Il musicista e cantautore pugliese Fabio Milella è tornato con il video di un brano fortemente introspettivo, “Ti ho mentito per anni”, singolo estratto dal suo ultimo album “In bilico sulle nostre emozioni”. Un lavoro costituito da 13 brani differenti tra loro per tematiche e sonorità ma accomunati da uno stesso obiettivo: raccontare le diverse sfaccettature della vita, fatta non solo di certezze ma anche di grandi e importanti cambiamenti che determinano il destino di ognuno di noi.
Benvenuto Fabio. “In bilico sulle nostre emozioni” è uscito nel 2019, ma continua a essere un lavoro che ispira video e singoli. Per chi si avvicina per la prima volta alla tua musica, come potresti definire questo tuo ultimo lavoro?
Purtroppo “In bilico sulle nostre emozioni” è nato in un periodo molto particolare. Non abbiamo avuto il tempo materiale per suonarlo in giro come avremmo voluto che purtroppo è scoppiata la pandemia che ha congelato tutti i nostri sogni e le nostre aspettative. Per fortuna sta passando. Per quanto riguarda la mia musica, io cerco sempre di essere totalmente me stesso in quello che suono e che scrivo. Sono sempre stato onesto con me stesso e questo mi ha sempre portato ad esserlo con gli altri. Quindi il mio disco lo definirei onesto e sincero, da ascoltare a cuore aperto
Il nuovo singolo è “Ti ho mentito per anni”, che racconta un amore profondo e difficile tra due persone molto complicate che si rincontrano dopo anni, ma che non riescono più a guardarsi negli occhi. Come nasce questa canzone?
Ti ho mentito per anni nasce, come sempre, dalle mie mille riflessioni su quelle che sono state le mie esperienze di vita. A dir il vero, l’idea mi è nata da un film indipendente che avevo visto una sera per caso e di cui non ricordo purtroppo il nome, da lì si sono sviscerate tutte le congetture e ho cominciato a fare mille voli pindarici, fino ad arrivare alle conclusioni che ho scritto nel brano. La colpa (scherzo) è del liceo classico, ci hanno insegnato a sognare e a credere nei sogni
Il tuo obiettivo è stato quello di raccontare in queste ultime canzoni le diverse sfaccettature della vita. Che cosa ti interessa di più esplorare del quotidiano degli esseri umani?
Io adoro osservare. Osservare vuol dire prendere atto di ciò che ti circonda. Osservare la natura, la gente, i gesti, tutto quello che mi sta in torno per me è oggetto di ispirazione. Sono fatto così, non riesco mai a distaccarmi dalla realtà tranne che quando sono immerso nella mia musica, forse anche per quello per me è una dipendenza, è tra gli unici momenti in cui riesco a staccare e a vivere la mia favola.
Tra i brani nel disco mi ha molto colpito “Gli sguardi delle sei”. Come è nato questo brano?
“Gli sguardi delle sei” nasce sempre da riflessioni su vecchie storie passate, in particolare su una mia ex di tanto tempo fa. Mi trovavo davanti la porta d’ingresso di casa e pensavo come sarebbe stato bello vederla entrare e da lì ho cominciato a scrivere ripercorrendo tutti gli istanti passati insieme, le cose che facevamo, quello che ci dicevamo, le emozioni che sentivo standole vicino. Scrivere per me è felicità e sofferenza allo stesso tempo, è come avere una macchina del tempo con la quale torno indietro e rivivo tutto quello che ho già vissuto, un viaggio introspettivo che mi fa stare bene, ma che fa anche tanto male…
Per concludere porterai questo album dal vivo? Quali sono i tuoi prossimi appuntamenti?
Si stiamo mettendo a punto una nuova formazione e porteremo in giro l’album. I brani dal vivo sono potentissimi e non vedo l’ora di suonarli e cantarli.