Con “Controra” di ALP Trio e “Casa” di Federica Cerizza, l’etichetta romana propone attraverso due differenti linguaggi un jazz emozionale e sognante
La controra definisce le prime ore pomeridiane della stagione estiva, destinate inevitabilmente al riposo per effetto della calura. “Dopo di che, il paese sarebbe entrato nel sonno della controra precipitando in un pozzo di silenzio e di stupore”, scriveva Gesualdo Bufalino in uno degli articoli che compongono quel lucido ritratto della sicilianità che è “La luce e il lutto”, non a caso citato nell’esile digipack che accompagna il disco degli ALP Trio, che si propone appunto di intercettare e tradurre in musica il sentimento misterioso di stordimento e sospensione proprio di questa stagione e di questo tempo. Fabio Anile (piano, sintetizzatori, percussioni), Salvo Lazzara (chitarre) e Luca Pietropaoli (basso e tromba) creano un tessuto sottile, etereo, fatto di rifrazioni sonore diffuse e scintillanti come giochi di luce colti nel torpore del dormiveglia. Ne risultano otto quadri evocativi, intimamente impressionisti, quasi ambient, in cui i suoni si dilatano e si diffondono come un colore nell’altro, in un interplay che presenta margini indistinti nell’osservazione ravvicinata, ma, colto nell’insieme, illumina con esattezza una precisa disposizione del sentire.
Un differente approccio all’impressionismo ci è presentato da un altro album uscito per Filibusta Records in coincidenza con il precedente: “Casa” di Federica Cerizza. Qui le composizioni, affidate alla voce limpida del pianoforte, presentano un impianto classico e un tratto più chiaro e più semplice, che rimanda a un intimo e tenero descrittivismo naïf, virando con grazia verso delicate tinte pastello.
Alp Trio, “Controra”, Filibusta records
Federica Cerizza, “Casa”, Filibusta records