Tante sono le interpretazioni del testo di Jumpin’ Jack Flash, uno dei brani più famosi dei Rolling Stones
Marzo 1968
Negli Olympic Studios di Londra il giovane producer americano Jimmy Miller, 26 anni, sta per iniziare il suo primo lavoro con i Rolling Stones. Reduce da un paio di album di successo con i Traffic e gli Spooky Tooth, Miller è stato chiamato da Jagger, Richards & company per firmare il ritorno della band all’amato rock blues dopo le esperienze psichedeliche dell’anno precedente con Their Satanic Majesties Request. Mick e Keith hanno un nuovo brano basato su un riff di chitarra esplosivo e sulla figura di un personaggio misterioso, un certo Jumpin’ Jack Flash che finisce per dare il titolo alla canzone. Ci vogliono un paio di giorni per registrarlo e nemmeno due mesi dopo, al New Musical Express Poll Winner Concert, gli Stones lo suonano dal vivo per la prima volta. Quella sera passa alla storia sia perché al termine del pezzo Jagger scaglia sul pubblico una delle sue scarpe bianche e sia soprattutto perché quella esibizione sarà l’ultima di Brian Jones con la band. Negli anni, Jumpin’ Jack Flash diventerà uno dei cavalli di battaglia dei Rolling Stones, usato spesso come brano d’apertura dei loro concerti o come pezzo conclusivo. E alimenterà le fantasie dei fan da sempre alla ricerca di una plausibile interpretazione del testo. Jagger dal canto suo ha tagliato corto dicendo che il pezzo è stato ispirato da uno dei giardinieri della casa di campagna di Keith Richards (un certo Jack Dyer), un tipo che aveva avuto una vita dura ma che poi ne era uscito bene. C’è chi però si è ricordato di una vecchia canzone popolare inglese intitolata Jumping Jack di sovente utilizzata nei metodi per chitarra negli anni ’50 e ’60. O del fatto che “Jumping Jack Flash” fosse il nome di una creatura che molestava le donne nella Londra dei primi dell’800 e che aveva occhi di fuoco, fiato di ghiaccio e saltava da un tetto all’altro: non fu mai catturato.
I “jumping jack cracker” erano invece dei petardi, detti anche “jack flash” per via dell’intensità della luce al momento dello scoppio. Dato che in Inghilterra vi sono parecchi pub chiamati “Jumping Jack”, è lecito supporre che con questo nome si indichi qualsiasi cosa strana, deviante dalla norma e che incuta paura. E se i possibili riferimenti alle droghe appaiono un po’ tirati, la frase “I was born in a cross fire hurricane” si riferisce di certo agli aerei Hurricane impiegati dalla RAF durante la Seconda Guerra Mondiale, cioè negli anni in cui nascevano Mick e Keith.