Spesso annoverati tra le band europee più importanti ed innovative degli anni Novanta, i dEUS approdano in Italia per una data di presentazione dell’ultima fatica discografica How To Replace It, uscita lo scorso febbraio su etichetta [PIAS] Recordings. L’appuntamento da non mancare è fissato per domenica 23 luglio 2023 alla Cavea dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone di Roma, in occasione del Roma Summer Fest. I biglietti sono già disponibili su Ticketone.
I dEUS non hanno mai avuto una vera filosofia di vita. Non ne hanno mai desiderata una. Eppure sono rimasti fedeli a determinati principi. «Non vuoi ripeterti, ma hai il tuo stile», dice Tom Barman, frontman e geniale leader della cult band di Anversa. «Vuoi provare cose nuove e reagire a ciò che sembra attuale in quel momento.» Questo è ciò che accade in How To Replace It, l’ottavo album in studio per la formazione che arriva a undici anni dall’uscita del precedente Following Sea. Dice Barman in merito a questa lunga pausa: «La vita ha preso il sopravvento, ma non abbiamo mai smesso di lavorare e di suonare dal vivo»: la compilation Selected Songs 1994-2014, il Soft Electric tour, numerose apparizioni ai festival e un anniversario da celebrare – il ventesimo compleanno del loro capolavoro The Ideal Crash. «Le cose richiedono sempre più tempo di quanto ti aspetti, ma questo non è un progetto durato dieci anni». In realtà non ci sono voluti nemmeno quattro anni, e nonostante tutto fosse stato pianificato già nel 2018 sono sopraggiunti in seguito altri impegni: le prove e il tour dedicato a The Ideal Crash, le mostre fotografiche di Barman, e ovviamente la pandemia. Anche il modo di lavorare della band è cambiato. Per i due album precedenti, le jam session erano lunghe e strutturate – cinque giorni a settimana, da mezzogiorno alle sei di sera – e i pezzi venivano modellati e sviluppati nel tempo. Per le session di How To Replace It invece Barman ha dato un bello scossone: «Abbiamo avuto jam brevi ed esplosive, molto concentrate, e quando sentivo qualcosa di buono mi ritiravo insieme ai nostri tecnici del suono e facevo il lavoro pesante. È così che è nato l’album». Alcune band invecchiano con grazia, scivolando in qualcosa di più confortevole rispetto agli inizi. Altre svaniscono nell’irrilevanza, senza più niente da dire. Ventotto anni dopo il disco d’esordio i dEUS non hanno voglia di fare nessuna delle due cose: rimangono convinti sostenitori dell’indie, pronti a spingersi sempre più in avanti, infinitamente curiosi e creativamente irrequieti. «Dopo così tanti anni vogliamo partecipare ancora a tanti festival e suonare in molti altri posti. Non riusciamo ad aspettare di vedere la resa live di questi pezzi.»