Slanci d’amore e di tenerezza in un Festival per nulla trasgressivo ma ricco di appelli su temi di varia umanità.
L’ingranaggio della macchina sanremese comincia ad essere più sciolto dalla terza serata appena conclusa. Il livello comunicativo delle canzoni selezionate è decisamente più basso rispetto alle edizioni precedenti condotte da un sempre impeccabile Amadeus ma da questa serata, come spesso è avvenuto, i brani già diventano più familiari e gradevoli. Con la rassicurante presenza di Morandi e l’ospite alla conduzione della pallavolista Paola Egonu, è andato serenamente in porto il lunghissimo terzo appuntamento festivaliero. A Paola e Chiara il compito di apertura: pezzo pop ricco di ritmo e coreografia da social. La gradevole scoperta di Mara Sattei, dopo l’esperienza in trio con Fedez e Tananai in La dolce vita, conferma una buona interprete.
Rosa Chemical, annunciato da titoloni come lo scandalo sanremese, evidenzia invece un artista esteticamente variopinto ma inneggiante ai poliamori contro odio e guerre. Effettivamente è un festival ricco di buonismo, a più tratti sincero e credibile. Fa tenerezza Grignani e convince, che a un problema tecnico che lo costringe a ripetere il suo pezzo interrotto a metà, si colpevolizza e ammette di ormai avere esperienza a scusarsi, contrariamente alla gioventù trascorsa, palesando un chiaro riferimento all’episodio del giovane Blanco della prima serata. Al di là della nuova immagine, sorprendente e spiazzante, Levante, e poi Tananai arrivano sul palco come nuovi romantici; poco dopo strappa sorrisi di commozione il gesto del rapper Lazza che omaggia sua madre coi fiori ricevuti sul palco. Lazza vanta un ottimo brano con la produzione di Dardust ed è un artista a cui questo festival, porterà fortuna. Buona padronanza vocale e di scena per LDA; ben si riscatta dalle polemiche sul vaccino antiCovid Madame, con un pezzo molto forte e moderno.
I Maneskin, ospiti attesi, confermano il loro successo e sono decisamente traghettati alla continua conquista dei palchi mondiali. Ultimo invece, racconta la vita di una prostituta in maniera intensa e teatrale ma il pezzo, pur occupando la seconda posizione della momentanea classifica, non rivela ancora la forza melodica dei suoi successi precedenti. Recupera alla grande Giorgia con un’esibizione più convincente mettendo in luce la forza del suo brano. Un Sanremo che fa bene anche ad Elodie e soprattutto a Mr. Rain, gradito anche al pubblico di massa. Gradevole scoperta i Colla Zio.
Mengoni è la star di questa edizione: vincitore annunciato, non importa se confermerà il primo posto attualmente occupato ma, piaccia o meno, è un vero fuoriclasse fra i talenti dell’ultimo decennio come riconosciuto sin dai suoi esordi. Paola Egonu rimarca il concetto di diversità-unicità anticipato da Drusilla, nella scorsa edizione.
I Coma_Cose sono commoventi nel loro splendido brano autobiografico che mette a nudo la crisi di coppia da poco superata. Vincono il Premio Lunezia e annunciano il loro matrimonio. Si distinguono ancora Colapesce e Dimartino, performance migliore per Leo Gassmann rispetto a quella precedente e conquista maggiori consensi Anna Oxa.
Il mondo musicale è velocemente cambiato negli ultimi anni. Si evolve al di là di gusti personali e bisogna prenderne atto. Gli ospiti come Ranieri, Al Bano e altri della generazione precedente e i propri cavalli di battaglia evidenziano il cambiamento e se ci si commuove ancora e con qualche rimpianto, alla corale Il mio canto libero di Battisti-Mogol, non vuole essere un attacco alla nuova musica ma all’evidenziare che una canzone vera, deve sempre poter vantare una buona melodia ed un testo con parole forti. Il Festival di Sanremo è l’unico palco rimasto per i lanci discografici. Kermesse importante ma incline al mezzo televisivo. Musica alternativa la si può sempre ascoltare altrove.