Scoprirsi è la chiave, riconoscersi è la cura. Questo il sunto del videoclip del brano Eleonora che enfatizza questo bel disco intitolato Cura: ma il legame con Franco Battiato lo abbiamo nel brano centrale della track list, perché Daniele De Gregori ripropone Il re del mondo, in origine in quel disco seminale che è L’era del cinghiale bianco. Lo stesso artista racconta che .. Ero adolescente quando mio padre portò a casa quel 33 giri: rimasi folgorato dal primo approccio con quelle canzoni ed Il re del mondo ha cambiato la mia vita: posseggo anche il saggio di René Guénon…!
Le collaborazioni con Eleonora Maggioni (soprattutto nel già citato videoclip) e con Stefano Agostinelli & Matteo Gabbianelli, hanno portato questo disco uscito per Goodfellas (con il contributo di Nuovo Imaie) ad assumere una sua luce splendente, frutto della grazia usata da Daniele De Gregori nel comporre: qui nulla risplende per luce riflessa o generata da altre fonti, perché sgorga viva dall’animo creativo dell’artista romano. Proprio un brano come Eleonora è un fiume calmo (ma impetuoso all’unisono) di poesia.. Come hai fatto a guardarmi dal lato giusto ..e a mostrarmi un mondo nel mondo, ridendo di gusto .. La lirica emoziona e strappa anche un sorriso, quando ci si domanda che strani trucchi ha lo sguardo della amata, talmente unico che nessuno è mai riuscito a raccontarlo … ma ha portato il poeta ad amarla più di quanto ipotizzasse!
Questo di Daniele De Gregori è il secondo lavoro discografico, a otto anni dal precedente Hegel. La partenza con un brano potente come Le case mangiate dal sale rimanda alla scuola romana dei cantautori e nessuno se ne vergogna, perché rappresenta l’humus su cui è bello crescere e cantare .. Il mare riprende la terra e le case mangiate dal sale e una lunghissima estate ci viene a inghiottire .. Puro romanticismo incastonato in un album dalla copertina semplice nel primo impatto cromatico, ma che ti costringe a mettere a fuoco il gioco di colori, sino ad individuare due amanti che si abbracciano, emozionati dalla loro nudità. Ti viene voglia di rimettere Cura nel lettore, perché ti ritrovi all’ottavo brano in un batter di ciglia, canticchiando .. E impareremo a ridere diversamente e a stringerci, per tornare a casa, per ascoltare Nebraska, per difenderci la schiena da chi arriverà .. Il brano però che più mi è entrato nel cuore è Sempre la stessa canzone, perché lo stesso Daniele De Gregori constata che fin troppe volte classifichiamo come “esperienza di vita” un errore madornale che abbiamo fatto. Eppure siamo parti di un mondo in cui interagiamo ed è in questo scenario in cui cerchiamo di collocare le fondamentali esperienze che ognuno è chiamato a fare: ma è uno scotto che dobbiamo per forza fare o un prezzo che dobbiamo per forza pagare? Di ogni esperienza dobbiamo/vogliamo comprendere lo spessore e l’importanza, anche se è difficile farlo mentre la viviamo. Tutti cercano una cura, per il male di vivere, per la malattia, per il dolore, per l’amore ..
Tracklist di questo disco: Le case mangiate dal sale, Eleonora, Qualcosa di me, Il re del mondo, Cruise control, Sempre la stessa canzone, Luglio e Milano, Nebraska.
Daniele De Gregori – Cura (Goodfellas CF2836CD)
Tempo di Lettura: 3 minuti