Giuseppe Moffa – Uauà / Omaggio in musica ad Eugenio Cirese (Squilibri cd book)

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Il solito elegante package per questo omaggio ad una figura chiave della cultura popolare molisana. Quelli realizzati da Squi(libri) sono elementi preziosi per comprendere i mille rivoli in cui la creatività italiana si presenta, superando mode e fenomeni effimeri: qui si parla di cultura ed ha contenuti extra al passo con la tecnologia e vi basta inquadrare il QrCode ed avere continui aggiornamenti sull’attività dell’artista coinvolto.
Daisy Jacuzzi va elogiata per il progetto grafico di Uauà, così come Fulvio Trivisonno per le illustrazioni ed il fotografo Riccardo Ciocca. Poco prima di Natale, il nostro Alessandro Hellmann ci aveva parlato di questo disco e la lettura del suo articolo è d’obbligo, anche per addentrarsi nel mondo (musicale e culturale, emotivo e poetico) di Eugenio Cirese: il mio compito ora è di ulteriormente scoprire le mille sfumature cromatiche di questo disco sul fronte artistico.
Partiamo dai compagni di viaggio con cui Giuseppe “Spedino” Moffa ha compiuto questo percorso: Erika Pett (voce), Manuel Petti (fisarmonica), Marco Molino (marimba e percussioni), Lorenzo Mastrogiuseppe (basso), Domenico Ciaramella (batteria). Sono tutti musicisti molisani, scelti non per la regione di appartenenza bensì perché è viva la collaborazione musicale, temprata da altri progetti reaizzati in passato. Nel bel disco della Squi(libri) ci sono anche le voci recitanti di Vania Trivisonno in Ninna nònna e Giorgio Careccia in Repuote e Camina. Altri ospiti sono Marco Zampogna al corno francese e Gabriele Coen al clarinetto.

Uauà nasce da una proposta  di Antonio Fanelli durante un convegno su Eugenio Cirese a Fossalto, organizzato da JustMò, cooperativa che si occupa di promozione territoriale, che poi ha curato tutta la produzione esecutiva del disco. Palpabile in tutto il disco la vicinanza al mondo contadino da parte di Cirese, anche se era un poeta colto e apparteneva al ceto borghese: l’omaggio alle comunità alloglotte arbëreshë è assai forte, perché i brani italo-albanesi molisani sono ancora vivi (dopo 500 anni) nel vivere quotidiano, soprattutto nel trattare il ciclo della vita, quello legato alle nozze ed all’alternarsi delle stagioni.
Mette i brividi Camina, brano che chiude l’album e che racconta (tramite la figura di Ze Minghe) il gustoso modo di fare che era quello contadino, lontano dai ritmi e dalla retorica industriale e della globalizzazione. Un velo di nostalgia ci avvince, ma Giuseppe Moffa (novello zampognato, terribilmente demodé) è abile nel riportarci alla sua ottima ricerca stilistica del pensiero di Eugenio Cirese, senza così cadere nel trito folk
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Tracklist di questo disco: Pagliara (maje maje) 4:47, Canzone d’atre tiempe 5:27, Vare vare 3:53, Repuote 4:18, Sunette d’amore 5:25, E zemra jme rri qet qet 4:42, Ninna Nonna 4:20, Canzoni a dispetto 8:28, Qifti 4:37, Canto dei mietitori 5:46, Camina 2:44.

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