Un ritorno sorprendente, all’insegna di un metal sontuoso e regale. Oggi la musica di Antonio Giorgio ha pochi rivali in termini di magniloquenza epica e “Imajica” è una gemma che splende nella scena metal mondiale.
Il campano, dell’area Irpina per la precisione, Antonio Giorgio, era uscito dai radar dopo la pubblicazione dell’esordio “Golden Metal” del 2017, una vera e propria dichiarazione d’intenti stilistica, più che un semplice titolo, apprezzato dalla critica di tutto il mondo.
Questo ritorno non fa altro che ampliare e migliorare la sua formula espressiva, sempre riconducibile ad un heavy metal carico di enfasi, proiettato verso i lidi di sonorità epiche, riconducibili a quelli che sono i suoi idoli dichiarati: Black Sabbath era-Dio e lo stesso Ronnie James Dio solista, Queensrÿche e Fates Warning, senza dimenticare un tocco di eleganza sulla scia del class metal dei Dokken e la spinta dinamica di certo epic power di scuola Elegy e Stratovarius.
Ma tutte queste influenze trovano una nuova visione nelle lunghe tracce di “Imajica”, suonate da musicisti di spessore, assemblati dal titolare a seconda dell’esigenza del singolo brano, con in rosa alcuni ospiti prestigiosi come Ian Parry, Claudia Beltrame e Mark Vanderbilt.
Se la cadenzata “Gothic Church”, il primo singolo, accompagnato da un bel videoclip, è forse la canzone che meglio identifica il sound dell’album, la lunga “Wisdom of Imagination” dimostra il coraggio di Antonio Giorgio. In quanti avrebbero la sfacciataggine di aprire un album con una suite di dodici minuti?
“Silver Sanctum”, “Lucifer’s Treasures” sono brani ammantati di epicità che ci accompagnano al terzo atto del disco, “The System Vision”, dove la suite che intitola l’album è un centro di gravità, che seduce chiunque ha amato il metal anni lussuoso degli anni ’80.
In chiusura una credibile cover di “I Will Remember” dei Queensryche, che dimostra la crescita come cantante di Antonio Giorgio, che sfoggia la sua timbrica calda ed espressiva.
Diviso in tre atti, “Imajica” è un viaggio negli anni gloriosi del metal epico e regale, dove raramente è la velocità a prendere il sopravvento, ma è sempre il tempo medio, un’andatura cavalleresca ed elegante, a dare il senso di sfarzo e potenza, esibita senza violenza, ma sempre con orgoglio. Straordinario il lavoro dei musicisti, con chitarre in primo piano e ritmiche veramente equilibrate, notevoli anche gli interventi di tastiere ed importanti le cascate di cori che accompagnano la voce solista.
Come per il precedente album anche “Imajica” (che nella versione digitale offre alcune tracce bonus), vanta una meravigliosa confezione in digipack, con un libretto ricco di foto, testi e spiegazioni, che aumentano il valore di un grande disco che è un raggio di luce per tutti gli amanti del (golden) metal epico, un genere rimasto in mano a pochi interpreti.
A breve un’intervista dove il nostro ci spiegherà nel dettaglio l’album e i progetti futuri.