Amy Winehouse dà voce al suo dolore attraverso la musica. “Sto bene solo quando canto” dichiarava nel 2006…
Londra, primavera del 2006
“Sto bene solo quando canto”, diceva Amy Winehouse, allora 23enne talento emergente della scena pop rock mondiale. Già, perché Amy, nonostante la giovane età, nonostante facesse quello che aveva sempre desiderato fare (e cioè la musica) non stava bene. I demoni che soggiornavano nella sua psiche venivano cacciati a stento e temporaneamente dalle sostanze che ingeriva in quantità esagerate tutti i giorni. La situazione era peggiorata quando l’amore della sua vita, Blake Fielder-Civil, l’aveva lasciata per tornare dalla sua precedente ragazza. Sentimentalmente devastata, psicologicamente depressa, Amy ha dato voce al suo dolore attraverso la musica componendo le canzoni, prevalentemente autobiografiche, che daranno vita al suo secondo e ultimo album Back To Black.
“Non ho paura di apparire vulnerabile”, confessava in quei giorni, “scrivo brani che parlano di problemi che non sono riuscita a risolvere… e dopo che li ho composti mi sento meglio”. Tra questi pezzi ce n’è uno in cui la ragazza ammette tutti i suoi peccati, i suoi vizi, le sue debolezze. E in cui dichiara, letteralmente, di “non essere una brava persona”. You Know I’m No Good è una cruda ammissione, una descrizione fin troppo dettagliata anche dei suoi tradimenti, cosa che ovviamente non poteva far piacere a Blake. Composta nel tipico stile musicale di Amy Winehouse, a cavallo tra jazz, R&B e pop raffinato, You Know I’m No Good diventa uno dei suoi brani più amati anche dopo la sua prematura e tragica scomparsa.. “Perché”, diceva Amy, “quando scrivo canzoni sono la donna più onesta del mondo”.