Natalia Moskal è una cantante di origine polacca, ma anche autrice, traduttrice e proprietaria di una casa editrice. Dal 2017 a oggi ha pubblicato tre album “Songs Of Myself”, “Bunt Młodości” e “There Is a Star”. La sua musica spazia dal genere pop, al soul, R&B ed elettronico. Il suo nuovo singolo è “Sole ad est” (Fame Art / Artist First), scritto dalla stessa Natalia in collaborazione con Paola Candeo e coprodotto con Michal Fox Krol. Si tratta di un brano dalle sonorità elettroniche, vocalmente impegnativo e dall’intensa interpretazione. La cantautrice racconta i momenti condivisi con una persona cara, la difficoltà di doverla lasciar andare e il desiderio di averla ancora vicino. Ce lo ha raccontato in questa intervista.
“Sole ad est” è un brano molto intimo e toccante. Ho letto che racconta di momenti che hai condiviso con una persona a te molto cara. Come è nata la scrittura di questa canzone?
È una canzone molto personale e all’inizio temevo che forse fosse troppo personale. Parlo di un tipo di dolore estremamente profondo, che ti distrugge, la perdita di una persona amata. È una canzone che ho scritto quando ho saputo che stavo per perdere mia nonna. All’epoca non me ne ero reso conto ma scrivere questo brano è stato per me autoterapeutico.
Dal punto di vista musicale, il brano si caratterizza per sonorità elettroniche, che ben si sposano al tuo timbro vocale. Musicalmente, qual è l’ambito che ti è più congeniale?
Beh, il mio problema è che mi piacciono molte cose completamente diverse l’una dall’altra. Ecco perché a volte è difficile per me dire quale sia il mio genere. Il mio primo album era molto elettronico e aveva molti suoni degli anni ’80 e ’90. Poi ho fatto un album con poesia cantata, poi un album sinfonico e ora sono tornata a ciò che ho sempre amato di più: il pop.
Molto suggestivo anche il video che accompagna la canzone. A cosa vi siete ispirati in fase di realizzazione? Abbiamo trovato ispirazione in due delle storie che ho amato nella mia infanzia: “Il piccolo principe” e “La bella e la bestia“. Ma abbiamo anche pensato a qualcosa che potesse rappresentare un luogo dove un giorno, dopo la vita, ci incontreremo. È così che ci è venuta l’idea di un pianeta diverso dove le cose funzionano diversamente, dove il tempo non è limitato. Sono lì da sola con la mia rosa e aspetto qualcuno con la speranza di poterlo rincontrare.
Sei nata in Polonia, ma ami molto la musica italiana, che hai omaggiato in un album con canzoni anni ’50 e ‘60. Quali sono i tuoi artisti italiani di riferimento?
Questo dipende dal progetto in realtà. Quando stavo registrando There is a star, cercavo riferimenti in Sophia Loren (ovviamente) ma anche in Mina, Raffaella Carrà, Ornella Vanoni. Ma quando si tratta di artisti italiani contemporanei, il mio preferito è sicuramente Mahmood, mi piacciono molto anche Elodie, Annalisa e Maneskin ovviamente.
Lo scorso anno hai portato in alcuni teatri della Polonia lo spettacolo teatrale “Ieri, oggi, domani” ispirato alla vita di Sophia Loren. Cosa di più di più di questa grande attrice italiana?
Ammiro la storia della sua vita, la determinazione e l’etica del lavoro così come il suo talento. Ho letto la sua autobiografia molti anni fa e trovo la sua storia molto bella e motivante. Ha realizzato qualcosa di incredibile ma c’è molto di più nella storia di quanto la gente sappia, quindi ho voluto rendere omaggio al suo lavoro.
Per concludere, quali sono i tuoi prossimi progetti? Uscirà un album? E ti vedremo dal vivo in Italia?
Sto lavorando a nuova musica quest’anno e non sono ancora sicura se pubblicherò un intero album nel 2023 ma ho diversi singoli pronti e continuerò a pubblicarli insieme ai video musicali. Ora sto collaborando con un produttore italiano Enrico Kikko Palmosi e con un giovane cantautore di grande talento Zo Vivaldi. Sono molto entusiasta di questo perché abbiamo preparato una canzone fantastica per questa estate. Per quanto riguardano le esibizioni dal vivo, ci sto lavorando ma è molto difficile!