spesso, l’unica cosa di cui hai bisogno, sei tu. Così sarai più… #leggero».
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