Vincenzo Romano, cantautore e attore, da qualche mese le sue canzoni sono sempre più presenti nelle radio e soprattutto nelle playlist di Spotify con il suo album “Millennials”, 16 canzoni pop che spaziano dalle sonorità R&B al cantautorato italiano, affrontando temi differenti dall’amore al bullismo, dall’autostima ai ricordi. Un disco pieno di energia positiva, ma che affronta anche le sconfitte come punto di partenza per realizzare i propri sogni incollando i progetti rotti. Lo abbiamo intervistato.
Quando hai deciso che la musica avrebbe fatto parte della tua vita?
«Probabilmente l’ho sempre deciso, ma ricordo perfettamente la sensazione di quando a 6 anni ho posato le mie dita su un pianoforte e forse l’ho deciso lì… o forse è stato qualche anno dopo quando ho iniziato a suonare la chitarra… quindi mi sono convinto che in realtà ho sempre deciso che la musica avrebbe fatto parte della mia vita. Ringrazio anche i miei genitori che mi hanno sempre fatto ascoltare tanta musica e credo sia un fattore molto importante».
In che modo si incontra la tua vita teatrale con quella musicale?
«In realtà non si sono incontrate spesso. Ho sempre provato a tenerle separate per concentrarmi meglio, soprattutto nel periodo formativo. Certo, è impossibile che lavorando tanto in teatro la musica non sia presente in scena, ma oggi per me l’incontro ha un sapore diverso. Ora sono riuscito a far convivere la mia musica nella mia vita professionale in teatro e devo dire che è solo un punto di partenza, perché è una convivenza ancora tutta da scoprire».
Perché hai deciso di intitolare il tuo primo album “Millennials”?
«Volevo un titolo che tracciasse un filo rosso, rosso come il disco… E ci ho messo poco a scegliere “Millennials”, perché è la mia generazione. In tutte le canzoni che ho scritto parlo di me stesso e delle emozioni che provo io e la mia generazione. Scoprire che anche gli altri millennial si ritrovano in quello che scrivo è sicuramente la soddisfazione più grande. Mi piacerebbe sapere che un giorno tra tanti anni un millennial ritrovasse in casa il mio disco e dicesse: “Questo era il disco dei millennials, di quando avevamo trent’anni”».
Perché sulla cover del disco ci sono Zorro e Robocop e tu non compari?
«Per me era importantissimo non comparire nella copertina del primo disco, perché poi comparirò inesorabilmente in tutte le altre… no, scherzo… Zorro e Robocop rappresentano me nel passato e nel presente, come le canzoni del disco. Zorro è stato e resterà sempre il mio eroe preferito e da piccolo non facevo altro che dire a tutti “io sono Zorro”… ora Zorro ha tolto la maschera, è vulnerabile con le sue emozioni e i suoi sogni aperti al mondo e purtroppo c’ho messo più del dovuto a realizzare i miei progetti e ho dovuto incollare qualche pezzo e quindi… Robocop! Robocop è tornato in vita con una nuova struttura e allora ho fatto un “Robocop” di ciò che volevo realizzare».
Quale canzone ti piace di più cantare?
«Sono davvero indeciso… Di certo, però, posso dire che “Robocop” è la canzone che mi piace di più cantare in piazza, con tante persone, anche “Alberto Angela” direi, perché il pubblico balla e salta ed è sempre bello recepire questa energia. Nelle occasioni più intime scelgo “Banco singolo” perché parlo di un tema delicato come il bullismo e mi piace ascoltare il silenzio e gli sguardi attenti di chi sta ascoltando la canzone e poi “Sostegno infinito” perché crea una magia particolare in ogni occasione».
Perché hai deciso di stampare l’album su cd e vinile?
«Perché, a differenza di quella che è la tendenza del mercato musicale, credo che oggi nel 2023 il futuro sia del prodotto fisico cd e vinile. Credo anche in un ritorno delle audiocassette. Non voglio scagliarmi contro la musica digitale e lo streaming, ma il fascino di toccare un prodotto fisico, quello resterà eterno… ecco, è proprio di qualcosa di concreto, qualcosa che rimane nel tempo, che abbiamo bisogno. Fermarci un’ora ad ascoltare la musica, senza pensare al tempo che corre, senza aver bisogno di mettere in pausa o cambiare traccia, a volumi moderati perché l’emozione non ha bisogno di forzature, o c’è o non c’è».
Quali sono i prossimi passi?
«Io continuo a scrivere, fare teatro e musica… Vorrei fare tanti eventi dal vivo perché negli ultimi anni sono mancati e lo sappiamo bene tutti… E poi sto scrivendo canzoni anche per altri artisti e non vedo l’ora che si concretizzino, perché il lavoro di autore mi affascina sempre di più. E poi davvero non mi fermo nemmeno un giorno e spero presto di condividere i nuovi progetti».
Le versioni fisiche dell’album sono disponibili su https://vincenzoromano.sumupstore.com/
Spotify: https://open.spotify.com/artist/1RmiKUHxXAMSiAGlZFg97N