Esce il 20 aprile al cinema “Il sol dell’avvenire” di Nanni Moretti con Margherita Buy e Silvio Orlando, che a maggio sarà in concorso al 76° Festival di Cannes. Le musiche sono di Franco Piersanti, tra le canzoni originali presenti nel film ci sono brani di Aretha Franklin, Franco Battiato, Fabrizio De Andrè e Luigi Tenco.
Ambientato nel mondo del circo Budavari (una citazione di “Palombella rossa”), “Il sol dell’avvenire” racconta la storia di un regista (Giovanni) interpretato dallo stesso Moretti che sta girando un film ambientato nel 1956, la storia del segretario della sezione “Antonio Gramsci” del PCI del quartiere romano del Quarticciolo che deve capire come reagire all’invio dei carri armati sovietici a Budapest. La produttrice del film è sua moglie Paola (Margherita Buy), che sta pensando di lasciarlo anche se Giovanni non lo sa, mentre il regista nel frattempo sta scrivendo un film tratto da “Il nuotatore” di John Cheever, e allo stesso tempo immagina di girare un altro film che racconta la vicenda quarantennale di una coppia intorno ai cinquant’anni (Barbora Bobulova e Silvio Orlando), la cui storia è un sogno del regista stesso e viene accompagnata da molte canzoni italiane. Quasi un musical ma senza il pasticcere trotzkista, un film nel film che intreccia personale e politico, ironia e sentimenti nel classico stile morettiano, quasi una “summa” del suo cinema anche se il regista rifiuta l’etichetta di “film testamento” (“con questo film chiudo la prima parte della mia carriera“, ha detto scherzando Moretti durante la conferenza stampa di presentazione al Nuovo Sacher). Tra le canzoni originali presenti: “Think” di Aretha Franklin (1968, scritta con suo marito Ted White) nella versione cantata con i Blues Brothers; “Lontano, lontano” (1966) di Luigi Tenco, “La canzone dell’amore perduto” di Fabrizio De André (del 1966, musica di Telemann) e “Voglio vederti danzare” di Franco Battiato (e Giusto Pio), colonna sonora di una delle scene più belle del film con gli attori che ballano come dervisci rotanti (“i dervishes turners che girano“) citati nella celebre canzone del 1982.
Altri brani originali sono “Et si tu n’existais pas” (di Delanoe-Lemesle-Cutugno-Losito-Pallavicini) nella versione francese di Joe Dassin e poi la “Dolly Suite op.56” per pianoforte a quattro mani di Gabriel Fauré. La scena più brutta e imbarazzante del film (“Le scene brutte sono brutte, non si fanno e basta” dice a un certo punto lo stesso Moretti) è quella in cui tutto il cast canta all’unisono “Sono solo parole” di Fabrizio Moro portata a Sanremo da Noemi. Parafrasando la famosa scena di “Caro diario” a Casal Palocco viene da chiedere a Moretti: “ma perché avete cantato tutti in coro Fabrizio Moro? ci sono tante altre canzoni degli anni ’60, ’70, ’80 e ’90 che erano bellissime“, ma forse il contrasto con gli altri brani del film è voluto, tanto è vero che questa è l’unica canzone che Moretti canta con la sua (non certo bellissima) voce, mentre le altre sono lasciate intelligentemente nella versione originale. Tra i musicisti che hanno suonato nella colonna sonora di Franco Piersanti (pianoforte) vanno citati Massimo Aureli (chitarra classica), Luciano Biondini (fisarmonica), Mario Caporilli (tromba e flicorno), Lisa Green (violino), Gabriele Mirabassi (clarinetto), Vittorino Naso (marimba e vibrafono), Tony Puja (chitarra elettrica) e Marco Rovinelli (batteria). La musica della parata finale ai Fori Imperiali dove sfilano molti dei protagonisti dei precedenti film di Moretti viene eseguita dalla Banda Musicale della Polizia di Stato diretta da Roberto Granata (che cura anche la supervisione alla strumentazione). “Il sol dell’avvenire” non è un “film sovversivo” come dice scherzando il produttore francese Pierre (Mathieu Amalric) che gira in monopattino per Roma con Moretti nel trailer ma sicuramente divertente, l’utopia del socialismo reale di Marx ed Engels può aspettare.