Non sono ispirati all’horror film del 1954 o dalla seminale band di Van Morrison, anche se in un brano quei Them cantavano .. One Sunday mornin’ we went walkin’ down by, the old graveyard / The mornin’ fog I looked into .. yeah, those mystic eyes .. Ma quello dei nostrani Them è un alternative rock & post-hardcore moderno che poi ci porta in mente un album importante come The Angry Young Them del 1965: allora la rabbia giovanile si trasformava in voglia di comunicare, mentre nel caso degli attuali Them fa impressione la scelta di raccontarsi tramite una cornice vuota, simbolo forte del sentimento depressivo, perché si studia anche nelle Università italiane che tre sono le figure che costituiscono il focus della melanconia: il buco, il negativismo ed appunto la cornice vuota.
Nel brano iniziale Blinded lo scollamento dalla realtà circostante diventa pesante intolleranza verso la società moderna, ricolma di stereotipi e stili di vita che diventano automaticamente sinonimo di felicità. Il brano però che forse è il manifesto dell’intero progetto è Ghost of myself, dove la depressione diventa un gioco con cui la nostra componente (più ancestrale e dark) spera di superare i momenti più down e melanconici: quando si cade vittima di questo male, ci accorgiamo di non essere amati e la nostra vita non è protetta da nulla e nemmeno avvolta da qualche tessuto protettiva. La ricerca frenetica di una coperta di Linus, ci fa sembrare fantasmi di noi stessi e con una camminata dall’incedere cadenzato e lento: il nostro passo ha un ritmo ben tracciato dalla chitarra basso che (rispetto a quella elettrica) raramente riesce a darci energia positiva e scattante. Nel loro comunicato stampa, i Them fanno un salto di qualità nel riconoscere che .. una cornice vuota può essere diversamente interpretata guardandola nelle varie fasi della vita: nel passato (riferendosi a tutto ciò che è andato perduto in una vita), nel presente (perché il presente non può essere racchiuso, in quanto scompare nello stesso tempo in cui si crea) e nel futuro .. a causa della costante incertezza dei nostri tempi. Con una line-up tipica del rock (ossia basso, batteria e chitarra), fanno alzare la nostra palpitazione ansiogena utilizzando anche la voce: la conclusiva Time ti porta a guardarti l’ombelico, chiedendoti se per caso fossi diventato protagonista di un sequel del film Alien, perché senti strani movimenti convulsivi all’interno del tuo stomaco!
Tracklist di questo disco: Blinded, Smart pressure, Restless, Purgatory, Fragments, Sober, Ghost of myself, Strong, Time.